Gocce di luce: Gesù parla ad un'anima

       
       

Dicembre 2010

"Ancora tornerò sulla terra per proclamare che il Signore è presente, è vivo"

 

 

Ave Maria!

 

1 dicembre 2010
"Io vedo tante nudità e tante fami nello spirito…"

"Mia piccola Maria, non credi che Io compierò tutto ciò che ti ho detto? Sembra che la luce non nasca quando si è all'imbrunire, e poi si fa notte inoltrata; giunge però di nuovo il sole all'aurora del dì. Sembra che l'oscurità tutto ricopra, ma poi giunge di nuovo il giorno.

Stasera nella Celebrazione voi ricordate il cammino dell'Avvento, che prosegue, e il suo percorso conduce l'uomo alla sua guarigione, che si fa completa. Ai miei tempi mi portavano ogni sorta di malati: ciechi, storpi, sordi… ed Io li sanavo; ma, mentre erano in cammino con Me, cadevano e svenivano sfiniti per la fame; ed Io molto avevo compassione di questo mio popolo, sicché li ho nutriti, moltiplicando per essi pani per sfamare una moltitudine. Ancora oggi ho compassione dei miei figli, che decadono per la strada dell'esistenza che conduce al Regno per raggiungerlo, ma non si nutrono! Hanno bisogno del mio Pane, della mia Eucaristia, che Io moltiplico per ogni vita, per tutte le generazioni, per ogni esistenza umana. E chi si nutre di Me non teme: egli porta le mie cellule, che rigenerano, e tramite il mio Pane si fa portatore che continua la mia Vita. Per chi si nutre ed ha fede in modo autentico di Cristo, pur se malato nelle membra, guardate il suo sguardo: non teme, ha speranza. Invece per chi non ha fede e non si nutre di Me, la malattia si fa spesso disperazione, un tormento che non ha speranza: povero figlio!

Figli miei, l'uomo che cammina con Me, nel suo viaggio acquista, va verso la guarigione, che non è solo quella che voi credete, nel fisico; la guarigione che Dio attua è nell'intimo, nell'interezza dell'essere, dell'anima, dello spirito, della psiche, per far sì che un giorno, uniti pure alle proprie membra, si fa uomo nuovo, risorto e sano per l'eternità. Voi gridate allo scandalo dinanzi alla fame dello stomaco e alla sua fine, alla povertà della gente che viene abbandonata, e fate bene. Io vedo tante nudità e tante fami nello spirito ancor più gravi, che gridano a Me, che implorano il Pane mio per non morire. Ma per non subire questa morte c'è bisogno della volontà della persona; così vasto è il numero delle anime che si sono fatte moribonde e decadono perché non hanno più forza per camminare. Fatevi voi, figli, mio Pane che, incontrandovi, si nutrono un poco di voi, e le mie cellule vadano a portare nuova vita a queste anime che sono agonizzanti: le aiuterete a ricevere nuova linfa vitale e riprendere la via, il percorso dell'Avvento, per giungere al Banchetto celeste ove c'è ogni prelibatezza, ogni squisitezza: ove tutto è completo e bastante, e ogni fame saziata, e dove Io stesso mi porrò a servirvi. Ti benedico".

 


3 dicembre 2010
"L'intero mondo è divenuto terra di missione"

"Stasera voi celebrate San Francesco Saverio. Quanto ha per Me camminato e penato per portare il mio Insegnamento e la mia Verità in paesi lontani, perché gli uomini potessero conoscere e vivere la Grazia di Dio! Oggi in lui voi ricordate i missionari e la loro opera; e cosa fanno i missionari, e qual è il loro compito se non portare la Luce, primi nei luoghi oscuri in cui le tenebre ancora invadono e non Mi conoscono? Essi sono i soldati in prima linea, i miei eroi, figli arditi, che affrontano, a discapito della vita, per spezzare confini mai oltrepassati, argini mai valicati. Sono simili agli speleologi che accedono, per primi, alla scoperta negli anfratti più oscuri, nelle caverne sconosciute, per portare luce della conoscenza; quella Luce che viene testimoniata con la Parola e con l'operato, con la preghiera, sino a dare la vita. Quanti luoghi lontani sono stati spesso segnati dal sacrificio del loro sangue, che è ancora lì vivo, che feconda e rende fertile la terra di missione!

Questi soldati in prima linea hanno bisogno di approvvigionamenti, di mezzi, delle ricariche in aiuto spirituale e materiale mentre; m nonostante la prima ammirazione generale, sono lasciati a sé stessi e alla sola speranza della Provvidenza di Dio. Spesso, quand'anche questi mezzi, questi beni, vengano offerti, la corruzione li ferma a sé, e non vengono dati. Quale responsabilità presso di Me per il pane mancato ai miei figli, per l'operato bloccato e rallentato di quei miei soldati che, per soccorrere e sfamare il popolo, molto ad esso devono dedicarsi e tralasciare l'opera di catechesi e di annuncio!

La mia voce e la mia conoscenza ha quasi raggiunto tutti i Paesi, ma sono rimaste zone oscure perché non è data, non è permessa la possibilità di conoscere il Vangelo e la Verità. Anche le vostre terre si sono fatte terre di missione poiché vive il paganesimo, ma... dove sono gli arditi? Figli miei, sono così pochi! I più sono dimentichi e superficiali; per questo chiedo a voi, che mi amate che, con la preghiera e le lacrime, per quel che potete, intercedete e implorate la Provvidenza di Dio, che porti luce in ogni luogo, dato che l'intero mondo è divenuto terra di missione".

 


4 dicembre 2010
"Pure a voi è richiesta, figli miei, un'esistenza più modesta, più austera"

"Mia piccola Maria, sì che andrai a confessarti! E proprio questa sera la Santa Parola richiama alla Confessione, al lavaggio dei propri peccati per l'incontro con il Signore in questo tempo di Avvento.

San Giovanni Battista richiama alla conversione: "Convertitevi! Convertitevi! Cambiate vita, lavatevi dai vostri peccati!". E le folle vanno a lavarsi nel Giordano per un battesimo di penitenza. Giungerà poi il mio Battesimo in Spirito e Fuoco; ma l'uomo, anche avendolo ricevuto, avrà bisogno di un continuo lavaggio, di una continua purificazione finché l'anima sua sia pura, intatta da macchie di peccato per il suo incontro con Dio. Non si può andare dinanzi al Signore se non puliti, rivestiti delle sante virtù, profumati di carità, senza peccato, perché, figli miei, il peccato è nauseabondo: il suo odore è così sgradevole da non potergli stare accanto. Il male vi ricopre di oscurità e di sporco; voi non lo vedete, non lo sentite, ma ciò è presente al mio sguardo, e non si può, dinanzi alla Santissimo Tre volte Santo che è l'Altissimo Signore, venire indegni a tanta bellezza! Vi dovete fare simili alla Capanna di Betlemme che, pur nella sua povertà, nella sua semplicità, è pulita: è stata ripulita e profuma di adorazione, e Dio vi nasce. É in questa situazione di pulitura e adorazione che il Signore Dio può venire anche all'anima vostra: nascere e vivere.

La Confessione è il lavaggio che vi lava dai peccati, ma anche che vi conduce a un cambiamento profondo di vita, in una conversione che è continua e che vi è di purificazione. Oltre ai Santi Sacramenti, per far sì che si viva la conversione, c'è bisogno di penitenza e mortificazione di cui Giovanni rappresenta l'emblema per eccellenza. Egli vive su di sé l'austerità e il rigore, una penitenza provata, per indicare ai fratelli la via che conduce al Cielo; ed egli stesso si fa lavaggio, con la sua offerta di vita donata a Dio, dei peccati altrui. Pure a voi è richiesta, figli miei, un'esistenza più modesta, più austera, più rigorosa con voi stessi, in una mortificazione che si fa dono e purificazione; ciò vi aiuta a rendere degna l'anima vostra dell'incontro con Dio; vi fa figli belli, regali, nobili, degni che il Signore venga e nasca, e ritrovi nella casa della vostra anima l'ossigeno puro che Egli ha creato nel suo Alito santo. Ti benedico".

 


6 dicembre 2010
"Quando voi date tutto, e nulla trattenete, l'alito stesso trasmette l'ossigeno di Dio"

"Mia piccola Maria, l'attesa sembra lunga, eppure ciò che attendi è già compiuto ai miei occhi, il tempo si è già attuato. Questa attesa tempra la tua speranza e la tua fede. Il cammino dell'Avvento continua, e Maria e Giuseppe proseguono la strada, pur nel profondo della notte e tra percorsi e vie impervie, guardando fisso alla luce della stella cometa, che li guida. Maria è tutta unita e incentrata intimamente al colloquio continuo con Me, che sono nel Grembo, e a Lei rispondo; mentre Giuseppe prega, verso il Cielo, il Padre Celeste e assistendo la Santissima Madre. Io riposo e mi diletto nelle Acque della Madre mia, e mi unisco alla loro preghiera.

Un'altra tappa nell'Avvento, dopo l'attesa perseverante nella conversione e nella penitenza che annuncia Giovanni, è la carità, la generosità, l'intimità con Dio, di cui viene espressa particolarmente stasera nella figura di San Nicola, che di tutto si è fatto dono nella sua magnanimità, nella persona, nel tempo, nel cuore. Egli si fa dono per il Signore e per i fratelli; diviene un dono di carità perché la carità nasca sempre in mezzo agli uomini.

E cosa ricordate stasera nel Vangelo, nel paralitico portato a Me, scoperchiando il tetto della casa, se non la generosità? La carità dei fratelli che, ardimentosi, generosi e pietosi per la necessità del fratello, scoperchiano il tetto e lo calano perché egli si incontri con il mio sguardo e riceva così guarigione e salvezza. Cosa è questo scoperchiare il tetto se non lo scoprire, aprire voi stessi? É l'apertura del vostro cuore e delle vostre viscere, per far sì che si spalanchi la profondità, nell'intensità dell'incontro con Dio; e nel suo incontro e nella fusione con Lui la vostra guarigione: accogliete la Salvezza, e vi fate voi stessi, ricevendo l'amore di Dio, sanità. Vi fate dono per i fratelli e per la gloria del Padre, segno e nascita di Cristo nel mondo. Quando voi date tutto e nulla trattenete, l'alito stesso trasmette l'ossigeno di Dio. Ti benedico".

 


8 dicembre 2010
"E cosa è l'Immacolata Concezione?"

"Mia piccola Maria, non t'abbattere! Realmente Io ci sono nella tua storia: sono sempre presente. Sembra che le mura decadono, eppure Io sono là ad aiutarti a costruire anche la tua casa. I tuoi figli non ascoltano e così gli altri della tua famiglia, ma è un frutto che sta maturando e giunge il tempo della sua piena maturazione per essere colto ed essere di nutrimento.

Oggi voi celebrate l'Immacolata Concezione. E cosa è l'Immacolata Concezione se non la "Trasparenza perfetta di Dio", esente da ogni ombra e difetto, che ricopre e riveste Maria in tutta la sua pienezza, e più di qualsiasi creatura, in cui la possa contenere? Cosa è l'immacolata Concezione se non le "Acque della Maternità creatrice del Padre", che su di Lei si riversano e da cui si dipartono, poiché Creatura così Immacolata e Pura, e nelle cui acque la Fiamma dello Spirito si accende e dà vita? Si accende e accresce, e mai si è spenta. Fiamma che viene in queste Acque e nella cui trasparenza vive lo Spirito. Iddio si riversa e dona a Maria la sua Potenza creatrice sì da poter dare, in Lei, vita a Dio stesso nella Seconda Persona della Santissima Trinità, e dare vita ai suoi figli, vita ai cristiani (*).

In questo tempo vi viene data, nel percorso dell'Avvento, la festa dell'Immacolata per ricordarvi che altra tappa fondamentale è andare dalla Madre Santissima: è immergersi nelle sue Acque, è amare e vivere con Lei perché voi possiate conoscere, possedere, adorare la Santa Nascita di Cristo. E da chi andare, se non dalla Madonna, che ne ha dato vita, che ha dato Carne e Sangue, che ha reso concreto, tangibile, fisico, vero, sulla terra l'Evento della Nascita della sua Umanità? Da chi se non da Lei voi potete, entrando nelle sue Acque Immacolate, avere Sapienza, e venire seguiti, educati alla profonda intimità d'amore, al possesso e vita con il Signore Gesù? Se il Signore Iddio ha preso Carne nel suo Grembo, e in Lei Nascita nel parto, quanto più ogni creatura deve rivivere le tappe sue per avere una nascita in Lui e crescita al Regno!
Non si può accedere al Cielo se non c'è vita con la Madonna: non si entra se non si è concepiti, nutriti, formati e partoriti; se non si passa attraverso la porta del suo Grembo per accedere alla porta del Paradiso, perché così ha voluto Dio. Pure le creature di altre fedi, se non in questa terra, dovranno dare la loro adesione, tuffandosi nella Divina Maternità creatrice, nella sua Immacolata Concezione, per essere segnati e formati a mia Immagine per poter entrare nel Regno dei Cieli.

Per questo, figli miei, amate la Madonna, amatela molto! Non credete a chi vi dice che ciò toglie a Me, toglie al mio amore, alla mia gloria. La Madre Santissima non prende, non trattiene a Sé; ma Ella questo amore lo fa maggiorare, triplicare nel mio. Io vi dico di amare la Madre mia! Chi ama Lei, molto ama Me: nell'amore suo entra la santità e la perfezione al mio. I Santi quanto più hanno amato la Madonna tanto più mi hanno seguito e si sono innamorati pazzamente di Cristo. Si sono fatti così Nascita mia e Nascita di cristiani. In essi ha vissuto l'Immacolata Concezione che vi dona la mia Vita. Ti benedico".

(*)Infatti Maria, che ha dato la natura umana al Verbo di Dio fatto Carne, è vera Madre di Dio, ed è anche vera Madre nostra, nello spirito.

 


10 dicembre 2010
Voi dite: "Signore, ci vogliono segni grandiosi, portentosi…!".
Io vi dico: "Verranno anch'essi!"

"Mia piccola Maria, tu scrivi ciò che senti dire nel cuore! Io sono la Luce del mondo, sono venuto per portare il chiarore all'oscurità della terra, perché in essa prendesse forza e senso il suo vivere. Io sono la Luce che illumina l'anima, e in Me, tanto più si unisce all'adorazione di Me, in Me si fonde: essa acquisisce conoscenza alla Verità, Sapienza divina, sa guardarsi e riconoscersi per quel che è, e renderne lode e grazie al Signore.

Maria e Giuseppe sono in cammino. Guardano verso la luce della cometa e portano in loro la Luce, che però è celata e nascosta nel Grembo e nel Cuore. Essi la portano alla Nascita perché venga rivelata, si faccia concreta e manifesta per tutti. Ponetevi in cammino con loro per giungere dinanzi al divino Bambino! E tanto più vi ponete in sua adorazione tanto più ne venite illuminati: riceverete la sua Luce, e vi farete candele accese che ovunque di Lui portano significato. Per avere gli occhi e vedere e riconoscere la Luce, per saper ascoltare l'invito del Signore che chiama, ci vuole la povertà di sé, il silenzio e l'umiltà che la Capanna di Betlemme vi indica e insegna. Solo chi vive di questo cuore sa porsi in adorazione e ricevere Luce.

Molti hanno perso gli occhi e sono ciechi per i peccati e sordi per il male, e in più non vogliono recepire vista e udito per accogliere la Luce. Voi dite: "Signore, ci vogliono segni grandiosi, portentosi…!". Io vi dico: "Verranno anch'essi!". Eppure molti dinanzi ad essi diranno: "…Sono fenomeni naturali a noi ancora sconosciuti, oppure sono mistificazioni". E non si pongono in preghiera alla ricerca della Verità, perché la riceverebbero, avrebbero risposta. Così come dice il Vangelo stasera: "Abbiamo suonato il flauto e non avete ballato. Abbiamo cantato un lamento e non avete pianto". Sia che si indichi loro il cammino della penitenza, o la gioia e la letizia, essi si scandalizzeranno: non vogliono la Luce! Ma voi, figli miei, andate avanti, non guardate a chi non crede o a chi crede; proseguite, senza fermarvi, verso la Luce e Iddio stesso vi irradierà di Sé, vi farà torce accese, che illumineranno tanta cecità. Ti benedico".

 


12 dicembre 2010
"Figli miei, rinvigorite la membra fiacche! Fatevi forti!";

"Oggi la Chiesa vi richiama alla letizia, alla gioia, a fare pausa, perché il vostro cuore, la vostra anima, si ristori nella contemplazione delle cose di Dio, che nella speranza già pregusta l'incontro con Cristo, al cui cammino si fa in ogni passo speranza, che diviene certezza, che la concretizza e avvicina l'incontro con Me. Dà così senso e motivazione al vostro peregrinare, significato alla vostra esistenza e alla fatica del vostro percorso.

Maria e Giuseppe, nel pur faticoso e doloroso viaggio verso Betlemme, hanno tempi di pausa e ristoro, e particolarmente in un giorno: essi, dopo il ristoro e il riposo, s'innalzano nel loro dialogo e nella loro preghiera a Dio; e l'orazione si fa così alta da surriscaldare i cuori. Essi si domandano come avverrà la Nascita, come sarà l'incontro, chi e quale luogo mi avrebbe accolto; ma si abbandonano alla Santa Volontà del Padre e, fiduciosi, colmi d'amore, si dilettano al pensiero di Me, si che questo Fuoco si fa concreto e sensibile da ardere tutt'intorno a loro. Per i meriti di questo amore, di questa preghiera, viene dato questo Giorno per far sì che gli erranti, che cercano l'incontro con Cristo, abbiano riposo. Si rinvigoriscono di speranza, si allietano del loro andare.

Nel Vangelo vi viene presentata la prigione di Giovanni Battista, il mio Messaggero, che mi anticipa e mi prepara la strada nell'incontro, sia nella vita come nel martirio e nella morte. Egli vive, negli ultimi giorni, il tempo del suo Getzemani, delle sue tenebre, fomentate dal nemico, sì che lui, che mi aveva proclamato in pubblico: "Ecco l'Agnello di Dio!", ora mi manda a dire: "Sei Tu il Messia o ne deve venire un altro?". Rinvigorito, allietato dalla mia conferma, Giovanni si abbandona, lieto di dare la sua vita al Padre, per essermi di sostegno nella Redenzione, ancor prima che la scure cada sul suo capo. Perché la letizia? É la sofferenza provata che testimonia la veridicità dell'amore. Il profeta autentico è colui che, nella pena, giubila all'amore di Dio: firma con sé stesso la verità di ciò che dice ed opera.

Figli miei, rinvigorite la membra fiacche! Fatevi forti, e gioite nelle pene. Esse sono il passo che conduce, la Luce che illumina, l'Amore che viene offerto e vi porta a Me. Non siete nati per rimanere su questa terra, non fermatevi all'oggi: contemplate nel cammino il ritorno alla vera Vita, al Regno ove la gioia è perenne e la letizia abbonda, ove la felicità vi scoppierà nel cuore sì da travasare alla gola e alla bocca, e traboccarne inni di giubilo, e dirmi: "Signore, e che mai abbiamo fatto, in che abbiamo dato per meritare tanto?". Ed Io dirò: "Figli, avete camminato tanto, mi avete accolto, pur nella pena; ora Io vi rivesto del mio Amore immenso, che sarà la gioia per voi eterna: mai più ne avrete a mancare!".

 


13 dicembre 2010
"La mia Luce giunge al cuore, e voi amate con i sentimenti miei"

"Mia piccola Maria, tutto andrà in modo veloce e semplice. Stasera voi ricordate santa Lucia, che offre i suoi occhi, la sua vista, perché il suo martirio offerto sia Luce ai fratelli nella Verità della fede.

Cos'è l'occhio penetrante, di cui parla la Santa Parola, se non chi ha ricevuto in sé la Luce di Dio, il suo sguardo, la Sapienza dell'Altissimo, che è Luce pura, il cui pensiero squarcia il velo di ogni realtà umana, e sonda sino alla profondità dello Spirito? Solo chi si è riempito della Luce del Signore può dare luce; solo chi si è illuminato potrà illuminare i fratelli. Spesso però Iddio si compiace, nei suoi eletti portatori di luce, di farne vivere le tenebre e le prove dure dell'oscurità, poiché esse si fanno offerta di martirio e danno luce alla fede agli altri suoi figli. Egli lascia che i suoi eletti abbiano la notte perché altri abbiano il giorno, dato che solo nel chiarore del giorno essi possano camminare spediti e non cadere nei pericoli del viaggio terreno, a non avere paura dei tunnel, ma andare solerti così irradiati, in un passo che conosce e vede l'altro passo, e giungere al giorno in cui il sole non ha mai tramonto. É il sacrificio e la prova che, illuminata dalla perseveranza della propria fede, si fa riscatto, si fa redentivo: è dono per essere chiarore che illumina nella bellezza della Verità, che è Luce.

Cosa sono queste "Gocce di luce" se non un dono di Dio, che offre alla Conoscenza dei suoi desideri e della sua Sapienza, e passa attraverso le tue tenebre, il tuo sacrificio, per essere infuso e acquisito, perché tu sia atta all'ascolto e sia dono per i fratelli che, nella mia conoscenza, abbiano Luce e mi amino? Come acquisire questa Luce se non dal mio sguardo, se non rimanendo fissi ai miei occhi, a Me che sono la Luce? Io ve la infondo, ve la irradio, ve ne ricopro, cosicché il vostro sguardo è il mio, e voi vedete e operate ciò che Io chiedo. La mia Luce giunge al cuore, e voi amate con i sentimenti miei e nel mio ardore: voi ricevete il mio Pensiero che è verità, bontà e creazione. Ti benedico".

 


14 dicembre 2010
"Dio, dove sei?... Eppure rimane solo silenzio!"

"Mia piccola Maria, nulla ti turbi perché Io sono con te. Stasera ricordate il mio Giovanni della Croce. Giovanni che ha tanto patito sin da bambino nelle traversie della famiglia, e il suo travaglio, sin da allora, addestrò l'anima sua alle grandi sofferenze che avrebbe assunto da adulto: Giovanni che patisce il mio Getzemani, una parte di esso, che vive nelle tenebre dello spirito di una stanza che è un carcere angusto e oscuro nelle mura, ma ancora prima nella sua anima, ove non c'è spiraglio di luce, che pare così non varcare più la speranza. É lotta in mezzo a tanto combattimento con i fratelli che lo avversano, e fatta di una fede che pare non avere più consolazione. Il suo grido si eleva al desiderio di Dio, che brama e grida alla sua ricerca, e non trova risposta. Egli che vive senza consolazioni, si fa l'amico mio più intimo, l'alleato che con Me condivide il mio calice e dà consolazione al mio Getzemani. Perché tanto patimento? La sua oscurità sofferta è perché sia data luce e ristabilimento ad una Chiesa che decade, e per il suo Ordine, per far sì che torni agli antichi valori.

Gli uomini, pur consacrati e di chiesa, cercano di sondare tutto e dare spiegazione logica e razionale a ciò che è irrazionale, di dare risposta a ciò che entra nella profondità dei meandri dello Spirito e s'innalza nel misticismo: mentre invece si può solo accogliere umilmente, nell'attesa che Iddio soltanto possa darne conoscenza e sapienza.

Cosa ha vissuto Giovanni se non una parte del mio deserto e della notte oscura dell'orto? Intorno era solo desolazione del deserto, e pianto, o il freddo pungente che penetra le ossa: non v'è amore d'alcuno che ti raggiunga, e la solitudine è solo spezzata dall'odio dei demoni, che vessano e tormentano, con suggestioni, l'anima e colpiscono atrocemente, torturando il corpo. Il grido si eleva a Dio e alla sua ricerca, al suo aiuto: 'Dio, dove sei?...'. Eppure rimane solo silenzio! Questo viveva, penando, il mio Giovanni da una Chiesa che non lo comprende, ma lo accusa e lo condanna e, come Me, è solo! Egli geme e grida al Cielo, invoca con veemenza, ma non gli è data luce: eppur Io sono là a sostenere tanta tenebra, a dare coraggio al suo patire e, quante volte, lì accanto, ad asciugargli le lacrime sul viso!

Giovanni con Me ha dato luce, e ora in Cielo vive in una spianata di chiarore tersissimo di luce immensa, che non ha confini, vive in una casa, che non ha limiti o argini, con Me condivide il sorriso e il gaudio che straripa il cuore. Egli prega e intercede, invoca per la Chiesa perché s'irradi continuamente di Luce che s'infonda e riempia in ogni suo squarcio, in ogni crepa, in ogni metro, perché tutta ne sia pervasa. Ti benedico".

 


15 dicembre 2010
"Ancora tornerò sulla terra per proclamare che il Signore è presente"

"Mia piccola Maria, distenditi in Me, riposa in Me il tuo cuore: Io penserò a tutto. Stasera nel Vangelo ancora risuona il grido del Battista: "Sei Tu il Messia, che dobbiamo attendere, o un altro?" Ed Io rispondo nell'opera che compio e che rivela che la Salvezza è giunta in mezzo a voi: gli storpi camminano, i ciechi vedono, i sordi odono…". Ancora oggi si grida e si dubita: "Ma davvero il Cristo è il Messia… è il Signore Dio venuto nel mondo? E non è invece solo un uomo buono che ha compiuto ciò che è pure lodevole, ma rimane un personaggio storico, che nella sua umanità è perito?!...".

Come riconoscere la Divinità del Signore? Come può essere manifestata e rivelata se non nella ricerca della Verità, nella preghiera, nel desiderio di Lui? Iddio opera continuamente, e la Creazione ne parla: Egli compie il miracolo della vita nella sua Provvidenza ogni giorno, ma per l'uomo ciò è naturale e viene dato per scontato. L'uomo attende segni portentosi, grazie speciali. Il Signore è con la mano protesa; ma è l'uomo che ritira la sua e non più vive unito a Dio, che cerca, nella sua fusione con lui, che ci sia la conversione. Se la creatura si converte pioveranno le grazie.

Nasce un Bambino a Betlemme, un Bimbo bello, piccolo, semplice come ogni bimbo: come riconoscere in Lui la Divinità? Eppure Egli in tutta la sua Persona è dono, è offerta: nasce per la Salvezza. Dio s'incarna nell'umanità perché l'uomo s'incarni in Dio; ma perché questo si attui ci vuole la sua adesione, il suo consenso, la sua fusione. In questa Incarnazione c'è la santità, la guarigione, la Grazia, e Iddio ne viene riconosciuto e glorificato.

Ancora tornerò sulla terra per proclamare che il Signore è presente, è vivo: è Dio, ed opera! Ci saranno segni strepitosi, il demonio verrà cacciato agli inferi, e gli uomini verranno sanati dai mali. Le creature che accoglieranno Dio, si convertiranno, e la guarigione irradierà, sanando nel cuore, nello spirito, nella mente, nell'anima e anche nel corpo, cosicché diranno: "Signore, veramente Tu sei il nostro Dio, non abbiamo altro da attendere!".

 


17 dicembre 2010
"L'elenco della stirpe della mia Genealogia…"

"Mia piccola Maria, ma puoi avere uno spirito cattivo tu…? E se ciò fosse, come potresti vivere quest'intima vita unitiva con Me?

Ecco, il percorso dell'Avvento prosegue, e prosegue il cammino che dalle tenebre della notte, e del suo doloroso percorso, intravede la luce che, da lontano, già illumina Betlemme, e si fa più vicina la Nascita del Cristo: il Signore che nasce alla terra per far sì che la terra nasca al Cielo. Bisogna però fare il viaggio della vita che, con il suo penare, lascia l'oscurità del peccato per vivere la Luce di Dio, per incontrarsi con la sua Nascita e ricevere la sua Benedizione. Non si può entrare nel Regno senza aver acquisito la Benedizione del Santissimo Signore e Sovrano.

Stasera che, nel Vangelo, si fa l'elenco della stirpe della mia Genealogia, essa vi rappresenta e vi elenca Santi e peccatori, pii e giusti e meno giusti, poiché Cristo nasce alla storia per essere la Salvezza per tutti, per portare la Benedizione del Padre e condurre in Cielo. Anche voi siete chiamati, nella stirpe della vostra genealogia, ad essere nascita e benedizione, a portare salvezza. In tutte le famiglie, e pure nella vostra, essa è così composta: di santi e benedetti, di peccatori, di giusti e ingiusti, e spesso le conseguenze del peccato, che pur derivano dai vostri avi, che non sono state riscattate, ricadono sulla vostra progenie, e così l'alleanza e l'oscurità pattuita con satana, con i suoi mali, ricadono sui discendenti (*). Voi tutti potete divenire il segno che ricrea la nuova Nascita e la benedizione che lava e rigenera da queste conseguenze.

Nella unione con Cristo voi vi fate mia Nascita: voi ricevete da Me parte della creatività del Padre Celeste e potete essere generatori di vita nuova. Uniti a Me, al Cristo, vi fate redentivi: il mio Sangue lava tutte le colpe e i mali, e si viene sanati. In Cristo voi avrete e riceverete lo Spirito Santo, che vi santifica e dona una generazione benedetta. Nella luce acquistata, adoranti nella Nascita del Divino Bambino, vi fate Nascita per i tanti che, per mezzo vostro, diverranno di nuovo Benedizione. La Salvezza e la Benedizione, tramite voi, li renderà atti alla Nascita al Regno. Ti benedico".

(*) Si tratta di persone che, nel passato, quando erano in vita, hanno fatto un malefico patto con il demonio

 


18 dicembre 2010
"Oh, se gli uomini imitassero Giuseppe!"

"Mia piccola Maria, non te ne prendere pena, ma cerca di cambiare e di non porti più a giudizio verso gli altri, ma di sviscerarti, anche se a ragione, con il tuo Signore. Stasera il cammino dell'Avvento prosegue e vi pone dinanzi la figura di Giuseppe. É Giuseppe Colui che precede, che cammina davanti verso Betlemme. É Lui il Difensore a tutela della Vita di Cristo. Nasce già predestinato da Dio, che dona a Lui parte della sua Paternità nel cuore, ed Egli corrisponderà pienamente a tale dono: nasce in una numerosa famiglia, ma tra i fratelli è quello che si distingue per l'obbedienza, la laboriosità, per la preghiera. Fin da fanciullo consacra e offre la sua purezza a Dio Padre, per ispirazione dello Spirito, e piega, mortifica sé stesso, per dare valore alla Volontà suprema del Padre Santissimo. Si sposa Giuseppe nel pieno della sua virilità e giovane età, ardimentoso e di bello aspetto; ma ancor più bello e nobile è ciò che traspare dalla sua anima. Egli amerà la Madonna di un amore intenso e profondo, esente però da ogni concupiscenza, quell'amore così sconosciuto dagli uomini, fatto di cuore e di spirito, che supera la carnalità umana.

È puro Giuseppe poiché niente è impossibile alla Grazia di Dio. Si dispone a difesa della mia Vita e della sua Sposa: della mia Gestazione. É Lui che cammina e fa di tutto per non gravare di ulteriori incombenze la Madre, già così provata dal peso e dal doloroso cammino, e cerca di non farla discendere dall'asinello. É Lui che bussa alle porte per chiedere ospitalità e ne riceve rifiuto, che cerca e si affanna con fatica per rendere più accogliente e pulita la stalla di Betlemme, ed è così rammaricato che piange di non poter offrire niente di più degno per la Nascita del Signore. É Giuseppe che si unisce alla preghiera, ed è partecipe all'estasi d'amore di Maria; e con gli Angeli, è l'unico ad assistere alla Nascita del Divino Bambino, che passa senza intaccare per offendere la Madre, nella Luce: dal suo Grembo alle braccia materne.

Giuseppe rimane estasiato e, adorante, ringrazia e loda Iddio di tanto onore e di tanta responsabilità. Egli vi risponde nel porsi a servizio e protezione, a tutela e soccorso.

Giuseppe Mi protegge: nel deserto quante volte si pone Egli ad ombra; copre la Madre con il suo mantello e si erge contro il sole, quando non si era trovato altro riparo, prendendone tutto il calore, perché Io prendessi il latte. Quanto peregrinare nel cercare il lavoro! E in Egitto quanto lavoro mal pagato, sfruttato e umiliato, al quale si è sottoposto, in silenzio, per far sì che non mancasse il sostentamento. Deriso e bistrattato, pure dai concittadini di Nazareth, e dai suoi fratelli per la sua mitezza, per la sua umiltà, per il rispetto e la cura con cui teneva la Sposa e il Figlio in considerazione, diversamente dagli altri, che non ne tenevano conto, o spesso battevano le mogli e i figli.

Giuseppe precorre i tempi, si pone non ad imposizione e dominio nel suo ruolo, ma ad amoroso servizio, spesso si vuole caricare delle incombenze della casa poiché sa quanto è preziosa ed eccelsa la preghiera di Maria! La Madonna, confusa, richiedeva su di Sé: "Sono Io che devo servirti, mio Sposo!", e gareggiavano per essere d'aiuto.

Egli si diletta di Me, si ritempra nel guardarmi, e ama tenermi in braccio e farmi riposare. Quante sere, dopo il lavoro e prima del riposo Egli, da capofamiglia, si pone accanto alla Madre, che ha Me in braccio, e mentre prega e legge brani della Santa Parola, pone su Maria il braccio sulle spalle, o le prende la mano.

Giuseppe offrirà la sua vita al Signore perché sia di aiuto e sostegno all'Opera della Redenzione, che presto sarebbe iniziata con la predicazione; e cerca, nella malattia, di trattenere e di nascondere il suo dolore che a Me non è celato.

Io e la Madre mia Lo ameremo e Lo cureremo con sviscerato amore… e tra le mie braccia Giuseppe esala il suo ultimo respiro, stringendo la mano della sua Sposa. Le ultime parole a Lei: "Colomba mia, Colomba Bella, tanto ti ho amato e ti ringrazio per l'amore che mi hai fatto conoscere verso il mio Signore". E voltandosi a Me: "Mio Dio, e Figlio del mio Cuore, per Te ho vissuto e amato!". Ed Io risposi: "Padre mio, come nessun figlio sulla terra ha amato un padre, Io ti ho amato!".

Oh, se gli uomini imitassero Giuseppe! Seguitelo, e scoprirete e vivrete la Nascita di Cristo! Ti benedico".

 


20 dicembre 2010
"Maria si mette in cammino, e sempre sarà in cammino…"

"Stasera nel Vangelo voi ricordate la visita della Madonna a Santa Elisabetta: Maria si mette in cammino, e sempre sarà in cammino: il suo viaggio non si è mai fermato. Ancora la Madre mia cammina in Cielo con la preghiera d'adorazione al Padre Santissimo e d'intercessione per i figli, e per dare gioia alle creature dei Beati del Cielo. Soprattutto Ella è in viaggio nel mondo in modo nascosto, non visibile, ma presente e concreto. Lei va ovunque per porsi al servizio della vita, la vita che nasce nel grembo materno, come la vita che si maggiora nella carità e nell'amore, che viene data alla luce nella carne, e quella che nasce dalla Grazia della Fede nell'incontro con Dio. La Madre va ovunque c'è bisogno, nei luoghi più tortuosi e nascosti: è sempre gravida della presenza di Dio, e porta in Sé parte della Potenza creatrice del Padre perché le creature sorridano all'esistenza: porta la presenza della Redenzione del Figlio perché ovunque si diffonda la Vita, che rigenera a nuovo nello Spirito; porta la presenza del suo Sposo, lo Spirito Santo perché ovunque si possa rinascere nella sua santità.

La Madonna porta con Sé la Vita della Santissima Trinità, che cerca continuamente di spandere e diffondere. Elisabetta le và incontro, esce dalla casa e, piena di esultanza, gioisce della sua venuta: l'accoglie nella sua dimora. A questa partecipazione Dio dona, fa scendere la sua benedizione e la consacrazione della vita nascente in Lei, dell'opera del suo Frutto.

Accogliete la Madonna, uscite per andarle incontro, amatela, gioite di stare con Lei, ospitatela nei vostri cuori: Ella verrà ad abitare con le vostre famiglie, sarà accanto a voi al suo servizio della vita, aiutandovi nelle creature che vengono al mondo, da un amore che nasce e cresce, e soprattutto nei tempi difficili nella crescita di ogni uomo sino al suo ultimo respiro. É accanto nel far sorgere la fede, la vita della Grazia, la crescita nello spirito: alla nascita del Signore Gesù in voi.

La Madonna vi viene incontro, ma ha bisogno del vostro consenso, del vostro sì, e che, come Elisabetta, la riconosciate e l'accogliate. Lei allora vi prenderà con Sé e vi porrà nel suo Grembo per far sì che, nelle sue Acque Immacolate, voi nasciate alla profondità di vita di Cristo e alla santità. Fatevi come Elisabetta! Io le cerco: Io cerco Elisabetta! Ma dove sono? Sono rimaste così poche…! Ti benedico".

 


22 dicembre 2010
"In un mondo pervaso dalle tenebre, in cui è notte fonda,
Io vengo sempre a nascere"

"Stasera nel Vangelo la Madonna canta il Magnificat, e tutt'ora continua il suo canto. In un mondo pervaso dalle tenebre, in cui è notte fonda, Io vengo sempre a nascere. In una terra, che viene avvelenata dal male del demonio, Io vengo a riportare continuamente la Vita; e così sarà continua questa battaglia sino alla fine dei tempi, del quale Io sarò Vincitore! In questo mondo oscuro sono poche le luci accese, ma da queste poche Io riaccenderò il mondo in una luce che darà nuova nascita all'umanità.

La Madonna canta, e si eleva il suo canto per ricoprire gli uomini, i suoi figli, e proteggerli dalla parola umana, che ormai si è fatta di maledizioni, bestemmie e imprecazioni verso di loro e verso il Cielo. Ella canta il Magnificat per rivestirli della sua lode d'amore, che si eleva al Padre, e a mantenerne l'unità. Nella notte di tenebre e di peccato ancora la mia Luce viene ad espandersi sino a quando il mondo non ne sarà acceso. E se non basterà la preghiera, verrà il dolore, quella sofferenza che voi vedete negativa, ma che è Luce che squarcia nella pena, dato chi il dolore conduce a ciò che è vero e necessario. Il dolore purifica, lava; il dolore è fonte di rigenerazione di vita nuova. Nel dolore ancora Io tornerò a nascere nel cuore degli uomini, ed essi saranno inneggianti nella lode del magnificat, uniti alla Madre Santissima. Ti benedico".

 


24 dicembre 2010
"Perché i santi compivano prodigi e miracoli,…?"

"Mia piccola Maria, Io vengo a nascere anche per te. In quella Notte Santa, pur avvenuta la mia Nascita, molti sono rimasti nelle tenebre, ma poi sono venuti a Me. La mia Nascita porta il suo frutto, anche se ci vuole tempo per il raccolto, allora come oggi. Ecco, Io nasco nella storia e vengo a prendere carne umana, a farmi Bambino perché gli uomini venissero a rivestirsene, ad incarnarsi nella mia Carne. Nella stessa mia Carne ho preso su di Me, con dolore, tutto il peccato umano per lavarlo, e dare Redenzione; ho fatto ciò che era impossibile: ora tocca all'uomo fare il possibile per accogliere e prendere in sé la Carne mia.

In mezzo a questo Natale, che è divenuto solo paganesimo, il demonio vi acceca: vi rende ciechi con le sue false luci, che non vi permettono di conoscere ed assimilare queste verità. Desidero che l'umanità si rivesta di ciò che sono ed offro nel mio Corpo, per far sì che la materia fisica dell'uomo si spiritualizzi, si faccia santa e si divinizzi.

Perché i Santi compivano prodigi e miracoli, andavano in bilocazione e avevano visioni celestiali? Perché Cristo si è incarnato in loro! Gesù Bambino in essi è nato! La loro carne si è spiritualizzata, la loro fisicità non è solo dominata dalle realtà naturali della terra, ma si eleva, si trasforma, e vive di ciò che non è sondabile dalla ragione; sono realtà che superano l'uomo! Dio vive in essi, e compie. Pure voi siete chiamati ad unirvi alla mia Carne e al mio Sangue, ad essere Me, ad incarnarvi in ciò che sono; e tanto più vi fondete nella mia Carne tanto più voi partecipate degli stessi prodigi, perché Io sono vivo in voi!

Nella Notte Santa come avviene la mia Nascita? La Madre Santissima si racchiude in un'estasi d'amore, fusa nella visione del Padre Celeste; e in quest'amore, partecipato e unitivo, Io nasco, oltrepassando le pareti del suo Grembo materno, senza recarle offesa, senza intaccare la sua Verginità, poiché Bimbo giunto a maturazione, la cui materia è infusa di Spirito e vive dei suoi poteri, la materia può varcare: e passo nella Luce.

Io nasco, e solo Giuseppe è l'unico essere umano che, con gli Angeli, può assistere estasiato a tale visione. Così come ancora Io varcherò, nel mio Corpo Risorto, le pareti della casa per andare dagli Apostoli, passando dentro senza rompere le mura o varcare la porta. Ugualmente, da Risorto nei Cieli, ove sempre il mio Corpo vive, Io vengo e nasco negli elementi fisici del pane e del vino per farmi nuovamente Carne e Sangue per mezzo dello Spirito, dato che la materia si trasforma in Dio, che la usa, e ne mantiene l'essenza di ciò che è, Cristo Signore. Niente gli è impossibile! Nell'Eucaristia ancora vengo a dare Carne, nutrendo il mio popolo, per far sì che gli uomini si cibino e si incarnino in Me, ricevendo così nella loro materiale fisicità il cambiamento di un corpo che in Me si spiritualizza e si fa divino. Come fare se non venendo alla santa Capanna, se non venendo in adorazione? E, giunti dal divino Bambino, ponendosi nelle condizioni che permettono l'incontro, la nascita e l'unione che sono: l'umiltà, il silenzio e la povertà. Queste sono le disposizioni che il Signore è, e gradisce. Venite dal divino Bambino! Ponetevi in ginocchio e ditegli: "Ti chiediamo perdono per i nostri peccati!". Io vi dico che alzerò la mani per darvi una carezza e benedirvi. Venite, vi attendo! Sono nato per tutti voi".

 


26 dicembre 2010
"Verranno i nuovi tempi in cui ci sarà la rinascita dell'umanità"

"Mia piccola Maria, oggi la Chiesa celebra la Sacra famiglia. É mia parola che tu rivedrai l'intera famiglia riunita intorno a te, e soprattutto la vedrai riunita intorno a Me. Questa tua sofferenza è rigeneratrice per loro: è dolore che li fa rinascere in Me.

La Chiesa ricorda e celebra la Santa Famiglia che, dalla gioia adoratrice della mia Nascita, si trova già nel dolore e nella mestizia della persecuzione e della fuga; e in quei tempi la fuga dai centri abitati, da soli, era rischiare la vita, andare incontro alla morte, particolarmente se si attraversava il deserto. Eppure essi si abbandonano completamente, fiduciosi, alla Volontà Santissima del Padre Celeste. In tutte le traversie, le sofferenze, la povertà e le persecuzioni, che dovranno affrontare, cosa ha dato forza se non l'amore adorante al Padre Santissimo e l'amore partecipato tra di loro, e poi le virtù e i sentimenti santi, di cui parla la Santa Parola: la tenerezza, la riservatezza, il mutuo servizio, vissuto nella loro pienezza? É questo amore che sovrasta e si erge su tutto; che ama e dona e ricopre ogni affanno.

In Cielo i baùli si aprono e non si contengono; travasano amore quelli della Santa Famiglia: amore a Dio, amore tra di loro, amore per gli uomini, che ha generato continuamente vita.

Oggi Io guardo la famiglia e piango: …così malata, divisa, offesa, dissacrata…! Dov'è quell'eroismo dei tempi passati quando si lottava, pur nel martirio, per mantenere e far maggiorare l'amore quando più il fuoco si andava spegnendo? Oggi per così poco tutto decade: non si combatte, e ogni sciocchezza è mezzo di divisione. Il Sacramento della famiglia vive in funzione dell'amore e spesso questo amore è già dissacrato e diviso, pur stando insieme nelle case per altre ragioni umane, ma che più non sussiste poiché esso non è più alimentato da Dio, dalla preghiera, dalla carità; e l'uomo, pur nelle buone intenzioni, senza Dio, finisce e decade nei suoi istinti e nel suo egoismo.

La famiglia è l'origine della vita, e se vive di questo amore, la sua radice è sana, e alimenta e cresce nella sua progenie, nella sua salute; ma se c'è odio, violenza, durezza, prevaricazione, la radice sarà malata e, di conseguenza, la progenie crescerà malata. Solo nell'incontro di nuovo con il Signore, nel percorso del suo amore, ritroverà salute e unione, rigenerazione di una famiglia nuova, una discendenza che si fa benedetta.

Non c'è aiuto alla famiglia! Essa è spesso abbandonata a sé, la si carica di pesi, e quando essa vive il tempo della croce, della prova, nella crisi, ed è più debole, viene spesso lasciata così sola. Le si danno le direttive a livello teorico, ma non c'è aiuto vero, soccorso nello spirito, mediante una forte preghiera, una carità sacramentale offerta per essa, un aiuto concreto, che si fa fattivo e presente: …quante ne verrebbero salvate! E quando la famiglia si divide o crolla, e una delle parti è innocente e soffre, rimanendo fedele al Sacramento e al soccorso dei figli, che cerca di mantenere l'amore alimentato da Me: questi sono i miei martiri, i miei eroi. Io dico: "Dinanzi al mio sguardo la loro famiglia è presente e vive, ed è ancor più meritoria e santa, dato che in essa vive l'amore della mia Croce, che diviene ulteriormente portatrice e generatrice di vita, se offerta a Cristo, a Me!".

Verranno i nuovi tempi in cui ci sarà la rinascita dell'umanità nei suoi vari aspetti; nella Chiesa, nel sacerdozio e così nella famiglia, quando si verrà preparati in modo autentico ad essa, formati al Sacramento, che va vissuto nell'amore di Dio, con l'orazione, l'adorazione, la formazione per una famiglia in cui si ripercorreranno i sentimenti vissuti nella Santa Famiglia di Nazareth. Ti benedico".

 


27 dicembre 2010
"Ancor oggi egli dice a voi: "Amate, figliolini miei, amate!"

"Stasera voi ricordate il mio Giovanni, l'Apostolo del mio Cuore, Colui che sale in alto, che entra nelle altezze e nella profondità di una vita mistica, che non è ancora a voi rivelata, mentre Giovanni ne entrerà pienamente poiché continuamente abbeverato alle sorgenti del mio divin Cuore. Egli, più di tutti gli Apostoli, conosce l'Essenza di Dio: "l'Amore", e ne è testimone nella sua esistenza. Vive per annunciarlo. Giovanni è Colui che rimane fedele sempre a Cristo, quando adorante, Mi segue ovunque, già da ragazzo, nella mia predicazione e, incantato, ricopre tutti i miei passi, chiede e mi ama, sempre alla ricerca continua di Me, sino a quando rimane lui solo con la Madre, fedele alla mia Santissima Passione e alla Croce. E ciò è possibile, dato che il suo cuore non è mai stato contaminato, un cuore vero di fanciullo, che gli permette di essere irradiato costantemente della Luce e dalla Sapienza di Dio. Uno spirito di fanciullo che possiederà, che avrà sino agli ultimi istanti di vita: vecchio, vacillante, nelle stesse membra ormai stanche e venerande, Giovanni mantiene, per l'intera esistenza, una purezza piena nel corpo, castità nel pensiero, amante e appassionato nel cuore con lo slancio, l'ardimento che può avere un ragazzo, fuoco che s'incendia perennemente nelle vampe dell'ardore di Dio.

Quanto ha camminato Giovanni per annunciarmi! Quante le sue sofferenze per la morte dell'amatissimo fratello, per la perdita della madre sua che, ancora viva, anch'ella lo cerca ma non si incontreranno più sulla terra, per la perdita di tutti i suoi amati fratelli Apostoli, periti nel martirio, ma particolarmente per la mia Passione, per l'amore assistito e partecipato del suo adorato Maestro, che l'accompagnerà nel ricordo e nell'orazione per sempre, e per il dolore cocente, così poco conosciuto, che egli patirà per la perdita della Madonna, che con lui vivrà in una intimità gli ultimi anni, durante i quali la sua formazione si perfeziona e si arricchisce: sofferente nelle incomprensioni e persecuzioni, nel martirio dal quale esce vivo per miracolo di Dio, poiché egli doveva trascrivere le estasi mistiche delle quali era partecipe da sempre, e riportare nella Parola del Sacro Testo. Cosa ha fatto per tutta l'esistenza Giovanni se non annunciare l'amore di Dio? Ovunque andasse diceva: "Amate, figliolini miei, amate!". Ancor oggi dice a voi: "Amate, figliolini miei, amate! In questo glorificherete il Signore Dio".

 


29 dicembre 2010
L'offerta di Gesù al tempio

"Mia piccola Maria, tutti coloro che ricevono in stato di grazia l'Eucaristia sono presenti dinanzi al Padre Santissimo, e ne ricevono la benedizione. Stasera, nel Vangelo, voi ricordate la mia Presentazione al Tempio. L'Offerta Santissima, l'unica degna e accolta dall'Altissimo, che riconcilia e dà pace e Alleanza Nuova tra Dio e l'umanità: un Bimbo piccolo e tenero, e già presentato nelle Profezie bagnato di Sangue, di quel Sangue che riaprirà le porte alla vita di Grazia all'uomo; e quali mani e Cuore più puro della Madre, di Maria, poteva offrirlo e presentarlo al Padre? Chi più degno, per donare al Supremo Signore, unitamente a Giuseppe, se non la Madre mia, che insieme offrono sé stessi, in unione al divino Bambino, per la Redenzione dell'Umanità e per il riscatto e la liberazione, che possa essere gradita e amata dal Padre? Attraverso di Me, attraverso questa Offerta, voi stessi vi potete fare offerta, che si fa santa, e può così essere accolta dal Cielo.

Voi siete, figli miei, le vostre anime, dei diamanti belli creati da Dio, ma grezzi, impuri, pieni di ombre; e perché la vostra anima possa essere accolta deve divenire perfetta e pura: una gemma risplendente. Nel giorno della Presentazione al Tempio vi viene ricordata la consacrazione al Cuore di Maria: ripercorrere le tappe di Cristo che, come Me, mediante il Cuore della Madre, si offre al Padre. Così voi, mediante il Cuore della Vergine Santissima, vi consacrate a Lei, che vi offre a Dio. Nel suo Cuore vi farete gemme purificate, diamanti in cui, in ogni sfaccettatura, il Signore Iddio, alla vostra presentazione, vi attraversa completamente nella sua Luce.

La Madonna si prenderà cura di voi e, pregando con Lei, Ella vi prende per mano e vi plasma alle virtù del suo Cuore: alla vita unitiva, al Santissimo Sacrificio dell'Agnello divino, nel Sangue suo e della propria sofferenza, dato che Esso lava, vi fa belli, vi dà valore, vi rende meritori. La Madre farà di tutto, per l'intera esistenza, per rendervi tali: diamanti finissimi. Consacrate i figli, le creature che voi desiderate: ponete nel Cuore della Madre! Affidate a Giuseppe! Consacrate a Lei, che nel tempo vi aiuta, nella nascita alla Grazia, che vi rende atti ad essere offerta santa, degna da presentare, ad esser dono a Dio. In questo stato di beltà e purezza voi venite uniti all'Offerta del divino Agnello, che vi rende così redentivi: vi fate aiuto per le anime dei fratelli, per condurli alla Madre e al Padre, perché possano divenire anch'essi offerta degna e santa. Ti benedico".

 


30 dicembre 2010
"Come poter riconoscere i profeti veri dai falsi?"

"Mia piccola Maria, non perdere la speranza, non perdere la speranza, pur se la prova è continua, e le tenebre sembrano addensarsi: Io ci sono! Tu a Me le affidi, e Io non posso che pensarci.

Stasera voi ricordate Sant'Anna profetessa, che vive, in una donazione d'amore, la sua vita unitiva a Dio nell'orazione e nella mortificazione nel Tempio, ma anche nella carità effettiva ed operosa tra l'educazione alle fanciulle e i tanti poveri, che ogni giorno bussano alla porta. É a lei che Iddio dona l'opera dell'educazione di Maria: Anna è la seconda madre, preparandola alla sua crescita spirituale, ad essere sempre più Figlia, Sposa del Signore e Madre sua. É questa sua oblazione, questo suo amore unitivo al Padre, alla sua carità fervente, che ne fa profetessa di Dio. Lo Spirito in lei vive e le dà modo di poter riconoscere nel divino Bambino "il Signore Iddio", che ha preso Carne, il Messia tanto atteso, e di poter contemplare lo Spirito Santo nella Colomba, che appare per rendere testimonianza e benedizione.

Come poter riconoscere i profeti veri dai falsi? Come riconoscere i lupi, ammantati da pecore, dalle pecore autentiche? Dalla vita che essi vivono, dalla santità del loro operato, dai frutti benedetti che ne nascono. Se l'anima vive una profonda unità con Dio, una vita sacramentale intensa, un'orazione e un'adorazione perenne e partecipata, se accetta il sacrificio ed è caritatevole. Li riconoscerete: se si vive in umiltà e in nascondimento, se non si cerca il plauso umano e si offre gratuitamente, senza richiedere nulla in cambio, il dono gratuito ricevuto dal Signore. Se la loro parola è radicata nel Vangelo e non si contrappone alla Parola di Dio. Invece se vedete che essa cerca il palco e l'apprezzamento umano, se è in cerca di meriti e interessi, non può essere un profeta autentico. Se la sua parola non è aderente alla Verità dell'Insegnamento di Cristo, non ascoltatelo! Se non vive una profonda unione di preghiera e intimità nella vita sacramentale con il Signore, non può essere vero il carisma.

L'anima accoglie di passare sotto la direzione e il discernimento della Chiesa che, nella luce dello Spirito Santo, farà luce e giudizio. Quand'anche può accadere, per disposizione particolare di Dio, per dare ulteriore santità alla creatura e al suo Disegno, per darne più ricco il raccolto, o per disposizione puramente umana che Iddio accoglie, che sia posticipato il tempo e non venire creduto, ma rifiutato e giudicato ingiustamente. Se è vero profeta, la sua anima accoglierà in umiltà la sua disposizione, lasciando che, a tempo debito, iddio riveli l'autenticità del profeta e del dono dato. Ti benedico".

 


31 dicembre 2010
"Venite voi, figli miei! Unitevi alla Madre, fatevi con Lei materni"

"Stasera celebrate la Maternità Santissima di Maria. Ella in Cielo si presenta al Trono dell'Altissimo nelle varie realtà, che evidenziano la sua divina Maternità, vissuta sulla terra. Là si presenta gestante, nel tempo del Parto e con il Bambino in braccio. In questo anno, che si chiude, e si apre al nuovo, vi viene messa in evidenza, dalla Chiesa, l'aurora della Maternità di Maria, da cui Cristo ha preso vita e da cui, da Lui, ogni cosa ha origine. La Madonna nasce per essere Madre: Madre di Cristo e dell'umanità. La sua Maternità all'uomo, alla figliolanza umana, si forma e nasce proprio per i meriti dell'Incarnazione, del Concepimento, del Parto del suo Figlio divino. La sua Maternità divina si fa universale: Maternità che si amplia nella crescita di Cristo fino alla passione morte e risurrezione sua e che, nel suo evolversi dell'esistenza nella di Lui cura si maggiora, si arricchisce, prende vita per essere Vita di Dio agli uomini. Il Padre Santissimo riversa le Acque del suo Pensiero creativo in Lei, Cristo si unisce e infonde il suo divin Sangue che redime, lo Spirito Santo accende il Lei il suo Fuoco e riunisce, in questo scoppio di Fiamma, le Tre Realtà divine, che danno santità alla sua vocazione di Madre, che genera alla Vita di Dio. Beati coloro che si immergono e vivono nelle sue Acque Materne, che si congiungono al suo Cuore! Essi sono i predestinati e salvati: Maria li depone nel suo Grembo e non li lascerà mai; si prenderà cura di loro per generarli e farli uscire quando sarà il tempo per la nascita alla vita eterna.

La Chiesa ricorda la Maternità della Madonna, ma molto a parole e poco nell'essenza; perché se così fosse, sarebbe ricolma dei suoi sentimenti materni che sono: la misericordia, la pietà, la tenerezza, l'adorazione, la carità, la purezza, la santità! Ancora bisogna comprendere e acquisire quale tesoro sia, e che tutti: Chiesa, sacerdoti, famiglie, e ogni cristiano, deve vivere in unione, fusi alla sua Maternità per nascere alla profondità, alla fedeltà, alla verità dell'amore di Dio, alla sua Grazia. La Madre Santa piange in questo tempo, dato che i più la rifiutano, non la riconoscono per Madre, e vede i suoi figli andare perduti; e li ama tutti, e tutti vorrebbe condurre in Cielo!

Ah, se sapeste che è per merito della Madonna, delle sue lacrime e della sua intercessione presso il Trono della Santissima Trinità che ancora l'umanità riceva proroga al proseguo della sua vita umana, poiché il Padre Santissimo, da tempo, con il suo braccio avrebbe dato castigo a tanto peccato! Ma per quanto lo potrà trattenere…? Ella pone i suoi meriti acquisiti, mediante la sua divina Maternità, per le sofferenze e i dolori atroci sotto la Croce ove ha partorito, Ella stessa, la sua Maternità per ogni uomo.

Venite voi, figli miei! Unitevi alla Madre, fatevi con Lei materni: vivetela! Molti, ognuno di voi, potrà salvarne di anime, portandole al suo Grembo! Divenite così generatori di vita, diffondendo le sue Acque materne, che dal vostro cuore spaziano per il mondo, per portare la vita di Dio. Ti benedico".