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Ave Maria!
5 novembre 1996
Gesù, durante il ringraziamento alla
Comunione, sussurrava dentro al cuore della piccola Maria:
"… Tutte le mansioni che svolgi nell'arco della giornata,
che ti sembrano gravose, sono utili. Tutto quello che compi
deve essere intessuto di Me. Niente ne va perso, e viene
valorizzato. In tutto il tempo che dedichi ad esso il mio
sguardo ti raggiunge, e qui sull'altare, unito al mio
Sacrificio, diviene prezioso, non solo per la tua vita, ma
per altri fratelli e figli. Tutto ciò che svolgi è utile, e
il sacrificio che te ne deriva ti dà la possibilità di
ascoltare le mie parole, parole che ti sembrano così poco
altisonanti perché semplici, semplici come te. Così le
voglio per anteporle a tanta teologia complicata e
difficile, fatta di discorsi grandiosi, che mi tengono
lontano, e il mio popolo non comprende. Ci vogliono parole
semplici, che vengono subito comprese e assimilate. In esse
il popolo si riconosce, le accoglie e le ama. E cerca poi di
viverle. Così, nella mia vita terrena, sempre ho parlato
alla genti, con semplicità.
Non fare crescere in te, per questo tesoro donato, la
presunzione, ma nascondilo in te come tesoro geloso. In
verità, è proprio un tesoro che verrà aperto a tempo debito,
e ne usciranno gemme preziose per le parole che alimentano
l'anima di tanti figli. Le parole che non hai potuto o aver
capacità di dire per testimoniarmi, si rivelano nelle mie
parole che fanno parte di te, del tuo sacrificio, della tua
vita. Io chiamo, chiamo i miei figli…quanto li chiamo per
venire alla mia Mensa…! Ma a loro infastidisce persino il
suono delle mie campane che vorrebbero fossero mute per non
avermi nel loro pensiero, e non vengono al mio banchetto ove
li nutrirei, li purificherei e li sanerei, non solo nello
spirito, ma pure nel corpo…".
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