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Ave Maria!
14 agosto 1996
"Nessuno può capire l'intensità di questo amore;
Maria e Giuseppe, nella loro purezza e castità, si sono
amati molto"
"Mia piccola Maria, non ti preoccupare se
non ti ricordi tutto quel che ti dico. Può un'anima, che ha
avuto la grazia di contemplare in visione la vostra Mamma
Celeste, descriverne esattamente la bellezza? Può forse
descrivere la luce che la illumina? Può farne solo una vaga
descrizione. Così tu non puoi riscrivere il tono con cui
parlo, la dolcezza, il calore o le precise parole che
partono dal mio Cuore divino. Tu basta che riporti
l'essenziale, il succo, che già mi contempla e porta il mio
segno: sono le gocce di santità che traboccano dal mio
Cuore.
Io vengo a rivelarti il mio Cuore, che è simile al Cuore
della vostra Mamma Celeste: …si fondono! Uno ha una natura
divina, l'altra umana. Ma si sono così donati, e fusi l'Uno
nell'Altro, da essere complementari. Da Essi, da questi
Cuori, nasce la santità, e voi dovete trovarne, assorbirne
le gocce, gocce che giungono a voi per essere santi.
Sei chiamata a vivere nella piccola casa di Nazareth: tu qui
conosci, ti viene rivelato, insegnato, come amano, operano,
pensano Gesù, Maria e Giuseppe; la santità della loro vita,
della loro essenza. Sei chiamata tu, per prima, ad
immergerti in questi Cuori, ad assorbirne le gocce, gocce di
santità da vivere in te, e da trasmettere poi ai tuoi figli
sacerdoti.
Come vorrei che i sacerdoti, alle fonti di questi Cuori,
ricevessero la rugiada della santità, e soprattutto i miei
nuovi sacerdoti, che formeranno la mia Chiesa, improntata
alla spiritualità del Cuore di mia Madre: un Chiesa
ricostruita sull'offerta dei figli del suo Cuore.
Oggi la Chiesa celebra un eroe di santità: San Massimiliano
Maria Kolbe. Egli anticipa, nella sua vita, abbagliato dalla
Grazia, alla quale ha pienamente risposto, anticipa le
meraviglie di salvezza del Cuore Immacolato di Maria. Egli
anticipa la spiritualità che sarebbe stata poi annunciata e
vissuta nei vari Movimenti Mariani.
Oggi si ricorda di lui il suo martirio, ma ti dico: la sua
vita è stata tutta un'offerta d'amore. Già dal grembo della
sua santa mamma era un'offerta, nella sua innocenza di
fanciullo, e fino al suo sacerdozio, dedicato e vissuto nel
Cuore di Maria, nelle incomprensioni e nelle difficoltà dei
suoi confratelli, per l'apostolato all'Immacolata, al Cuore
di questa Mamma.
Alla sua Passione, vissuta nel campo di concentramento,
dalle persecuzioni anche fisiche sino all'offerta della vita
per altre creature. Era un'offerta non solo per salvare un
solo uomo, ma per donarsi, con amore e generosità, per la
diffusione dell'Immacolata (dei suoi sentimenti, dell'amore
che risiede nel Cuore Immacolato di Maria) nel mondo e nella
Chiesa, per riparare le offese arrecate a Lei, e per la fine
della guerra.
Nessuno conoscerà mai i segreti dell'offerta di tante anime
sante. Che profondità hanno avuto! I frutti che ne hanno
portato non sono visibili. Così è con Massimiliano: nemmeno
la Chiesa sa il frutto della santità che egli ha donato,
dove è potuto giungere, in quali cuori. Ma Dio, che tutto
vede, non dimentica mai nulla. Egli ricorda, nella totalità,
ogni gesto, e persino il bicchiere d'acqua dato (*), e tutto
valorizza.
Massimiliano ha amato la Madonna, e da Lei ha potuto
acquisire le gocce di santità del suo Cuore, ricoprirsi del
suo Manto di candore immacolato, e così vivere, ricevere, il
rosso dei dolori di questa Madre, il suo martirio, per
riviverlo e offrirlo. Così vorrei i miei sacerdoti: pieni di
questo Amore di purezza, e rosso del dolore della propria
offerta.
Come poco si contemplano i dolori di mia Madre, il valore
che essi hanno; davvero Ella è Regina dei martiri! Ancor nel
grembo materno la Madonna si offriva, si offriva nella sua
infanzia e fanciullezza, nella sua preparazione a Madre, e
ancor maggiore si fa la sua offerta con Me. Mi donava
continuamente al Padre, mi curava ed amava, come la più
tenera delle madri. Mi donava al Padre, quando ero nascosto
in un piccolo e tenero bimbo da crescere (così come voi
adorate Dio nascosto nell'Eucaristia), mi donava, guardando,
contemplando, il suo Signore dei cieli. Mi vedeva già
ricoperto di piaghe, con le manine e i piedi trafitti dai
chiodi, e insanguinato. Vedeva il mio corpicino martoriato e
ricolmo di dolore. …Mi ristringeva per proteggermi, e con il
Cuore mi offriva, mi offriva al Padre.
La chiamavo, la chiamavo continuamente, e Lei con
un'infinita pazienza, mi rispondeva sempre senza lasciarmi
mai. Mi offriva, e offriva Se stessa nelle privazioni, nelle
fughe, nel pazientare con le persone, nelle critiche delle
donne a Nazareth, alle quali rispondeva con silenzio e
mortificazione, pazientava nel lavoro non pagato, e nelle
ingiustizie.
Il suo dolore poi continua con la malattia di Giuseppe.
Nessuno può capire l'intensità di questo amore; Maria e
Giuseppe, nella loro purezza e castità, si sono amati molto.
E, per Maria, perdere l'appoggio di Giuseppe, è stato un
grande dolore. Lo ha curato con tanta sollecitudine, non
trascurandomi, e cercando di adempiere pure al lavoro
fisico, per poter vivere.
Mi ha seguito nel dolore del mio insegnamento (**): sentiva
tutti i miei stati d'animo, le incomprensioni, il dispiacere
ricevuto. Ha sentito il mio martirio nell'orto e il
tradimento dei miei, la verga che penetrava nella mia Carne,
i chiodi che mi trapassavano, il dolore smisurato nel mio
Cuore e l'indifferenza e l'odio delle creature. Tutto ha
partecipato e sofferto, donando. Ha sentito il mio Cuore
dilaniarsi da tanto amore respinto. Il mio ultimo grido,
dopo il Padre, è stato per Lei: un grido soffocato "Mamma!",
un'invocazione di aiuto e di ringraziamento per il suo
sostegno e il suo amore.
Mia Madre mi ha aiutato a tenere le braccia aperte, a non
distaccarmi dalla Croce. Il suo amore mi ha dato forza e
consolazione. Dopo la mia morte ancora le sue braccia mi
attendevano, e mi ha ricolmato di baci, contemplando tutte
le mie piaghe: le sue lacrime si univano al mio Sangue. Mi
stringeva come quando ero piccolo. Mi accompagna al
sepolcro, e ancora le sue mani mi coprono, e mi dona baci al
Volto e ai Piedi. Chiusa la pietra, il suo Volto si appoggia
ad essa, …che rimane bagnata dalle sue lacrime. Tutto in
Maria è dolore, offerta e adorazione.
Mia piccola Maria, sei chiamata anche tu a ricoprirti del
Manto Immacolato di Maria: il rosso del dolore del martirio
del suo Cuore, l'essenza della sua vita, del suo Spirito.
Sei chiamata alla donazione; e se non sarà un martirio con
lo spargimento del sangue, sarà un martirio, nell'anima e
nel corpo, di lacrime che diventano sangue; ma sarai
ricoperta del mio preziosissimo Sangue, che darà forza.
Ecco la via di Maria! É la strada che porta dritta a Dio.
Verrà ostacolata dal maligno, ma saranno sempre vittoriosi
coloro che la percorrono. In essa si conosce la mia
intimità. In essa non ci sono errori di fede o eresie ad
attraversarla. Questa è la strada dei forti, la strada dei
miei Santi. Ti benedico".
(*) Mt 10, 42
(**) Nella vita pubblica
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2 dicembre 2008
"Siate piccoli, vivete l'infanzia dello spirito!"
"Mia piccola Maria, rimani nella fiducia e
nell'attesa. In quest'atteggiamento ti voglio. Se chiedi una
cosa santa come non potresti essere esaudita? Nella fiducia
e nell'abbandono vedrai compiere l'opera di Dio in te. Solo
chi rimane nella fiducia e nell'abbandono in Me è gioioso, è
felice; è colui che non chiede che ciò che il Signore gli
dona, vive del giorno presente, senza pensare al suo futuro,
compie opere solo per amore di Dio. Ciò lo rende libero. E
chi è così fiducioso e abbandonato se non chi è umile,
semplice, povero? É agli umili, ai piccoli, che Iddio si
compiace di rivelare i suoi segreti, di manifestare la sua
Sapienza. Siate piccoli! Vivete l'infanzia dello spirito;
vivetene voi l'affettuosità, la confidenza. E …quando
giungono le prove e i dolori?!… Chi è umile e piccolo si
fida del Padre, che lo ama, e sa che è per un bene maggiore,
che Dio combatte con lui tutte le sue battaglie. Chi è umile
si tuffa e vive del suo Amore! Tutti dovete vivere la
piccolezza: la Chiesa, che è ancora troppo grande, e cerca
il potere e il prestigio, deve farsi umile, e povera, per
ricalcare i tratti del suo Signore, di Gesù Cristo. I
sacerdoti, troppo legati ai compromessi, i giovani, le
famiglie, ogni creatura deve vivere l'obbedienza, la
purezza, la Verità. E ciò è possibile nella piccolezza
interiore. Chiedete alla Madonna, lei l'umile per
eccellenza, a San Giuseppe, che l'ha seguita fedelmente, e
al mio Cuore divino, che è l'umiltà, e ve ne donerò per
quanto il vostro possa contenerne. Ti benedico".
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18 dicembre 2008
"Giuseppe corre, pieno di gioia, a prostrarsi,
adorante,
dinanzi al Grembo di Maria, per adorare il Verbo Incarnato
in Lei"
"Guardate stasera alla Madre e a San
Giuseppe, che dinanzi all'evento di una maternità
straordinaria, non comprensibile umanamente perché non
cooperata dall'uomo, ma tutta irrorata dallo Spirito; poteva
essere compresa solo da chi è fiducioso, abbandonato, e
tutto irrorato dallo Spirito.
La Madonna si abbandona totalmente alla Volontà del Padre,
non dà spiegazioni, non dà giustificazioni ma, tutta
fiduciosa, lascia al Padre che sia svelato il Mistero del
suo Disegno. Giuseppe, uomo giusto, l'uomo delle virtù,
timorato di Dio, si abbandona alla preghiera, offrendo il
suo dolore, e che fosse il Signore a dare luce, svelasse il
suo piano. Dio viene a rispondere, dà luce perché sia
manifesta la Verità, e Giuseppe corre, pieno di gioia, a
prostrarsi, adorante, dinanzi al Grembo di Maria, per
adorare il Verbo Incarnato in Lei. Da allora egli fu così
sollecito, premuroso, vigilante alla Maternità della
Madonna, e così operoso e protettivo verso Colui che,
Bambino, si formava nel Grembo di Maria, ed era il suo
Signore. Nessuna madre sarà così offerente e donativa come
la Madonna, nessun padre sarà mai così amoroso, premuroso,
attento, protettivo come Giuseppe. Imitateli! Consacrate le
vostre famiglie alla Santa Famiglia: quante famiglie si
salveranno!...".
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27 dicembre 2008
"San Giuseppe, così operoso e rinomato per il
suo buon lavoro,
quanto ha dato nei suoi lavori gratuiti per
i poveri miseri!"
"Oggi la Chiesa guarda e indica la Santa
Famiglia, la mia Santissima e Benedetta Famiglia. E perché è
così Santa? Perché ha vissuto nell'adorazione di Dio, ha
operato, amato, servito in funzione all'adorazione del
Padre, nel suo primato; tutto ha sottoposto e ha vissuto,
dando motivazione nella priorità di Dio. L'adorazione ha
arricchito, ha travasato nel loro amore, che non si è chiuso
a sé, non ha vissuto per sé, ma si è completamente donato e
offerto al suo Signore. Quest'amore condiviso e ricambiato
tra il Padre del Cielo e fra di noi, ha traboccato per
riversarsi su tute le creature. Di questa adorazione Io ho
partecipato e sono cresciuto. Di quest'Amore mi sono
nutrito, Io, l'Amore, me ne sono inebriato per riempirmi e
fondermi in Esso, ed essere così maggiormente pronto ad
amare nel tempo estremo della mia Crocifissione.
La Santa famiglia viveva nella preghiera: una preghiera
personale e poi unitiva, comunitaria; una preghiera
continuativa di amore e dialogo perenne tra Dio e tra noi.
La Santa Famiglia ha vissuto nel lavoro e nel servizio.
Quante volte la Madonna, dopo aver intessuto di preghiera la
sua giornata, e supplito all'intero servizio alla sua
famiglia, va e accorre per porsi in aiuto di tante famiglie
bisognose, nell'assistenza ai malati, al capezzale dei
moribondi!
San Giuseppe,così operoso e rinomato per il suo buon lavoro,
quanto ha dato nei suoi lavori gratuiti per i poveri,
trattenendo solo il necessario per la giornata quotidiana, e
donando tutto il resto al fabbisogno dei miseri! La Santa
Famiglia è stata la carità vissuta. Imitatela, chiedete ad
Essa, pregatela per averne una piccola parte di Sé, pure una
briciola, e avrete la salvezza e la santità.
Non ti smarrire per la tua famiglia, credi che, se uno solo
rimane fedele nell'adorazione a Dio, nella preghiera
perseverante, nel servizio e nell'operato offerto al
Signore, in quella famiglia è entrata la salvezza, è entrata
la santità. Ti benedico".
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28 dicembre 2008
"Come Bambino, come Figlio, restavo incantato a
rimirare
le virtù, l'operosità, la protezione di Giuseppe"
"Oggi celebrate la Santa Famiglia. Ecco, Io vengo a dirvi di
come vi abbia vissuto nella mia persona. Come Dio, mi sono
nutrito, ho partecipato di questo Amore, me ne sono
abbeverato e ne ho ricambiato, irradiando l'Amore. Come
Bambino, come Figlio, restavo incantato a rimirare le virtù,
l'operosità, la protezione di Giuseppe: nessun figlio è
stato così unitivo al proprio padre.
Con la Madre mia mi sono ricolmato del suo amore materno,
completo, sollecito. Mi sono lasciato plasmare da Lei, che
istruiva alla Sapienza Colui che era la "Sapienza". Mi
plasmavo nell'obbedienza, nella docilità, nella
disponibilità al dono, perché fosse fonte continua di
meriti, e l'umanità ne potesse attingere tutto il tesoro.
Invocate, ricorrete alla Santa Famiglia! Per i meriti da
loro acquisiti voi potete avere continue sorgenti di grazie.
Ti benedico".
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29 dicembre 2008
"É là San Giuseppe: pronto, vigile a sostenere
l'offerta del Signore,
della sua Santa Sposa, e a fare, Egli
stesso,
dono della sua vita a Dio, unendosi ad Essi"
""Mia piccola Maria, la mia terra è bagnata
da lacrime e sangue, ma Io trasformo queste lacrime e
sangue, in salvezza. Il mio Cuore è squarciato da questo
dolore perché viene dal peccato, ma per questo Io vi sono
nato e passato, e il mio Sangue vi ho versato. E nel mio
Sangue tanta sofferenza viene trasformata in un martirio di
redenzione.
Dai questi fogli, sii solerte, è tempo! Le paure che ti
vengono, vengono dal maligno. Va bene essere il più
possibile accorti nello scrivere, ma se c'è qualche minimo
errore, non temere, ci sono Io che copro: è la mia opera!
Ecco, Maria va ad offrirmi al tempio, ed ogni passo è un
passo di gioia, e anche di dolore. Di gioia, perché sa che
questo suo Bambino, suo Figlio, sarà Redenzione per
l'umanità intera. E dato che Ella stessa si era offerta al
Padre come vittima per la salvezza degli uomini, Iddio
gliene dà modo, senza che prima ne sapesse, e cioè mediante
una Maternità che le avrebbe squarciato il Cuore, una
Maternità trafitta dal dolore. Maria va nel dolore. Ella
conosce bene le Scritture, e sa che questa offerta sarà
bagnata dal Sangue di un martirio duro, gravoso. … Ma non
indietreggia!
É presente il Padre a questa offerta, che accoglie,
benedice, dopo generazioni di secoli, durante i quali gli
sono stati offerti sacrifici di animali, sangue impuro, Gli
viene donato ora il Sangue di Cristo, il suo Sangue! L'unico
degno di essere dato in riscatto, poiché chi può riparare un
Dio se non un Dio stesso?
Il Sangue di Cristo si unisce alla Maternità trafitta di
Maria: divengono un'offerta all'unisono, si fondono per
essere dono unico al Padre, perché gli uomini in essa
possano ritrovare la rigerenazione ad una vita nuova, una
vita santa. Ciò è per quei figli che l'accolgono, che vi si
irrorano, vi si immergono, vi si nutrono per averne la
santità, dato che, chi si unisce all'offerta del Sangue di
Cristo e alla Maternità della Madre, si fa Egli stesso
offerta con la sua vita, che viene così irrorata, non potrà
che essere accolta, benedetta da Dio. Diventa una vita
santa.
É là San Giuseppe: pronto, vigile a sostenere l'offerta del
Signore, della sua Santa Sposa, e a fare, Egli stesso, dono
della sua vita a Dio, unendosi ad Essi. Giuseppe ancora
aiuterà voi ad essere fedeli, a proseguire nel cammino, ad
essere offerta per il Cielo.
PregateLi, pregateli, quando giunge il tempo duro, perché vi
aiutino ad andare avanti, a non indietreggiare. Ti
benedico".
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19 marzo 2009
"Giuseppe in Paradiso ancora si apparta,
ancora
quasi si nasconde, ancora vive della sua umiltà.
É così
grande Giuseppe, e per questo è così umile"
"Oggi il Paradiso guarda a Giuseppe. La Chiesa Lo celebra, e
molte sono le preghiere che giungono qui in suo onore.
Giuseppe in Paradiso ancora si apparta, ancora quasi si
nasconde, ancora vive della sua umiltà. É così grande
Giuseppe, e per questo è così umile. Tanta umiltà non può
che vivere nella grandezza della santità. Al suo passaggio,
tra i viali del Paradiso, anche i fiori s'inchinano, ed Egli
ne rimane confuso. Ah, quanto ho amato questo Padre! Quanto
mi è caro! Iddio ha trovato solo Giuseppe, l'uomo che
maggiormente porta impresso in sé i caratteri, i segni, che
sono più simili alla sua Paternità, e che egli ha vissuto in
pienezza, alla mia custodia, per l'intera vita.
Il silenzio di Giuseppe era il silenzio di Dio. La sua
operosità, la sua sollecitudine, la sua custodia era quella
di Dio. La sua difesa, la sua protezione, la sua umiltà
portava il segno di quella di Dio. Il cuore generoso di
Giuseppe…! Egli ha esercitato continuamente la carità, prima
all'interno della sua famiglia, cercando persino di
alleviare il lavoro alla Madonna, per lasciarle più tempo
per la preghiera; sapeva quanto la sua preghiera fosse
eccelsa e come ne avesse bisogno, e come ne necessitasse
l'umanità. Nei miei confronti, curandomi in un amore
profondo, e di un ardente adorazione nella mia Persona,
quando, dovendomi dare i vari dettami, mi si poneva prima in
ginocchio, chiedendomi perdono di osare, ma poi m'insegnava,
come il più premuroso dei padri. Da piccolo, quante volte mi
prendeva in braccio per far sì che Io prendessi il riposo.
Il suo Cuore generoso si esercitava tra i concittadini,
nella sua famiglia originaria, dando ciò che il ricavato del
lavoro poteva essere in eccesso, dando il suo lavoro
manuale, che era rinomato in lavori gratuiti, sempre pronto
al servizio, all'aiuto.
Per questo Io vi dico: consacratevi al mio Cuore divino,
consacratevi al Cuore Immacolato di Maria, ma consacratevi
anche al Cuore di Giuseppe. Egli stamperà nel vostro i suoi
sentimenti, le sue virtù. Consacrate le vostre famiglie a
Giuseppe, i vostri figli, la loro educazione. Egli se ne
prenderà cura, così come si è preso cura di Me. Consacrate
la vostra vita spirituale; Giuseppe, da Padre, ve la eleva
in una crescita costante nell'Amore di Dio. Consacrate la
vostra morte a Giuseppe. Pregatelo sovente, spesso. Affidate
a Lui il vostro transito: Egli vi accompagnerà nel dolce
sonno, per prendervi per mano, e introdurvi dinanzi al
Giudizio, di cui vi sarà Avvocato.
La Chiesa Egli la protegge, la difende, ne è il Patrono: Lo
ritrovate in Essa, accanto, in umile adorazione con gli
Angeli e con la Madonna, dinanzi a tutti i tabernacoli, ove,
sulla terra, il mio Cuore pulsa; ove è presente la mia
Persona, Giuseppe è lì e mi ama. Mi è sempre vicino, come
quando lo era nella mia esistenza terrena. AmateLo,
pregateLo! Voi non sapete quanti tesori di grazie si
ottengono da mio Padre Giuseppe. Ti benedico".
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1 maggio 2009
"Affidatevi a Giuseppe!"
"Mia piccola Maria, pensa ad affidare e consacrare al Cuore
e alle mani di Giuseppe la tua vita, le tue opere, le tue
incombenze. E come se ne prende cura Giuseppe! Giuseppe è il
Padre che accorre di corsa dai figli che l'invocano,
chiedendo il suo aiuto. E su quelli per cui viene pregato, e
per molti, che nessuno sa che sono lontani, perché più
bisognosi di aiuto e di Dio. Egli è Colui che ha sfamato
l'Autore della vita, ancora con quanta sollecitudine paterna
accorre per sfamare le fami delle creature: la fame fisica,
ma ancor più Egli desidera che sia invocato per esser guida
e sfamare nella vita dello Spirito, ed indica la via che
Egli ha percorso, che è quella dell'Adorazione. Ancora
intorno al mio trono Egli mi adora, e Mi adora in tutti i
tabernacoli della terra. Tutt'ora Egli si cela nella sua
umiltà, lascia che sia la Sposa, la Madonna, a ricevere
l'intera Luce, gli elogi, l'onore; lascia che gli passino
avanti gli Angeli, i Santi, e Lui, nel suo grande amore, si
nasconde, sicché Io allora Lo chiamo e Gli dico: "Padre mio,
vieni!". Gli affido ancora tanto lavoro da operare nel
mondo, ma Egli opera nello Spirito, collaborando nell'aiuto
della salvezza delle anime.
San Giuseppe và, e con quanta sollecitudine, và ad asciugare
lacrime, và a condurre verso le ascese celesti, và a
chiudere gli occhi al termine del proprio tempo per farli
aprire al mio sguardo. Giuseppe accorre, viene. Affidatevi a
Giuseppe! In tutto Egli opera: nell'anima, nella vita, nelle
vostre intenzioni; esse cresceranno al suo Cuore, buono,
giusto, santo, e cosa ne fa di voi? Con quale cura Egli vi
porterà sino alle altezze dei cieli.
Dio ama tutte le creature, ma su alcune si diletta e si
protende con predilezione, e San Giuseppe è al centro del
mio Cuore. Quanto mi ha amato questo Padre, quanto Io Lo
amo! Ti benedico".
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29 novembre 2009
"Giuseppe si unisce, con più trepidazione e
fusione,
alla preghiera della sua Sposa, ed è ancor più
sollecito verso di Lei.
Egli prega molto…"
"Oggi inizia l'Avvento. Il periodo di attesa e preparazione
al Signore che viene e nasce al mondo. Vi è richiesta la
vigilanza e un cuore che brama il suo incontro. Le figure di
creature che hanno atteso il Signore e preparato la sua
venuta sono, per eccellenza, Maria e Giuseppe. Il Cielo
stesso, con tutte le sue creature, è trepidante della sua
Nascita, e così i giusti, coloro che erano nel luogo
dell'attesa per risorgere, e così i santi che sulla terra
conoscevano le sacre Scritture, e con preghiera e sacrifici
offrivano, per la venuta del Messia, tanto atteso, dai tempi
più antichi. In Maria, il cui tempo si fa prossimo al parto,
si fa più intensa nella preghiera, si ristringe in un
colloquio più intenso e confidenziale con Me, la sua
Creatura e Signore. Il peso del Grembo suo, che si fa più
grave, fa sì che unisca alla preghiera il sacrificio delle
incombenze della sua Maternità nel sacrificio del lavoro e
del faticoso viaggio verso il completo abbandono in Dio.
Giuseppe si unisce, con più trepidazione e fusione, alla
preghiera della sua Sposa, ed è ancor più sollecito verso di
Lei. Egli prega molto, anche nel suo intimo, poiché si sente
così inadeguato, incapace, così fuori misura per essere
colui che sarà il padre, il custode del Figlio di Dio. La
sua preoccupazione si fa gioia e pena, e quindi all'orazione
essi uniscono la sofferenza. Donano tutto ciò che possono
avere in casa, che può essere di bisogno ai fratelli, per
unire alla preghiera e al sacrificio, la carità
nell'accogliere le richieste di chi viene a bussare al loro
uscio, ed è sempre accolto. Tutta questa azione di
preparazione si fonde per formare un'unica offerta totale
d'amore, che accompagna e prepara la mia Nascita.
Pure a voi è richiesta la preparazione e la vigilanza nella
preghiera, in un ponderato sacrificio e nelle opere di
carità perché formi il vostro cuore, lo arricchisca, pronto
ad accogliere l'incontro con il Signore, che viene, sia nel
tempo della Nascita di ogni anno nel Natale, ma pure quando
Lo ricevete in ogni Eucaristia, o quando l'anima vostra è
giunta al traguardo di questo mondo per pervenire nel Regno,
nell'incontro con Cristo nel Giudizio. Quest'incontro con
Dio, che viene a voi, vi trovi pronti nell'amore, che si
forma nei mezzi che Egli vi offre per essere degne culle che
Lo ricevono in sé. TI benedico".
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2 dicembre 2009
"La santità nasce
dalle mani di Maria, che vi plasma
sino
a quando siete maturi per entrare nella sua casa di
Nazareth,
ove vivrete con Me, il Signore, la Madre
Santissima, San Giuseppe"
"Mia piccola Maria, sono Io la santità,
sono Io che ti conduco alla santità. Sono Io che ti prendo
per mano e, nel tuo percorso di vita, ti infondo la mia
santità. Voi siete simili a tronchi di alberi naturali, di
cui Io sono la linfa dello Spirito, che li fa vivere, li fa
fiorire e fruttificare. Senza di Me non potete avere
santità. La santità nasce nel riempirvi della mia Persona,
di ciò che Io sono, e ne ricevete l'amore, la sapienza, le
virtù con cui dovete spennellare l'opera del disegno che Dio
ha tracciato per voi, perché ne abbiate i suoi colori; e
compiuta l'opera, il Signore vi passi accanto e,
compiaciuto, riconosca che è la sua Opera.
La santità, come dice bene il sacerdote, nasce dalle mani di
Maria, che va dritta al centro del mio Cuore, per l'ascesa
più breve che vi conduce a santità. É Colei che vi fa
nascere ad essa e vi forma, vi plasma, vi cresce, sino a
quando siete maturi per entrare nella sua casa di Nazareth,
ove vivrete con Me, il Signore, la Madre Santissima, San
Giuseppe. La casa di Nazareth celeste, ove coesistono Santi
maggiori o minori, poiché ognuno, per entrare in Paradiso,
ha raggiunto la purezza della sua santità, quel progetto che
il Signore gli ha dato da compiere. E coloro che già dalla
terra sono stati eccelsi e maggiori nella santità, si
rallegrano, si deliziano di andare da quelli più piccoli per
arricchire maggiormente; ma tutti sono colmi di ciò che il
Signore ha donato ad essi per la loro santità. Sono ripieni,
come dei recipienti, nelle loro anime, hanno portato a
compimento il loro bel disegno, hanno coltivato tutto il
piccolo orto, e ne hanno dato frutti buoni di santità. La
santità è farsi Me, nutrirsi di Me,e con Me farsi pane santo
che nutre nell'amore.. Ti benedico".
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22 dicembre 2009
"la Madonna è prossima al parto, Giuseppe L'accompagna nella
preghiera
"Mia piccola Maria, giubila, la
Madonna è prossima al parto, Ella è in cammino, e il suo
viaggio è vissuto nelle difficoltà, tra i disagi, è gravoso.
Ma Lei rimane in continuo colloquio con Me, il suo Figlio
divino, che vive nel suo grembo.
Maria non sa come avverrà la Nascita, chi l'accoglierà, come
sarà il parto, Lei che è Vergine, ma si affida completamente
alla Volontà del Padre. É completamente abbandonata e
fiduciosa in Lui. É tranquilla e si fida totalmente della
sua Provvidenza. Giuseppe L'accompagna nella preghiera, ma
egli è più pensoso, poiché, come capofamiglia, sente tutto
il peso della responsabilità e della grandezza di questa
nascita.
La Madonna giubila, grida il suo magnificat nel tempo della
gratitudine per il dono della vita e della mia Venuta, per
la riconoscenza, per le meraviglie che Iddio compie in Lei.
L'intera sua esistenza è un magnificat, un inno di lode e di
adorazione a Colui che è. E il suo magnificat è canto
perenne dell'intero suo cammino terreno, sia nei momenti di
giubilo, come nel tempo della Croce nella santissima
Passione, ove Maria canta il magnificat in un inno di dolore
e di offerta, lo continua nella sua solitudine di Desolata:
dalla missione da compiere per la Chiesa nascente sino al
compimento perfetto al Cielo.
In Paradiso ancora il suo magnificat continua, con i Santi e
gli Angeli, per glorificare la Santissima Trinità, e canta
il magnificat per le anime purganti che gemono e soffrono,
per i figli della terra che non cantano più. Ella inneggia
l'inno della gratitudine, della lode, dell'adorazione,
dell'amore per voi, che non ne siete più capaci. Guardate a
Lei, andate a Lei perché vi insegni e vi faccia parte di Sé,
per essere capaci di dare il vostro magnificat. Sia così la
vostra vita, nel tempo del gioire come in quello del dolore,
un canto d'offerta a Colui da cui tutto proviene, e ogni
cosa vi è stata data in dono. Ti benedico".
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23 dicembre 2009
"Per Giuseppe, verso Betlemme,
la stella si fa più lucente per indicare la strada"
"Mia piccola Maria, …ecco, s'approssima la mia nascita. Nella notte, per
Giuseppe, verso Betlemme la stella si fa più lucente per
indicare la strada. Già in lontananza, s'intravede la
piccola Betlemme; non manca che un giorno di cammino per
arrivare, ma c'è bisogno di fare soste, dato che la Madonna
ha bisogno di fermarsi per riprendere forza: Ella sente in
Sé l'approssimarsi della mia nascita, e per far riposare il
povero asinello, che ne porta il peso.
Betlemme è stata scelta, essa così piccola e sconosciuta,
per la nascita del Signore, così come Iddio sceglierà
sempre, per i suoi disegni, ciò che è piccolo e nascosto al
mondo.
Giunto ad essa, Giuseppe è così preoccupato di trovare
un'abitazione che accolga la mia Venuta, ma… quanto bussare
invano!… Quanti no al mio incontro! Ed è dolore, non tanto
per le loro persone, ma per Me, per il rifiuto alla mia
Persona. É il primo incontro e scontro con la durezza del
cuore degli uomini, che non mi accolgono perché vedono la
povertà dei viandanti, in Maria e Giuseppe. Non sono nobili
cavalieri o ricchi mercanti; le porte per essi si sarebbero
aperte, ma per loro poveri, poveri pellegrini, che non hanno
denaro per risarcire...
Maria e Giuseppe sanno che Iddio non li avrebbe abbandonati,
e viene offerta loro una grotta, poco distante dal paese,
una grotta che è una stalla, poiché fa da riparo agli
animali. Quanto si dà da fare Giuseppe per renderla più
accogliente e pulita, per essere al meglio degna di ricevere
la nascita del Figlio di Dio, mentre la Madre mia si
racchiude in una profonda, intima orazione, che La unisce,
in un dialogo e in un abbraccio di fusione, al Padre
Celeste, ponendosi in attesa del parto.
Ecco, nasco in un piccolo paese, già rifiutato e non
accolto, nasco nell'umiltà, nella povertà e nell'abbandono
totale alla Volontà del Padre mio, nel silenzio di
un'orazione profonda: queste sono le disposizioni che mi
fanno nascere.
Oggi, figli mia, quanto chiasso, quanto commercio! Quanta
abbondanza nelle tavole, che fa dimenticare il senso della
mia nascita! Tutto ciò mi allontana dal cuore e dallo
spirito. Ci vorrà ancora altro tempo per far sì che l'uomo
possa tornare a vivere questo, e comprendere che il Natale è
Natale quando si fa condivisione con chi vive
nell'indigenza, con chi ha bisogno, quando si sa condividere
con il fratello ciò che ha. Ciò sarà quando saprà vivere la
mia nascita. Ti benedico".
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24 dicembre 2009
"Come preparare la mia nascita?
Così come l'hanno vissuta Maria e Giuseppe:
in preghiera e profonda adorazione"
"La mia Nascita è prossima. La stella
cometa si è fermata a Betlemme, ed anche Maria e Giuseppe vi
sono giunti e si mettono alla ricerca di un alloggio, e ne
ricevono il rifiuto. Betlemme, pur prescelta da Dio, non li
accoglie, e questo perché i suoi abitanti non hanno luce,
non pregano, e non sono quindi irrorati dallo Spirito Santo,
che avrebbe dato luce al mia Venuta ed accoglienza, o
quantomeno avrebbero avuto carità umana per dei poveri
pellegrini e per una madre nell'attesa del parto. Questo
gelo nei cuori non mi fa riconoscere e non mi riceve.
Oggi ancora quanto gelo, quanto ghiaccio! Se guardo
tutt'intorno a voi vedo un mondo immerso in tanto gelo
poiché non si prega e non si sa attendere e accogliere la
nascita di Cristo. Io però vi dico che ugualmente nasco,
ogni volta nell'Eucaristia, in ogni Santa Messa, in ogni
cuore che mi ama, in ogni atto di carità sincera, Io nasco.
É l'amore che mi fa nascere, e basta una scintilla d'amore
per sciogliere tanto gelo. L'amore sarà sempre più grande,
trionferà sempre.
Come preparare la mia nascita? Così come l'hanno vissuta
Maria e Giuseppe: in preghiera e profonda adorazione,
nell'abbandono fiducioso della propria vita al Padre
celeste, condividendo con chi è povero, misero ed ha
bisogno. La mia nascita avviene nel dare a chi vive
indigente e, pellegrino, bussa per avere ristoro, e in chi
mi adora, prega e ama, ripara e consola nell'Eucaristia,
nella quale vivo, e sono così abbandonato e non amato.
Nel vivere queste condizioni voi aiutate la mia nascita, il
mio venire continuamente nel mondo. Vi fate stelle comete,
che portano in sé la luce che aiuta i fratelli a riconoscere
la grotta, ove Io nasco, perché mi incontrino, mi adorino e
partecipino alla mia nascita. Il freddo si trasformerà in
tanto caldo nel cuore. Ti benedico".
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24 dicembre 2009
"Nella notte santa"
"Ecco, Io nasco nel tempo della storia umana, nasco per
venire tra gli uomini, nasco perché la mia nascita sia
nascita per essi, poiché se non si nasce in Me, non c'è
nascita al Cielo. Solo se parteciperete della mia nascita
voi potrete vivere e venire in Paradiso. In questa notte
sono molti i cuori che tornano a nascere a Me, che guardano
verso la capanna di Betlemme e il divino Bambino. Ma ancora
sono i più, i tanti che, pur cristiani, non comprendono la
mia nascita. Festeggiano al mondo, si appesantiscono e si
riempiono di cose vane, che li allontanano e non la
comprendono.
Come capire la mia nascita? Ripercorrendo i passi di coloro
che ve l'hanno indicata e percorsa, e che hanno lasciate le
orme, che sono Maria e Giuseppe, e nel vivere la piccolezza,
la piccolezza, la piccolezza! La piccola età del cuore ve lo
fa capire e amare, vi distacca dal mondo, da tante esigenze
umane, che non hanno così più attrattiva, ne divenite
distaccati, dato che la piccolezza vi stacca dalla terra, vi
mette le ali, vi fa volare in alto per conoscere i misteri
di Dio.
Il demonio fa di tutto per gravarvi, per assordarvi, per
colmarvi di vuoto e di cose inutili; ve le rende vitali,
sicché si fanno catene, che pesano e portano ai precipizi
degli inferi. Solo nel distacco, nell'umiltà voi adorate il
divino Bambino, vi fate come Lui, e potete nascere al Cielo,
ove l'adorazione sarà perenne, ove giocherete con Gesù
Bambino, che vi benedirà per sempre. Ti benedico".
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27 dicembre 2009
"Oggi che ricordate la Santa Famiglia: Gesù,
Giuseppe e Maria"
"…Oggi che ricordate la Santa Famiglia: Gesù, Giuseppe e
Maria. Io vi dico che il loro è stato un perdono continuo
nella vita, non tanto fra di essi ma quanto per i vicini,
gli abitanti del paese e parenti, che spesso li hanno
contrastati, molestati, perseguitati. Ed essi hanno risposto
continuamente nel perdono, nell'amorevolezza,
nell'accoglienza. Questo perdono alimentava ancor più la
loro fede e il loro stesso amore.
Oggi, se la famiglia decade è perché non ha più il perdono;
a qualsiasi offesa diviene dura, intransigente, non perdona
più; e questa posizione non le permette di rigenerarsi e
riprendere vita. Non si perdona più perché non c'è più Dio.
Il perdono dà vita.
Ci si pone in matrimonio con molta facilità, e senza
prendere la responsabilità di capire che il matrimonio è
sposarsi la Croce dell'altro, è l'intrecciarsi della propria
esistenza all'altro, è l'innesto dei pezzi del mosaico l'uno
nell'altro, e ciò è possibile per far sì che si attui intero
e armonioso nel matrimonio, se ci si sposa con Dio.
Il matrimonio, che è famiglia, è un amore che va condiviso
in tre: l'uomo, la donna e il Signore: è un amore
trinitario, che alimenta l'amore in esso, dato che quello,
solo umano, ahimè, finisce presto! L'amore di Dio che
l'irrora dà la grazia di farla vivere. Ti benedico".
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2 febbraio 2010
"A cosa serve vivere la consacrazione se non a
unire la vostra vita,
che si fa dono nel mio Sangue e per la
Maternità di Maria?
San Giuseppe è il primo a vivere questa
consacrazione"
""Mia piccola Maria, tu mi vuoi bene? Se sapessi quanto Io ti
amo, quanto è smisurato e appassionato questo mio amore per
te, che tu non puoi provare nell'interezza nel tuo essere
poiché non potresti contenerlo. Saresti simile ad un
fiammifero che viene riarso e subito brucia. Ne sente
l'ardore, il calore, ma si consuma subito. Di quest'amore
però tu vivrai per l'eternità (*). Quell'amore sponsale che
non hai vissuto sulla terra lo godrai pienamente nel tuo
essere per la vita eterna.
Oggi vengo portato al Tempio. Mia Madre e mio Padre Giuseppe
mi presentano come offerta al Padre Celeste. Non sono
l'offerta semplice di ogni bambino, come gli altri che vi
vengono portati; sono l'Offerta per eccellenza, che viene
accolta e gradita dall'Altissimo. Io sono l'Agnellino
Immolato: la mia Carne e il mio Sangue vengono offerti in
riscatto per la salvezza dell'umanità, dato che il Sangue
del Figlio di Dio è il solo che poteva soddisfare, in
pienezza, il Padre Eterno. Solo il Sangue di Dio poteva
essere riscatto e riparazione per il Signore.
Vengo presentato ed offerto mediante la Maternità Santissima
di mia Madre. Il Padre Celeste accoglierà, da lì e sempre,
l'offerta vostra che viene però filtrata dal Sangue divino
e per la Maternità di Maria, che divenendo mia Madre, si fa
Madre di tutta l'umanità, da cui ne ricevete santità e il
frutto per la vita eterna; ne godrete il raccolto per
l'eternità. La vostra vita, assieme al vostro sacrificio,
viene presentata così al Padre, che la riceve, l'ama, la
benedice nello Spirito Santo: essa viene unita al Cielo, è
unita a Me, ed è così Santa.
Lo Spirito Santo benedice, è presente alla mia Presentazione
al Tempio, e il Padre mio ne è compiaciuto. A cosa serve
vivere la consacrazione se non a unire la vostra vita, che
si fa dono nel mio Sangue e per la Maternità di Maria? San
Giuseppe è il primo a vivere questa consacrazione. Egli si
offre, offre la sua vita e la unisce a Cristo Immolato, e
per le mani della sua Sposa, che gli è anche Madre, per
essere aiuto, ricchezza, sostegno alla mia Redenzione.
E Anna e Simeone? Questi profeti hanno vissuto nella
preghiera, nel sacrificio, nella carità; per questo la luce
dello Spirito Santo li irrora e fa dono della Sapienza
divina: fa comprendere loro la luce della mia Persona. Così
voi, se vivete di preghiera, di sacrificio, di carità, voi
sarete rivestiti della luce infusa della Spirito, che vi
arricchisce della conoscenza dei Misteri di Dio. Ti
benedico".
(*) Queste parole Gesù le rivolge anche a chiunque legge
queste Gocce di luce
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18 marzo 2010
"Consacratevi al Cuore di Giuseppe!"
"Quando s'invoca l'aiuto di san Giuseppe, e
ci si affida a Lui, credete che voi venite protetti e
difesi, che Egli si prende cura delle vostre persone e dei
vostri beni. Le sue braccia vi recingono e vi chiudono di
forte protezione più di ogni baluardo; siete così più difesi
da ogni attacco.
Egli vi cura e vi difende così come ha difeso e ha fatto
scudo a Me. É il fedele che vi segue per sempre, è
l'obbediente che compie il suo aiuto, il suo soccorso su
tutti quelli che Dio gli affida. Consacratevi al Cuore di
Giuseppe, così come vi è chiesta la consacrazione al Cuore
di Gesù e di Maria, consacratevi al suo; Egli vi fa
assorbire e nutrire dei sentimenti del suo Cuore, delle
virtù che ha vissuto, che sono: la verità, l'umiltà, la
carità, la trasparenza, la purezza…, sono infinite le sue
virtù. Anch'Io, sin da piccolo, rimanevo a rimirare mio
padre Giuseppe e, incantato e stupito, lo seguivo, godendo
di Giuseppe, della sua laboriosità, della sua onestà, della
sua profonda preghiera, della sua bontà, della sua unione
con il Padre Celeste.
Quante volte Lo chiamavo, e mio Padre Giuseppe era sempre
pronto a risponderMi, ad aprire le sue braccia. Quante volte
si è posto a difesa della mia Persona, a rischio della sua
vita. Come è stato sollecito e premuroso, mai stanco e
sempre paziente come maestro buono nell'insegnarMi il
lavoro.
Pochi sanno però che San Giuseppe era un profondo
conoscitore delle Scritture, un sapiente, che era visitato
da sogni come l'antico Giuseppe, e godeva di visioni
celesti. Venuto a conoscenza della mia Venuta divina, di ciò
che sono, si pone. con Maria, nell'offerta al Tempio per
donare sé stesso. Fa offerta della sua vita per essere
aiuto, sostegno, ricchezza alla mia Opera. San Giuseppe
offre tutto di Sé, nulla trattiene, anche la lunga malattia
e l'agonia è offerta al Padre Santissimo perché fosse unita
alla mia Redenzione.
Sapeste quale mezzo di salvezza è stato Giuseppe! Ha dato la
sua vita e si è cancellato per far sì che Io fossi accolto,
amato, vissuto. In Cielo ancora San Giuseppe è così umile,
rimane confuso di tanta attenzione, di tanta rilevanza, di
cui il Dio Creatore, il Dio Figlio nella sua Umanità, il Dio
Spirito rivolge a Lui e lo innalza. Quando la mia bocca
proclama "Giuseppe", ne gioisco dopo il Nome di "Maria"; la
mia bocca si riempie e ne gode. Tutte le anime Beate, i
Santi, gli Angeli nel Cielo, al nome "Giuseppe" sorridono e
gioiscono, s'inchinano, ed Io ne godo.
Le virtù di Giuseppe sono come cespugli di fiori dei
svariati colori, così belli e profumati che circondano il
mio Trono. Amate Giuseppe! Io vado nella ricerca dei figli
che mi amano e desidero trovare in loro il Cuore di mio
Padre Giuseppe. Ti benedico".
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19 marzo 2010
"San Giuseppe non sposò Maria in età avanzata,
ma nella sua pienezza giovanile, da giovane forte e anche di
bello aspetto"
"Il nome di Giuseppe si eleva dalla Chiesa al Cielo. Il nome
di "Giuseppe, Giuseppe!" riecheggia in Paradiso, ed il mio
Cuore se ne rallegra, dato che Egli mi ha rallegrato nella
vita. San Giuseppe è segno della paternità di Dio, e come mai
il Signore sceglie Lui? É il predestinato per questa
missione. Nasce per quest'Opera, e Giuseppe l'abbraccia e la
corrisponde pienamente.
Sin d bambino è generoso, laborioso, umile, di profonda
preghiera, e la sua purezza ha incantato Dio. Sin da
fanciullo si consacra al Padre Celeste, offrendo la sua
purezza per l'intera vita, e Giuseppe sarà sempre Vergine,
in cui il candore è trasparenza, bianco come il giglio per
tutta la sua esistenza.
Oggi, in un tempo in cui la virilità dell'uomo viene
ostentata e vissuta nella lussuria e nei peccati della
carne, il Padre Eterno pone in rilievo e dà esaltazione alla
purezza di Giuseppe, che è virile nella fortezza delle
tentazioni, nelle battaglie tutte vinte, nell'ubbidienza al
voto fatto.
Quante offese salgono al Cielo e attaccano la sua purezza,
la sua castità! Quante chiacchiere feriscono oggi la sua
unione santa con Maria o a presunte precedenti unioni. San
Giuseppe non sposò Maria in età avanzata, ma nella sua
pienezza giovanile, da giovane forte e anche di bell'aspetto
e, pur corrispondendo al suo voto, egli si trova per le
disposizioni divine e per gli eventi disposti dal Signore,
mediante segni e prodigi celesti ad accogliere la Volontà di
Dio nel suo matrimonio con la Madonna. Entrambi, in segreto,
si sono dati a Dio, e in segreto si confidano la loro
decisione,la scelta fatta e il desiderio di vivere, fino in
fondo, la purezza, ed entrambi accolgono.
San Giuseppe amerà la Madonna di un amore che si eleva e
vive nelle altezze dello Spirito. Egli darà la vita per il
suo Signore.
Oggi dove rivive più la paternità, e quanto, anche in
passato, è stata mancante questa figura nella famiglia del
padre. Si è padre quando ci si rispecchia nella Paternità di
Dio, nell'orazione profonda e la Santa Parola vissuta. Iddio
vi dona di Sé per essere padre, e vi dice,per aiutarvi:
"Guardate e imitate Giuseppe, che porta in Sé riflessa la mia
Paternità. San Giuseppe è Capo famiglia,ma non per
assoggettare, per avere primato, ma per accogliere in Sé la
responsabilità, per porsi al servizio. Si pone alla difesa,
alla protezione, si fa custode di coloro che l'Altissimo gli
affida, pronto a dare la vita, e l'ha donata ogni giorno
per la sua Famiglia.
Andate a Giuseppe, non rimarrete delusi. Date a Lui e non
sarete tristi, sconsolati. Giuseppe rallegra il cuore, e come
il Signore Dio se ne compiace e dice di Lui: "É cosa buona!"
Chi si affida a Lui, da Lui riceve e ne fa parte, e sarete
esauditi. Ti benedico".
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5 novembre 2010
"Affidatevi a San Giuseppe!
Chiedete a Lui, che è
stato l'Amministratore saggio ed avveduto"
"Mia piccola Maria, nasce per te una nuova
primavera. Nel Vangelo oggi richiamo ad essere buoni
amministratori, saggi ed avveduti, che sanno saper
fruttificare i beni che il Padrone ha loro affidato. Gli
amministratori siete voi, figli miei, a cui sono stati
riversati i talenti che Iddio, il Padre, vi ha donato. Siete
responsabili di ogni cosa di cui siete ed avete, dato che
tutto è dono: la persona con i suoi meriti, il lavoro, la
posizione, i figli, i beni, il sacerdozio e la vigna di cui
è affidatario … Di tutto siete responsabili poiché ciò che
avete è un prestito che dovrete restituire; nulla vi rimane,
persino il battito del cuore, il respiro, il pensiero: solo
l'anima rimane e potrà tornare ad unirsi nella gloria a
tutto ciò, se ha lavorato, se ha fatto crescere, se c'è
stato raccolto dei frutti dai talenti ricevuti. Voi dite:
"Signore, molti sono però gli amministratori malvagi, non li
vedi?". Io tutto vedo e scruto, vedo gli amministratori
buoni e i malvagi che gettano i miei doni sotto le zampe dei
porci che li calpestano nel fango; ma non ragiono secondo
gli schemi del vostro tempo. Voi ragionate secondo i limiti
dei vostri anni che vi appaiono così lunghi: mentre tu
scrivi, Io vedo la vita umana nella durata di un istante e
cerco in questo poco di tempo di aiutare anche i figli
malvagi a redimersi, a trarre il meglio di sé, di ciò che
hanno ricevuto, per santificare. Non fate voi lo stesso con
i figli vostri e che: se avete un figlio, pur malvagio,
cercate di aiutarlo, di indirizzare in tanto male vissuto
verso il bene? Quando poi, terminato il tempo e cessata ogni
speranza di cambiamento, quando la Misericordia non è stata
accolta, esaurito il tempo di ogni misericordia a cui non si
è voluto ricorrere, si giunge dinanzi al Giudizio, e bisogna
dar conto del proprio operato, della responsabilità
dell'amministrazione della vocazione data; e se, non sono
stati vissuti questi doni, se non fruttificati i beni, Io
non vi riconoscerò. Questi beni, arricchiti e nobilitati da
Me, servono per rendervi l'anima a mia immagine e
somiglianza, ad essere figlio nella totalità del suo essere,
ad esser colmato delle mie ricchezze che formano, timbrano
la mia immagine sicché, bussando alla mia porta, non siete
sconosciuti: Io vi riconoscerò! Non siete estranei, ma parte
di Me, e la porta mia verrà aperta.
Affidatevi a San Giuseppe! Chiedete a Lui, che è stato
l'Amministratore saggio ed avveduto che, come nessuno, ha
saputo amministrare così preziosamente e virtuosamente i
doni eccelsi che l'Altissimo Signore gli ha dato. Egli
aiuterà voi a vivere da amministratori buoni, qualsiasi sia
lo stato, il lavoro, la vocazione che vivete. Venite,
figlioli miei, siate amministratori fedeli del Signore! Ti
benedico".
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28 novembre 2010
"E poi aggrappatevi anche a Giuseppe!"
"Mia piccola Maria. Sì che sono Io ! Oggi
la Chiesa vi richiama, nel primo giorno dell'Avvento, al
tempo storico dell'Incarnazione di Dio nell'umanità, e vi
richiama in essa ad un Avvento che è un tempo di attesa
nell'incontro di Cristo che vuole venire ad incarnarsi in
ogni uomo. Tutti incontrerete Dio nel Giudizio, e sarà la
visione faccia a faccia di Colui che si rivela per qual che
è nella sua divinità senza più veli; e sarà incontro di
esultanza, di gioia, di trepidazione e d'infinita pace per
chi ha vissuto l'attesa dell'Avvento nella vita, nella
ricerca di Dio nella fede, di un Dio che è ancora nascosto,
coperto, da cercare, ma si desidera e che nella fede qui in
terra si rivela e vi aiuta a percorrere la distanza che vi
conduce all'incontro celestiale in cui ci sarà questa
fusione, questa Incarnazione totale.
L'attesa, l'Avvento che dura tutta l'esistenza, è un tempo
che corrobora la pazienza, la speranza, rafforza la fede. Ed
essa vi forma quell'Arca di cui parla la Parola stasera che,
stipulata nella Volontà di Dio e da Lui abitata e benedetta,
affronta anche il diluvio, come Noè, le intemperie e i
flutti impetuosi delle correnti dell'esistenza per giungere
sino alla meta finale, a quell'incontro: al porto del
Giudizio dinanzi al Giudice Supremo. Quest'attesa è temprata
anche da dolori e dalla sofferenza, ma è essa che vi svela,
nel cammino del suo viaggio, la sua verità e il merito che
permette che se ne conseguano, e prepara a svelare il Volto
di Dio per sempre. Se ciò vi spaventa, e vi sembra un
itinerario troppo arduo e gravoso, figli miei, aggrappatevi
alla Creatura che ha vissuto l'Avvento in modo partecipato
totale sì da dare Carne al Figlio di Dio nella storia ed è
Maria, e poi aggrappatevi anche a Giuseppe. Seguiteli,
passate sulle loro stesse orme: Essi vi insegneranno
l'adorazione, la preghiera, il silenzio, l'amore che vi
permette di vedere continuamente nella luce della fede; e fa
sì che essa vi aiuti a giungere alla piccola Capanna e
godere di Dio che nasce. La Madre Santissima e San Giuseppe
vi aiuteranno a farvi voi stessi quella Capanna dove, nella
loro povertà, Cristo può incarnarsi e nascere.
Se avrete partecipato all'Avvento, voi potrete giungere al
Giudizio e potrete così esser disposti e pronti ad
accogliere il Signore. L'Incarnazione sarà allora piena e
totale: faccia a faccia, sguardo nello sguardo, cuore a
cuore, spirito nello Spirito, per vivere di un Avvento che
non è più attesa ma certezza concreta che vive in eterno. Ti
benedico".
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10 dicembre 2010
"Maria e Giuseppe sono in cammino…"
"Mia piccola Maria, tu scrivi ciò che senti
dire nel cuore! Io sono la Luce del mondo, sono venuto per
portare il chiarore all'oscurità della terra, perché in essa
prendesse forza e senso il suo vivere. Io sono la Luce che
illumina l'anima, e in Me, tanto più si unisce
all'adorazione di Me, in Me si fonde: essa acquisisce
conoscenza alla Verità, Sapienza divina, sa guardarsi e
riconoscersi per quel che è, e renderne lode e grazie al
Signore.
Maria e Giuseppe sono in cammino. Guardano verso la luce
della cometa e portano in loro la Luce, che però è celata e
nascosta nel Grembo e nel Cuore. Essi la portano alla
Nascita perché venga rivelata, si faccia concreta e
manifesta per tutti. Ponetevi in cammino con loro per
giungere dinanzi al divino Bambino! E tanto più vi ponete in
sua adorazione tanto più ne venite illuminati: riceverete la
sua Luce, e vi farete candele accese che ovunque di Lui
portano significato. Per avere gli occhi e vedere e
riconoscere la Luce, per saper ascoltare l'invito del
Signore che chiama, ci vuole la povertà di sé, il silenzio e
l'umiltà che la Capanna di Betlemme vi indica e insegna.
Solo chi vive di questo cuore sa porsi in adorazione e
ricevere Luce.
Molti hanno perso gli occhi e sono ciechi per i peccati e
sordi per il male, e in più non vogliono recepire vista e
udito per accogliere la Luce. Voi dite: "Signore, ci
vogliono segni grandiosi, portentosi…!". Io vi dico:
"Verranno anch'essi!". Eppure molti dinanzi ad essi diranno:
"…Sono fenomeni naturali a noi ancora sconosciuti, oppure
sono mistificazioni". E non si pongono in preghiera alla
ricerca della Verità, perché la riceverebbero, avrebbero
risposta. Così come dice il Vangelo stasera: "Abbiamo
suonato il flauto e non avete ballato. Abbiamo cantato un
lamento e non avete pianto". Sia che si indichi loro il
cammino della penitenza, o la gioia e la letizia, essi si
scandalizzeranno: non vogliono la Luce! Ma voi, figli miei,
andate avanti, non guardate a chi non crede o a chi crede;
proseguite, senza fermarvi, verso la Luce e Iddio stesso vi
irradierà di Sé, vi farà torce accese, che illumineranno
tanta cecità. Ti benedico".
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12 dicembre 2010
"Maria e Giuseppe, nel pur faticoso e doloroso
viaggio verso Betlemme,
hanno tempi di pausa e ristoro"
"Oggi la Chiesa vi richiama alla letizia,
alla gioia, a fare pausa, perché il vostro cuore, la vostra
anima, si ristori nella contemplazione delle cose di Dio,
che nella speranza già pregusta l'incontro con Cristo, al
cui cammino si fa in ogni passo speranza, che diviene
certezza, che la concretizza e avvicina l'incontro con Me.
Dà così senso e motivazione al vostro peregrinare,
significato alla vostra esistenza e alla fatica del vostro
percorso.
Maria e Giuseppe, nel pur faticoso e doloroso viaggio verso
Betlemme, hanno tempi di pausa e ristoro, e particolarmente
in un giorno: essi, dopo il ristoro e il riposo, s'innalzano
nel loro dialogo e nella loro preghiera a Dio; e l'orazione
si fa così alta da surriscaldare i cuori. Essi si domandano
come avverrà la Nascita, come sarà l'incontro, chi e quale
luogo mi avrebbe accolto; ma si abbandonano alla Santa
Volontà del Padre e, fiduciosi, colmi d'amore, si dilettano
al pensiero di Me, si che questo Fuoco si fa concreto e
sensibile da ardere tutt'intorno a loro. Per i meriti di
questo amore, di questa preghiera, viene dato questo Giorno
per far sì che gli erranti, che cercano l'incontro con
Cristo, abbiano riposo. Si rinvigoriscono di speranza, si
allietano del loro andare.
Nel Vangelo vi viene presentata la prigione di Giovanni
Battista, il mio Messaggero, che mi anticipa e mi prepara la
strada nell'incontro, sia nella vita come nel martirio e
nella morte. Egli vive, negli ultimi giorni, il tempo del
suo Getzemani, delle sue tenebre, fomentate dal nemico, sì
che lui, che mi aveva proclamato in pubblico: "Ecco
l'Agnello di Dio!", ora mi manda a dire: "Sei Tu il Messia o
ne deve venire un altro?". Rinvigorito, allietato dalla mia
conferma, Giovanni si abbandona, lieto di dare la sua vita
al Padre, per essermi di sostegno nella Redenzione, ancor
prima che la scure cada sul suo capo. Perché la letizia? É
la sofferenza provata che testimonia la veridicità
dell'amore. Il profeta autentico è colui che, nella pena,
giubila all'amore di Dio: firma con sé stesso la verità di
ciò che dice ed opera.
Figli miei, rinvigorite la membra fiacche! Fatevi forti, e
gioite nelle pene. Esse sono il passo che conduce, la Luce
che illumina, l'Amore che viene offerto e vi porta a Me. Non
siete nati per rimanere su questa terra, non fermatevi
all'oggi: contemplate nel cammino il ritorno alla vera Vita,
al Regno ove la gioia è perenne e la letizia abbonda, ove la
felicità vi scoppierà nel cuore sì da travasare alla gola e
alla bocca, e traboccarne inni di giubilo, e dirmi:
"Signore, e che mai abbiamo fatto, in che abbiamo dato per
meritare tanto?". Ed Io dirò: "Figli, avete camminato tanto,
mi avete accolto, pur nella pena; ora Io vi rivesto del mio
Amore immenso, che sarà la gioia per voi eterna: mai più ne
avrete a mancare!".
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17 dicembre 2010
"L'elenco della stirpe della mia Genealogia…"
"Mia piccola Maria, ma puoi avere uno spirito cattivo tu…? E
se ciò fosse, come potresti vivere quest'intima vita unitiva
con Me?
Ecco, il percorso dell'Avvento prosegue, e prosegue il
cammino che dalle tenebre della notte, e del suo doloroso
percorso, intravede la luce che, da lontano, già illumina
Betlemme, e si fa più vicina la Nascita del Cristo: il
Signore che nasce alla terra per far sì che la terra nasca
al Cielo. Bisogna però fare il viaggio della vita che, con
il suo penare, lascia l'oscurità del peccato per vivere la
Luce di Dio, per incontrarsi con la sua Nascita e ricevere
la sua Benedizione. Non si può entrare nel Regno senza aver
acquisito la Benedizione del Santissimo Signore e Sovrano.
Stasera che, nel Vangelo, si fa l'elenco della stirpe della
mia Genealogia, essa vi rappresenta e vi elenca Santi e
peccatori, pii e giusti e meno giusti, poiché Cristo nasce
alla storia per essere la Salvezza per tutti, per portare la
Benedizione del Padre e condurre in Cielo. Anche voi siete
chiamati, nella stirpe della vostra genealogia, ad essere
nascita e benedizione, a portare salvezza. In tutte le
famiglie, e pure nella vostra, essa è così composta: di
santi e benedetti, di peccatori, di giusti e ingiusti, e
spesso le conseguenze del peccato, che pur derivano dai
vostri avi, che non sono state riscattate, ricadono sulla
vostra progenie, e così l'alleanza e l'oscurità pattuita con
satana, con i suoi mali, ricadono sui discendenti (*). Voi
tutti potete divenire il segno che ricrea la nuova Nascita e
la benedizione che lava e rigenera da queste conseguenze.
Nella unione con Cristo voi vi fate mia Nascita: voi
ricevete da Me parte della creatività del Padre Celeste e
potete essere generatori di vita nuova. Uniti a Me, al
Cristo, vi fate redentivi: il mio Sangue lava tutte le colpe
e i mali, e si viene sanati. In Cristo voi avrete e
riceverete lo Spirito Santo, che vi santifica e dona una
generazione benedetta. Nella luce acquistata, adoranti nella
Nascita del Divino Bambino, vi fate Nascita per i tanti che,
per mezzo vostro, diverranno di nuovo Benedizione. La
Salvezza e la Benedizione, tramite voi, li renderà atti alla
Nascita al Regno. Ti benedico".
(*) Si tratta di persone che, nel passato, quando erano in
vita, hanno fatto un malefico patto con il demonio
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18 dicembre 2010
"Oh, se gli uomini imitassero Giuseppe!"
"Mia piccola Maria, non te ne prendere
pena, ma cerca di cambiare e di non porti più a giudizio
verso gli altri, ma di sviscerarti, anche se a ragione, con
il tuo Signore. Stasera il cammino dell'Avvento prosegue e
vi pone dinanzi la figura di Giuseppe. É Giuseppe Colui che
precede, che cammina davanti verso Betlemme. É Lui il
Difensore a tutela della Vita di Cristo. Nasce già
predestinato da Dio, che dona a Lui parte della sua
Paternità nel cuore, ed Egli corrisponderà pienamente a tale
dono: nasce in una numerosa famiglia, ma tra i fratelli è
quello che si distingue per l'obbedienza, la laboriosità,
per la preghiera. Fin da fanciullo consacra e offre la sua
purezza a Dio Padre, per ispirazione dello Spirito, e piega,
mortifica sé stesso, per dare valore alla Volontà suprema
del Padre Santissimo. Si sposa Giuseppe nel pieno della sua
virilità e giovane età, ardimentoso e di bello aspetto; ma
ancor più bello e nobile è ciò che traspare dalla sua anima.
Egli amerà la Madonna di un amore intenso e profondo, esente
però da ogni concupiscenza, quell'amore così sconosciuto
dagli uomini, fatto di cuore e di spirito, che supera la
carnalità umana.
È puro Giuseppe poiché niente è impossibile alla Grazia di
Dio. Si dispone a difesa della mia Vita e della sua Sposa:
della mia Gestazione. É Lui che cammina e fa di tutto per
non gravare di ulteriori incombenze la Madre, già così
provata dal peso e dal doloroso cammino, e cerca di non
farla discendere dall'asinello. É Lui che bussa alle porte
per chiedere ospitalità e ne riceve rifiuto, che cerca e si
affanna con fatica per rendere più accogliente e pulita la
stalla di Betlemme, ed è così rammaricato che piange di non
poter offrire niente di più degno per la Nascita del
Signore. É Giuseppe che si unisce alla preghiera, ed è
partecipe all'estasi d'amore di Maria; e con gli Angeli, è
l'unico ad assistere alla Nascita del Divino Bambino, che
passa senza intaccare per offendere la Madre, nella Luce:
dal suo Grembo alle braccia materne.
Giuseppe rimane estasiato e, adorante, ringrazia e loda
Iddio di tanto onore e di tanta responsabilità. Egli vi
risponde nel porsi a servizio e protezione, a tutela e
soccorso.
Giuseppe Mi protegge: nel deserto quante volte si pone Egli
ad ombra; copre la Madre con il suo mantello e si erge
contro il sole, quando non si era trovato altro riparo,
prendendone tutto il calore, perché Io prendessi il latte.
Quanto peregrinare nel cercare il lavoro! E in Egitto quanto
lavoro mal pagato, sfruttato e umiliato, al quale si è
sottoposto, in silenzio, per far sì che non mancasse il
sostentamento. Deriso e bistrattato, pure dai concittadini
di Nazareth, e dai suoi fratelli per la sua mitezza, per la
sua umiltà, per il rispetto e la cura con cui teneva la
Sposa e il Figlio in considerazione, diversamente dagli
altri, che non ne tenevano conto, o spesso battevano le
mogli e i figli.
Giuseppe precorre i tempi, si pone non ad imposizione e
dominio nel suo ruolo, ma ad amoroso servizio, spesso si
vuole caricare delle incombenze della casa poiché sa quanto
è preziosa ed eccelsa la preghiera di Maria! La Madonna,
confusa, richiedeva su di Sé: "Sono Io che devo servirti,
mio Sposo!", e gareggiavano per essere d'aiuto.
Egli si diletta di Me, si ritempra nel guardarmi, e ama
tenermi in braccio e farmi riposare. Quante sere, dopo il
lavoro e prima del riposo Egli, da capofamiglia, si pone
accanto alla Madre, che ha Me in braccio, e mentre prega e
legge brani della Santa Parola, pone su Maria il braccio
sulle spalle, o le prende la mano.
Giuseppe offrirà la sua vita al Signore perché sia di aiuto
e sostegno all'Opera della Redenzione, che presto sarebbe
iniziata con la predicazione; e cerca, nella malattia, di
trattenere e di nascondere il suo dolore che a Me non è
celato.
Io e la Madre mia Lo ameremo e Lo cureremo con sviscerato
amore… e tra le mie braccia Giuseppe esala il suo ultimo
respiro, stringendo la mano della sua Sposa. Le ultime
parole a Lei: "Colomba mia, Colomba Bella, tanto ti ho amato
e ti ringrazio per l'amore che mi hai fatto conoscere verso
il mio Signore". E voltandosi a Me: "Mio Dio, e Figlio del
mio Cuore, per Te ho vissuto e amato!". Ed Io risposi:
"Padre mio, come nessun figlio sulla terra ha amato un
padre, Io ti ho amato!".
Oh, se gli uomini imitassero Giuseppe! Seguitelo, e
scoprirete e vivrete la Nascita di Cristo! Ti benedico".
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24 dicembre 2010
"Io nasco, e solo Giuseppe è l'unico essere umano
che, con gli Angeli, può assistere estasiato a tale
visione"
"Mia piccola Maria, Io vengo a nascere
anche per te. In quella Notte Santa, pur avvenuta la mia
Nascita, molti sono rimasti nelle tenebre, ma poi sono
venuti a Me. La mia Nascita porta il suo frutto, anche se ci
vuole tempo per il raccolto, allora come oggi. Ecco, Io
nasco nella storia e vengo a prendere carne umana, a farmi
Bambino perché gli uomini venissero a rivestirsene, ad
incarnarsi nella mia Carne. Nella stessa mia Carne ho preso
su di Me, con dolore, tutto il peccato umano per lavarlo, e
dare Redenzione; ho fatto ciò che era impossibile: ora tocca
all'uomo fare il possibile per accogliere e prendere in sé
la Carne mia.
In mezzo a questo Natale, che è divenuto solo paganesimo, il
demonio vi acceca: vi rende ciechi con le sue false luci,
che non vi permettono di conoscere ed assimilare queste
verità. Desidero che l'umanità si rivesta di ciò che sono ed
offro nel mio Corpo, per far sì che la materia fisica
dell'uomo si spiritualizzi, si faccia santa e si divinizzi.
Perché i Santi compivano prodigi e miracoli, andavano in
bilocazione e avevano visioni celestiali? Perché Cristo si è
incarnato in loro! Gesù Bambino in essi è nato! La loro
carne si è spiritualizzata, la loro fisicità non è solo
dominata dalle realtà naturali della terra, ma si eleva, si
trasforma, e vive di ciò che non è sondabile dalla ragione;
sono realtà che superano l'uomo! Dio vive in essi, e compie.
Pure voi siete chiamati ad unirvi alla mia Carne e al mio
Sangue, ad essere Me, ad incarnarvi in ciò che sono; e tanto
più vi fondete nella mia Carne tanto più voi partecipate
degli stessi prodigi, perché Io sono vivo in voi!
Nella Notte Santa come avviene la mia Nascita? La Madre
Santissima si racchiude in un'estasi d'amore, fusa nella
visione del Padre Celeste; e in quest'amore, partecipato e
unitivo, Io nasco, oltrepassando le pareti del suo Grembo
materno, senza recarle offesa, senza intaccare la sua
Verginità, poiché Bimbo giunto a maturazione, la cui materia
è infusa di Spirito e vive dei suoi poteri, la materia può
varcare: e passo nella Luce.
Io nasco, e solo Giuseppe è l'unico essere umano che, con
gli Angeli, può assistere estasiato a tale visione. Così
come ancora Io varcherò, nel mio Corpo Risorto, le pareti
della casa per andare dagli Apostoli, passando dentro senza
rompere le mura o varcare la porta. Ugualmente, da Risorto
nei Cieli, ove sempre il mio Corpo vive, Io vengo e nasco
negli elementi fisici del pane e del vino per farmi
nuovamente Carne e Sangue per mezzo dello Spirito, dato che
la materia si trasforma in Dio, che la usa, e ne mantiene
l'essenza di ciò che è, Cristo Signore. Niente gli è
impossibile! Nell'Eucaristia ancora vengo a dare Carne,
nutrendo il mio popolo, per far sì che gli uomini si cibino
e si incarnino in Me, ricevendo così nella loro materiale
fisicità il cambiamento di un corpo che in Me si
spiritualizza e si fa divino. Come fare se non venendo alla
santa Capanna, se non venendo in adorazione? E, giunti dal
divino Bambino, ponendosi nelle condizioni che permettono
l'incontro, la nascita e l'unione che sono: l'umiltà, il
silenzio e la povertà. Queste sono le disposizioni che il
Signore è, e gradisce. Venite dal divino Bambino! Ponetevi
in ginocchio e ditegli: "Ti chiediamo perdono per i nostri
peccati!". Io vi dico che alzerò la mani per darvi una
carezza e benedirvi. Venite, vi attendo! Sono nato per tutti
voi".
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26 dicembre 2010
"Oggi la Chiesa celebra la Sacra famiglia"
"Mia piccola Maria, oggi la Chiesa celebra
la Sacra famiglia. É mia parola che tu rivedrai l'intera
famiglia riunita intorno a te, e soprattutto la vedrai
riunita intorno a Me. Questa tua sofferenza è rigeneratrice
per loro: è dolore che li fa rinascere in Me.
La Chiesa ricorda e celebra la Santa Famiglia che, dalla
gioia adoratrice della mia Nascita, si trova già nel dolore
e nella mestizia della persecuzione e della fuga; e in quei
tempi la fuga dai centri abitati, da soli, era rischiare la
vita, andare incontro alla morte, particolarmente se si
attraversava il deserto. Eppure essi si abbandonano
completamente, fiduciosi, alla Volontà Santissima del Padre
Celeste. In tutte le traversie, le sofferenze, la povertà e
le persecuzioni, che dovranno affrontare, cosa ha dato forza
se non l'amore adorante al Padre Santissimo e l'amore
partecipato tra di loro, e poi le virtù e i sentimenti
santi, di cui parla la Santa Parola: la tenerezza, la
riservatezza, il mutuo servizio, vissuto nella loro
pienezza? É questo amore che sovrasta e si erge su tutto;
che ama e dona e ricopre ogni affanno.
In Cielo i baùli si aprono e non si contengono; travasano
amore quelli della Santa Famiglia: amore a Dio, amore tra di
loro, amore per gli uomini, che ha generato continuamente
vita.
Oggi Io guardo la famiglia e piango: …così malata, divisa,
offesa, dissacrata…! Dov'è quell'eroismo dei tempi passati
quando si lottava, pur nel martirio, per mantenere e far
maggiorare l'amore quando più il fuoco si andava spegnendo?
Oggi per così poco tutto decade: non si combatte, e ogni
sciocchezza è mezzo di divisione. Il Sacramento della
famiglia vive in funzione dell'amore e spesso questo amore è
già dissacrato e diviso, pur stando insieme nelle case per
altre ragioni umane, ma che più non sussiste poiché esso non
è più alimentato da Dio, dalla preghiera, dalla carità; e
l'uomo, pur nelle buone intenzioni, senza Dio, finisce e
decade nei suoi istinti e nel suo egoismo.
La famiglia è l'origine della vita, e se vive di questo
amore, la sua radice è sana, e alimenta e cresce nella sua
progenie, nella sua salute; ma se c'è odio, violenza,
durezza, prevaricazione, la radice sarà malata e, di
conseguenza, la progenie crescerà malata. Solo nell'incontro
di nuovo con il Signore, nel percorso del suo amore,
ritroverà salute e unione, rigenerazione di una famiglia
nuova, una discendenza che si fa benedetta.
Non c'è aiuto alla famiglia! Essa è spesso abbandonata a sé,
la si carica di pesi, e quando essa vive il tempo della
croce, della prova, nella crisi, ed è più debole, viene
spesso lasciata così sola. Le si danno le direttive a
livello teorico, ma non c'è aiuto vero, soccorso nello
spirito, mediante una forte preghiera, una carità
sacramentale offerta per essa, un aiuto concreto, che si fa
fattivo e presente: …quante ne verrebbero salvate! E quando
la famiglia si divide o crolla, e una delle parti è
innocente e soffre, rimanendo fedele al Sacramento e al
soccorso dei figli, che cerca di mantenere l'amore
alimentato da Me: questi sono i miei martiri, i miei eroi.
Io dico: "Dinanzi al mio sguardo la loro famiglia è presente
e vive, ed è ancor più meritoria e santa, dato che in essa
vive l'amore della mia Croce, che diviene ulteriormente
portatrice e generatrice di vita, se offerta a Cristo, a
Me!".
Verranno i nuovi tempi in cui ci sarà la rinascita
dell'umanità nei suoi vari aspetti; nella Chiesa, nel
sacerdozio e così nella famiglia, quando si verrà preparati
in modo autentico ad essa, formati al Sacramento, che va
vissuto nell'amore di Dio, con l'orazione, l'adorazione, la
formazione per una famiglia in cui si ripercorreranno i
sentimenti vissuti nella Santa Famiglia di Nazareth. Ti
benedico".
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29 dicembre 2010
"Consacrate i figli, le creature che voi desiderate:
ponete nel Cuore della Madre! Affidate a Giuseppe!"
"Mia piccola Maria, tutti coloro che
ricevono in stato di grazia l'Eucaristia sono presenti
dinanzi al Padre Santissimo, e ne ricevono la benedizione.
Stasera, nel Vangelo, voi ricordate la mia Presentazione al
Tempio. L'Offerta Santissima, l'unica degna e accolta
dall'Altissimo, che riconcilia e dà pace e Alleanza Nuova
tra Dio e l'umanità: un Bimbo piccolo e tenero, e già
presentato nelle Profezie bagnato di Sangue, di quel Sangue
che riaprirà le porte alla vita di Grazia all'uomo; e quali
mani e Cuore più puro della Madre, di Maria, poteva offrirlo
e presentarlo al Padre? Chi più degno, per donare al Supremo
Signore, unitamente a Giuseppe, se non la Madre mia, che
insieme offrono sé stessi, in unione al divino Bambino, per
la Redenzione dell'Umanità e per il riscatto e la
liberazione, che possa essere gradita e amata dal Padre?
Attraverso di Me, attraverso questa Offerta, voi stessi vi
potete fare offerta, che si fa santa, e può così essere
accolta dal Cielo.
Voi siete, figli miei, le vostre anime, dei diamanti belli
creati da Dio, ma grezzi, impuri, pieni di ombre; e perché
la vostra anima possa essere accolta deve divenire perfetta
e pura: una gemma risplendente. Nel giorno della
Presentazione al Tempio vi viene ricordata la consacrazione
al Cuore di Maria: ripercorrere le tappe di Cristo che, come
Me, mediante il Cuore della Madre, si offre al Padre. Così
voi, mediante il Cuore della Vergine Santissima, vi
consacrate a Lei, che vi offre a Dio. Nel suo Cuore vi
farete gemme purificate, diamanti in cui, in ogni
sfaccettatura, il Signore Iddio, alla vostra presentazione,
vi attraversa completamente nella sua Luce.
La Madonna si prenderà cura di voi e, pregando con Lei, Ella
vi prende per mano e vi plasma alle virtù del suo Cuore:
alla vita unitiva, al Santissimo Sacrificio dell'Agnello
divino, nel Sangue suo e della propria sofferenza, dato che
Esso lava, vi fa belli, vi dà valore, vi rende meritori. La
Madre farà di tutto, per l'intera esistenza, per rendervi
tali: diamanti finissimi. Consacrate i figli, le creature
che voi desiderate: ponete nel Cuore della Madre! Affidate a
Giuseppe! Consacrate a Lei, che nel tempo vi aiuta, nella
nascita alla Grazia, che vi rende atti ad essere offerta
santa, degna da presentare, ad esser dono a Dio. In questo
stato di beltà e purezza voi venite uniti all'Offerta del
divino Agnello, che vi rende così redentivi: vi fate aiuto
per le anime dei fratelli, per condurli alla Madre e al
Padre, perché possano divenire anch'essi offerta degna e
santa. Ti benedico".
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