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Ave Maria!
3 aprile 2014
"In questo mondo di oggi l'umanità si è pervertita,
si è prostrata in adorazione della bestia rivestita d'oro.
Cos'è quest'oro se non l'idolo del denaro?"
"Mia piccola Maria, Io si, voglio salvarli, e già opero per
l'opera di liberazione. Stasera nella Santa Parola l'Eterno
Padre chiama Mosè: "Mosè, Mosè, scendi dal monte, perché il
popolo si è pervertito. Non ha seguito le mie vie e si è
prostrato in adorazione di un vitello d'oro, di un idolo!".
La ferita dell'offesa al Cuore di Dio è grande, e la sua ira
sta per scatenarsi contro questo popolo. Ma cosa fece Mosè?
Si alleò alla sua condanna? No! Mosè si mise ad intercedere
per la sua salvezza e, con impeto, si elevò la sua supplica:
"Cosa te ne farai di un popolo che si perde? A cosa è
servita tanta opera di liberazione dalla prigionia
dell'Egitto? Ricordati del seme di coloro che ti hanno
servito per offrire ancora la tua Alleanza".
In questo mondo di oggi l'umanità si è pervertita, si è
prostrata in adorazione della bestia rivestita d'oro. Cos'è
quest'oro se non l'idolo del denaro? Esso nasconde la più
intima e profonda idolatria che è quella nel proprio io.
Tale denaro è per appagare potere e diletti per sé stessi. E
cos'è la bestia, se non satana che offre la sua luce falsa
nel luccichio del suo oro per attrarre gli uomini e
distruggerli, e togliere gloria all'Altissimo? Cosa potete
fare per operare questa liberazione? La preghiera forte e
persistente d'intercessione per la salvezza di tale umanità.
La preghiera fa da muro, da specchio, tra la bestia con la
sua falsa luce e le creature: si infrange nell'immagine
riflessa e torna indietro senza poter colpire l'uomo. Io
cerco i Mosè, gli Abramo, la fede degli antichi profeti, e
la cerco nella Chiesa, tra i sacerdoti, i fedeli. Ma quanti
sono coloro che, arditi, si pongono dinanzi a difesa delle
genti esponendo la propria vita? Dato che, se così fosse, se
si vivesse questa fede, molti ne troverei, e ciò perché
avrebbero dato ascolto alle mie parole e creduto alla mia
testimonianza.
A cosa serve lo studio erudito delle Sacre Scritture,
sondandole in modo che, alla loro cultura e conoscenza, ne
riceviate la vita eterna? Non basta, anzi diviene inutile e
di maggiore responsabilità se non ci si pone a vivere ciò
che esse sono: porsi in concretezza nell'opera di
liberazione ed intercessione.
Vivetemi! Allora avrete creduto in Me e nella mia
testimonianza: non mi vedete, ma mi potete conoscere nella
mia Opera che è Carità che darà al vostro cuore e alla
vostra anima la comprensione e la conoscenza di Me nella
pace, nella gioia, nel sentirsi bene dentro la coscienza, si
da dire: "questa è la via della Verità!". Sappiate che ciò
che viene dal maligno, e la sua idolatria, da nel tempo la
sua divisione, la sua agitazione, rabbia e tormento; mentre
quel che viene da Me, vostro Signore, vi porta l' unione, la
quiete, l'equilibrio e la serenità. Ti benedico".
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5 aprile 2014
"Il giusto viene perseguitato, accusato, spesso tormentato e messo anche a
morte"
"Mia piccola Maria, Padre Pio è da sempre accanto a questo
figliolo, se ne è preso cura ed è sotto la sua tutela; e se
qualcuno è protetto e sotto la sua ala, potrà andare
perduto? Stasera il libro della Sapienza vi parla: "Il
giusto viene perseguitato, accusato, spesso tormentato e
messo anche a morte". E perché questo? Il giusto è luce,
luce che svela ciò che si nasconde nelle tenebre, smaschera
quel che si trama nel male, nell'oscurità: la disonestà, la
malvagità, l'errore dell'uomo; infastidisce la sua sola
parola, dà molestia la sua persona, poiché nel suo
comportamento parla alla coscienza altrui, la irrita e ne dà
visione allo sguardo che cerca di occultare e di non
riconoscere il proprio stesso male, preferendo rimanere nel
nascondimento delle tenebre in cui ricopre il nemico. Per
questo si cerca di eliminarlo, per non volere affermare e
riconoscere al proprio essere ciò che è vero e viene da Dio,
e cosa è male. Cosa fare? Il giusto perseveri nel suo
abbandono a Dio: il Padre Santissimo poserà la sua parola
sulla sua bocca, la sua mano per indicare la via, per dare
forza al suo agire. Egli si porrà in lotta contro l'
ingiustizia, dato che la giustizia non è la vostra umana, ma
è la Giustizia di Dio. Ecco, Io vengo perseguitato,
accusato, non riconosciuto nella mia identità divina e
cercano di uccidermi: irrita non solo la Parola ma anche
solo la vista, la presenza della mia Persona, e vogliono
eliminarmi. Sono il Giusto, la Luce purissima, la Verità
assoluta nella mia trasparenza, e di cui ogni incrinatura
nell'errore viene svelato. Il malvagio mi rifiuta, poiché le
mie opere lo condannano. Non potranno uccidermi finché non
sia giunto il tempo; e non saranno gli uomini a prendermi la
vita, ma Io ad offrirla.
Oggi, nel primo venerdì, in cui ricordate il mio Divin
Cuore, Esso non è solo spezzato dal dolore e sminuzzato,
lacerato in ogni parte, per l' offesa dei peccati contro la
mia Persona, ma pure per le ingiustizie effettuate contro le
creature, gli uni contro gli altri, e soprattutto verso le
più deboli.
Sono l'uomo dei dolori che ha conosciuto e conosce fino
all'intima fibra il suo patire, e perciò ne compatisco; e,
come dice il salmo: "Iddio è vicino a chi ha il cuore
spezzato", ancor di più vi dico: si fanno un tutt'uno, un
cuore unico che batte all'unisono per la medesima lotta, per
la vittoria del bene. Il vostro cuore è spezzato? Ciò accade
maggiormente per l'offesa e nell'ingiustizia subita che
porta la sua ferita. Date a Me, perseverate, rimanete fissi
al mio sguardo! Datemi la possibilità, Io in voi, di
combattere e diffondere la mia Giustizia. Cosa ne avrete? I
malvagi non sperano, per la rettitudine, la ricompensa; e né
credono ad un premio per una vita irreprensibile, come dice
la Sapienza, ma Io vi dichiaro: siate figli del mio Cuore,
credete in Me, siate giusti per mio amore! La vostra
rettitudine avrà il pagamento dell'infinito, la gloria del
mio Regno. Ti benedico".
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6 aprile 2014
"Si nasce per risorgere. Credete in Me! io sono la Risurrezione:
in Me non c'è che la Vita. Il mio Regno è dei viventi"
"Mia piccola Maria per … è iniziata la via di redenzione.
Ieri sera è stato il primo strappo al tralcio che lo
vincola, il primo taglio alla fune, che lo tiene legato al
male e altri ne seguiranno finché essa sia recisa.
Stasera il Vangelo vi presenta la Resurrezione di Lazzaro,
testimonianza e segno della mia prossima Resurrezione. Vi
sono Io presente: il Signore della storia, l'Umile e il
Potente, l'Uomo creato che possiede, ed è, l'Energia
vivificante che genera perennemente e senza esaurimento.
Sono l'Autore della vita, dando resurrezione dal nulla alla
creazione della natura, alla materia vivente, dalla morte
del peccato, dà resurrezione alla Grazia e, dalla morte
fisica, dà resurrezione alla vita eterna. Io chiamo Lazzaro
dal luogo delle anime che attendevano la resurrezione,
chiamo il suo spirito perché torni ad unirsi alle membra,
ormai decadute, per dare testimonianza che è lo spirito il
motore che accende le funzioni al corpo; e che al corpo,
alla fisicità, lo spirito ne è superiore.
É il mio Spirito, che torna al mio corpo ormai perito, lo
riaccende alla sua fusione e alla sua gloria. È' al mio
incontro che voi, unendovi al mio Spirito, divenite
appendice della sua natura che è giovinezza eterna, e che
non può morire. Esso possiede l'eternità! Spirito che dà
vita e va oltre la morte fisica: la vince, la supera, e
genera una nuova creazione per l'infinito gaudio. Chi in me
si tuffa, chi mi assimila, chi crede in Me, pur se nelle sue
vecchie membra, malate o moribonde, ha in se la mia
giovinezza: è un giovane che non conoscerà tramonto.
"Esci fuori, Lazzaro, esci fuori!", lo dico a tutti, e vi
chiamo ognuno per nome. Uscite dai vostri sepolcri, dalle
tombe della morte del peccato che vi tiene prigionieri!
Liberatevi dallo scudo, dai legacci che vi tengono schiavi,
fermi, impediti, venite al cammino che vi porta al mio
incontro, a ricevere il mio Spirito. Quanti ne conoscete di
schiavi della morte dell'anima che non riescono a liberarsi?
Pregate voi, anime mie, simili a Marta e Maria! Intercedete
con la vostra fede, credete in Me, portatemi questi figli
agonizzanti che finiscono ostruiti dalle pietre dei loro
mali che impediscono la vita; ed Io, che sono la
Risurrezione, li richiamerò ad uscire per risorgere alla
Grazia e alla vera libertà, che è nel mio Spirito.
Cosa si nasce a fare a questo Mondo? Per essere creature
anonime e di passaggio che tracciano, con le orme del loro
passo, pochi decenni di esistenza su questa terra? Che senso
ha nascere alla terra se poi è solo per morire ad essa? Si
nasce per risorgere. Credete in Me! io sono la Risurrezione:
in Me non c'è che la Vita. Il mio Regno è dei viventi. Ti
benedico".
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8 aprile 2014
"Oggi questo mondo è invasato da serpi in ogni luogo.
I serpenti che sono i demoni che escono dagli inferi,
prendono potere,
invocati dal peccato degli uomini"
"Mia piccola Maria, la fede è il percorso di una vita. Un
giorno vi pare di toccare con un dito il Cielo con l' aver
raggiunto la sua pienezza, l'altro dopo precipitare in un
deserto arido per le prove, e pare che Dio non ci sia. Per
questo la Fede va alimentata continuamente e nella sua
contemplazione chiederne al Padre Celeste la sua ricchezza.
Oggi nella prima lettura si apre la scena del deserto. Gli
israeliti vengono morsi dai serpenti, e molti di essi
muoiono. E da dove vengono questi serpenti? Perché ciò
accade? I serpenti prendono forma, si concretizzano per il
peccato delle loro lingue cattive, per la mormorazione
contro Iddio e Mosè, portando con il loro veleno distruzioni
dell'amore di Dio e la sua speranza nel popolo. Essi
rimproverano e criticano Iddio, rimpiangendo la schiavitù
d'Egitto e rinnegando l'opera di liberazione del Signore. Ma
dinanzi al segno dei serpenti e delle conseguenti morti si
pentono chiedendo a Mosè che interceda presso l'Eterno per
essere salvati; e l'Eterno dona la sua risposta per la fede
di Mosè e per il pentimento del popolo, chiedendo che fosse
innalzata un'asta su cui porre l'immagine di un serpente di
bronzo: chiunque di coloro che sarebbero stati morsi
l'avrebbe guardato, sarebbe stato salvato. La gente
comprende in questo segno che bisogna guardare verso l'alto,
ricercare il Cielo e il suo Signore per far si che il male
sia debellato ed esserne salvi.
Oggi questo mondo è invasato da serpi in ogni luogo. I
serpenti che sono i demoni che escono dagli inferi, prendono
potere, invocati dal peccato degli uomini. Quanto veleno
dalle bocche che imprecano e bestemmiano ovunque il nome
Santissimo di Dio! Quanta maldicenza, critica, condanna
dappertutto contro il fratello! Quanta ricerca della gola e
di ogni malizia, si che tali serpenti portano a distruzione
le creature, non solo nell'anima, ma le portano anche nella
distruzione fisica della morte. Cosa fare? Io sono
l'antidoto: "Guardate a Colui che hanno trafitto!": Guardate
a Me, il Crocifisso, che sull'asta della Croce ho assorbito
e inchiodato a Me tutti i serpenti con il loro veleno, che
sono i vostri peccati: in Me, nel mio dolore e amore, Io li
lavo, li redimo, li dissolvo.
Credete questo? Credete in Me? Allora ponetevi in ginocchio
dinnanzi alla Croce, contemplate la sua salvezza e piangete
i vostri peccati. Dateli a Me! Venite al lavacro della
Confessione ove alle lacrime del vostro pentimento, Io
travaso dalla mia Croce il mio Divin Sangue che lava,
ricreandovi a nuova salute. Ove sono i serpenti? Ove il loro
morso? Io sono il Potere salvifico dell'amore crocifisso,
che vi partorisce a vita nuova. Ti benedico".
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11 aprile 2014
"Quando siete nella tribolazione: la persecuzione si accanisce per la
vostra fede,
siete colpiti dalla aridità e dal dubbio, non abbandonatevi
allo sconforto"
"Mia piccola Maria, ogni cosa giunge al suo compimento come
un tassello che s'incastra nell'altro sino a giungere alla
completezza dell'armonia dell'intero mosaico. I vostri
giorni vissuti sono racchiusi nell'opera del mio Tempo.
Stasera la Parola vi presenta Geremia, il mio Geremia, il
mio profeta sofferente che subisce tribolazioni,
persecuzioni e tradimenti a causa della sua fede e della sua
testimonianza: il mio Servo sofferente che mi prefigura
nella sua persecuzione e che più si allinea e collima al mio
Cuore. La sua delicatezza d'animo, la sua profondità
interiore, la sua finezza di sentimenti maggiora il suo
dolore, poiché cozza contro la grossolanità degli animi e
dei cattivi intenti dei suoi conterranei.
A chi mi segue spesso è dato questo pedaggio. Io sono il
Perseguitato; cercano di uccidermi, vogliono lapidarmi, e in
questo Vangelo di stasera Io dico loro: "Per quale opera
buona compiuta mi volete lapidare?". Ma essi non mi accusano
per esse, dato che sanno che il loro atto di condanna per la
mia carità non avrebbe giustificazione, ma mi accusano di
essermi dichiarato "Figlio di Dio" e per questo di aver
bestemmiato! Eppure Io attesto ciò che sono: la mia è una
testimonianza verace, le opere che compio sono prodigi che
attestano la presenza di Dio; ma perché mi avversano? Il
nemico sobilla, incita, acceca, e lo può perché trova il
peccato: coloro che hanno scelto il male e le sue cattive
opere. Io però persisto per portare a compimento il Volere
del Padre mio, la sua missione, la Redenzione degli uomini;
persisto come Geremia sino alla fine.
Figli miei, quando siete nella tribolazione, la persecuzione
si accanisce per la vostra fede, siete colpiti dall' aridità
e dal dubbio, non abbandonatevi allo sconforto: persistete
continuamente nella preghiera e chiedete fede; venite in
chiesa! Il Padre vostro vi risponde, vi parla, sussurra al
vostro orecchio le sue parole dolci, soffia il suo alito
santo e vi infonde coraggio, sapienza, amore, per darvi
forza a superare tutti gli ostacoli che sopraggiungono, e vi
farà già intravedere in fondo al traguardo, ove vi attendo
Io, il vostro Signore e Sposo, con il trofeo in mano per la
vostra vittoria. Ti benedico".
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12 aprile 2014
"Mai come in questo tempo, vedo le fauci del diavolo aprire la bocca
e ingurgitare anime, aiutatemi a salvarle!"
"Mia piccola Maria, stasera voi celebrate la solennità delle
Palme. Io entro in Gerusalemme e la folla stende tappeti di
palme al mio passaggio, inneggia alla mia regalità: è
l'ultima gioia condivisa sulla terra con il popolo, quello
stesso popolo che oggi mi osanna e il giorno dopo griderà a
Me il suo "crocifiggilo!". Quanto è incostante il cuore
umano! É simile ad una bandiera che volteggia a secondo del
soffio del vento, poiché non è ancorato a saldezza nella
verità nell'Amore di Dio. Eppure è per essi, e per tutti gli
uomini, che Io vengo a patire la mia atroce Passione, e
morire. Sono come una madre che grida lo spasimo delle sue
doglie sulla Croce, nel parto indicibile di un'intera
umanità! Chi raccoglie sotto di essa le mie Lacrime, il mio
Sangue? Chi partecipa al mio dolore? Chi si ricorda del suo
strazio? Vengo tradito, accusato, umiliato, crocifisso, ma
in tutto ciò ad essere colpito e processato in Me, è il
peccato. Nel mio tradimento è posto il tradimento degli
uomini contro Dio e fra di loro. Nella mia accusa viene
posto sotto accusa tutto il male compiuto. Nella mia
umiliazione sofferta è l' umiliazione subita nella
prevaricazione dell'uno sull'altro.
Nella mia crocifissione è il peccato che viene inchiodato
alla mia Carne, trafitta e unita alla Croce per far si che
s'immergesse in essa, fosse fuso perché la linfa del mio
Corpo nel mio Sangue lavasse, neutralizzasse e dissolvesse
il peccato di ognuno.
Nella mia morte è la vostra nascita a creatura nuova, a
rinnovata umanità! Quale spasimo di maggiore sofferenza se
non nell'agonia del Getsemani, ove violento la mia natura
umana, quando alla putredine del vomito, emesso dall'intero
genere umano, da dover trangugiare, provo il ribrezzo di chi
volge il capo per il disgusto e lo sforzo inumano contro
tutte le forze che mi si oppongono, me ne abbevero per
darvene liberazione. Eppure dinanzi a tale sacrificio ove
sono gli uomini riconoscenti? Quanti figli vedo perire,
voltarmi le spalle e andare al nemico! Io li chiamo, li
chiamo addolorato: guardo i miei figli finire agli inferi, e
il diavolo che mi deride e mi ghermisce, …quale scherno nel
suo oltraggio, e la mia anima grida: "A che pro? A che
pro?!". Eppure crocifiggo l'anima mia al volere del Padre
per portare a termine il mio martirio. Non lasciatemi solo!
Non lasciatemi solo! La Chiesa e i cristiani mi fanno
memoria in questo tempo di Quaresima e poi per lo più
dimenticano che la mia agonia continua sino a quando il
peccato sussiste, e le creature sono da salvare. Io godo nel
Regno con i miei figli salvi giunti a Casa, ma patisco
ancora: sono il Vittorioso, ma la Pasqua è frutto della mia
Passione! Ora è nella meditazione di essa e della vostra
partecipazione che voi ottenete frutti di Resurrezione nelle
anime. Meditate il mio dolore che è Amore partecipato nella
Carne e nel Sangue, nel Cuore e nell'Anima in una simbiosi
concreta e mistica per dare a voi la salvezza.
La contemplazione della mia Passione sempre dà Redenzione,
come nel mio reale vissuto crocifigge il peccato, redime i
peccatori, sconfigge il nemico, da forza alla mia preghiera,
ed opera. Statemi accanto, asciugatemi il sudore di sangue,
asciugate le mie lacrime! Ho bisogno della vostra
consolazione e della vostra compagnia.
Mai come in questo tempo, vedo le fauci del diavolo aprire
la bocca e ingurgitare anime, aiutatemi a salvarle!
Quando si riconosce un amico? Gli uomini amano maggiormente
stare assieme e partecipare nel tempo dei diletti e dei
banchetti, ma poi abbandonano quando il fratello è nella
prova. Infatti voi riconoscete un vero amico quando vi è
accanto e vi soccorre nel dolore e nel bisogno, e poi, a
guarigione raggiunta, è bello festeggiare e rimanere uniti!
Siate i miei amici, i miei amanti, sarete coloro che
spandono su questa terra, e poi nella Gerusalemme Celeste, i
tappeti al Padre per inneggiare e godere nella gioia della
condivisione la mia Regalità con un'amicizia ormai stabile
per sempre. Ti benedico.
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17 aprile 2014
"Stasera voi celebrate il Giovedì Santo, la notte
Santa in cui vi faccio dono
dell'espressione massima del mio
amore nell' Eucarestia"
"Mia piccola Maria, così come da un ramo spoglio improvviso
appaiono i germogli e poi dallo stupore dello sguardo la sua
fioritura, ugualmente sarà la conversione di tuo figlio.
Stasera voi celebrate il Giovedì Santo, la notte Santa in
cui vi faccio dono dell'espressione massima del mio amore
nell' Eucarestia. Io vado a morire ma non voglio lasciarvi
orfani e soli, e vi dono l'Eucarestia, perché vi lavi e vi
nutra, vi sostenga, vi santifichi. Essa nasce dal mio
Sacrificio: Io piego la mia natura umana al servizio
dell'immolazione. Nella croce traggo tutto il male a Me, per
far si che nella mia Carne e nel mio Sangue venga lavato, e
voi riconquistiate la purezza perduta. Tanto più voi venite
lavati dal vostro peccato e ricreati a mia somiglianza, nel
vostro continuo lavaggio, voi divenite purificatori per il
mondo: voi lo lavate, dato che nella mia Carne è unita e
deposta la carne e il sangue dei vostri fratelli; vi fate
servitori della carità, vi ponete al servizio delle membra
di tanti figli nelle loro povertà e necessità materiali e
spirituali.
Il frutto diretto dell'Eucarestia è la Carità. Divenendo mia
Carne, voi vi fate redentivi: divenite quell'agnello
immolato che s'immola con Me, il sangue del vostro
sacrificio deposto e unito agli stipiti delle porte del
mondo a difesa delle anime delle vostre famiglie; lava
ulteriormente il peccato e allontana dalla presa di morte
del mio nemico, che dovrà passare oltre. L'adorazione al
Santissimo Sacramento, l'amore ad esso, il suo ricevermi
nella verità, vi forma a Me e, con Me, Cristo Signore, vi
ponete in ginocchio, vi piegate al servizio delle creature
che diviene, nella carità vissuta, testimonianza palese del
mio amor, servizio nella carità che, per essere santo,
autentico e fruttuoso, va praticato nell'umiltà. Ve ne do
segno nella lavanda dei piedi dei miei apostoli: Io, il
Signore Dio, mi prostro per lavare; e in essi lavo tutti i
sacerdoti, la Chiesa, l'umanità: ed è per insegnare a voi e
per dare testimonianza dell'umiltà. Ricordatevi!
l'Eucarestia è frutto nel suo lavaggio che porta a servizio
nell'umiltà.
In questa sera santa Io vi dono anche il Sacerdozio in modo
che i sacerdoti perpetuino l'Eucaristia nei secoli. Ma Io vi
offro anche mia Madre, che era nel Cenacolo con Me, nella
sala accanto; e dopo aver comunicato gli apostoli, è Lei la
prima a ricevermi, Lei Madre dell'Eucarestia, Madre dei
sacerdoti. Sono sue le mani che si fanno calice per
contenermi, suo il Grembo che forma il Sacerdozio, suo il
Cuore che vi dona la piccolezza nell'amore. Racchiudendosi
nel suo abbraccio, nel suo valore; e nelle lacrime che
scendono, ricoprendovi, venite ulteriormente lavati e
formati perché viviate una Comunione partecipata e feconda,
un Sacerdozio fedele e santo, un servizio umile fruttuoso.
Venite, seguitemi! io mi addentro nell'orto, e sono solo: mi
apparto nei meandri degli abissi oscuri. Mi accingo a
lottare contro l'intero inferno; e qui saranno ancora le mie
Lacrime, ancora il mio Sangue che vi laveranno.
Accompagnatemi! Ti benedico".
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18 aprile 2014
"Ora Io vivo il Venerdì Santo che prosegue nel vostro:
nelle vostre croci, nelle vostre sofferenze, che conosco
fino all'ultima fibra"
"Mia piccola Maria, oggi nella Chiesa di tutta la terra si
celebra il memoriale della mia Santissima Passione e della
mia morte al mondo. Ho elevato grandi grida e suppliche al
Padre mio perché mi liberasse da essa, ma me ne sono
sottoposto perché solo nel consenso della mia risposta vi
sarebbe stata per voi la salvezza. Chi sarebbe potuto
entrare in Paradiso, chi avrebbe potuto averne accesso? Io
sono la Porta che ve ne dà l'apertura. Il dolore da Me
patito è la chiave che ve l' apre. La mia Passione è stata
uno stillicidio nel corpo e nell'anima. Ogni brandello della
mia Carne è stato lacerato: non c'era un lembo che non fosse
strappato, né pausa fra un frammento e l'altro: tanto la
ferocia degli uomini l'ha colpita scagliandosene contro in
modo tale da farne un ammasso di piaghe sanguinolenti, si da
aver perso l'immagine d'apparenza umana, sicché le persone
che mi incontravano, per il ribrezzo e la paura della mia
visione, si volgevano altrove per non guardarmi. Uno
stillicidio nell'anima simile a un punteruolo che penetra e
squarcia il cuore in tutte le sue parti per l'offesa,
l'oltraggio, l'odio, l'accanimento contro ciò che sono, per
la sofferenza amara nel contemplare il dolore della Madre
mia e il digrignare dei denti dei diavoli visibili e
presenti solo al mio sguardo e a quello della mia Santa
Madre, che beffardi mi presentavano la loro vittoria nelle
anime a Me strappate. Mi si scagliavano contro con i morsi e
i terribili graffi che penetravano sino a scoprire le ossa.
Chi mi ha dato la forza di accogliere pugni, calci,
fustigate, spine, chiodi e lo sputo del rifiuto umano, se
non l' amore? L'amore verso il Padre mio e l'amore per le
creature, che supera il dolore, lo congloba, l'assimila, va
oltre: dolore e amore che si fondono; l'amore che trasfonde
nel dolore la sua potenza, la sua energia che lo eleva e
l'innalza in se: ne dà Risurrezione, e ne vivo la mia
Pasqua.
Ora Io vivo il Venerdì Santo che prosegue nel vostro: nelle
vostre croci, nelle vostre sofferenze, che conosco fino
all'ultima fibra, ne ho conoscenza in ogni sfaccettatura e
nei suoi molteplici toni e aspetti, …e chi più di Me, vostro
Signore Crocifisso? Date a Me il vostro patire, i vostri
affanni: uniteli ai miei! Poggiate il vostro capo sul mio
petto. Imparate da Me ad amare: il vostro amore acquisito si
unisce alla sofferenza, la eleva, l'innalza allo spirito e
la fa risorgere. Con Me sappiate attendere e sperare la
vostra Domenica di Pasqua. Ti benedico".
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19 aprile 2014
Veglia di Pasqua nella Basilica di San Giovanni
a Roma
"Mia piccola Maria,… e sarà vittoria piena! Di queste
creature per cui mi preghi, nessuna andrà perduta.
Ecco, il mio grido potente si eleva e si espande su tutta la
terra, in Purgatorio e nel Regno dei Cieli: "O morte dov'è
la tua vittoria?". Io sono il Vittorioso, io sono il
Risorto! Si, ancora gli uomini chiudono gli occhi a questa
terra, ma Io li riapro alla mia vita: passa per essi la
scena di questo mondo, ma Io offro ad essi il mio Regno, ove
non si scandiscono più le ore, i giorni, l'alternarsi delle
stagioni, l'affanno del domani, ove il tempo più non
sussiste, ma è l'eterno presente e l'abitazione di una Casa,
che è quella dell'Eccelso, che ivi vi ha preparato
meraviglie, che ora non è possibile comprendere, ma il cui
stupore non cesserà nella sua perenne conoscenza.
Il mio Corpo era esanime nel sepolcro, le mie membra morte;
ma il mio Spirito vivo: discese nel luogo dell'attesa dove
gli antichi, con brama, attendevano la loro liberazione, ed
Io li condussi in Paradiso per poi tornare a congiungermi
con quel Corpo inanimato. La mia Energia d'amore l'irradiò e
lo penetrò perché si ricomponesse ad unità divina e
spiritualizzata con quel Corpo che era stato mezzo e
strumento di salvezza e che doveva anche condividerne la sua
gloria.
È per la mia Risurrezione che do vittoria all'esistenza di
tutti: dagli antichi progenitori, a coloro che sono stati
una scintilla, un istante di vita, e per quelli che
seguiranno, in modo che ogni creatura non vada persa nello
scorrere del tempo, nello sbiadirsi del ricordo della sua
memoria. Io sono la vostra memoria che do presenza e valore
alla vostra storia. Siete solo un passaggio su questa terra,
ma io vi offro l'eternità della mia Vita: non siete solo
orme che ricoprono la polvere e ne cancella il vostro
transito; in Me voi divenite realtà preziosa che si fa
incancellabile e permanente.
La sofferenza patita non va perduta ma si innalza e diviene
nobile e feconda: ogni esistenza di chi, pur se non è stato
mai riconosciuto, e dimenticato, nel vostro Salvatore, nel
mio risorgere, acquista visibilità e rilievo. Nell'economia
di Dio niente va perduto, tutto acquista valore e
preziosità: persino il male Iddio cerca di trasformarlo per
volgerlo al bene, e della totalità del vostro vissuto ne
vuole trarre il meglio per far si che se ne raccolgano ori
finissimi con cui adornarvi e ornare i palazzi della sua
gloria.
Il mio grido di trionfo scuote l'inferno, che trema con i
suoi demoni: annichilisce il nemico per decretare il mio
potere che ancora oggi vince, tutt'ora risorge su tutto il
male e grida: "Ove la tua vittoria?". Credete in Me, nella
mia Resurrezione! Voi siete risorti! Ti benedico".
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24 aprile 2014
"In questa terra Io vorrei che la mia presenza si facesse più tangibile,
che ne sentiste il tocco nel cuore, la percezione concreta
che Io sono in mezzo a voi"
"Mia piccola Maria, tutto è nelle mie mani, e nemmeno una tua
lacrima andrà perduta. stasera nel Vangelo Io appaio agli
Apostoli nel Cenacolo, ove paurosi stavano rinchiusi. Io
vengo per portare pace alla loro agitazione, vigore ai loro
timori, fede ai loro dubbi. Vengo a dare testimonianza della
mia natura risorta!
Sto in mezzo a loro presente: sono il Vivente! Li guardo,
parlo loro, mi faccio toccare, li abbraccio, li esorto, Io
Vivo, sono il loro Maestro, carne e ossa, di un corpo che
porta i segni della mia Passione, di ciò che ho patito, ma
che nella sua natura umana ho vissuto e ha subito la sua
trasformazione in un corpo spiritualizzato e divinizzato,
perennemente risorto: vittoria che è la vostra; in Me la
vostra caducità umana trionfa per divenire risorta e santa.
Chi crede in Me non può che avere vittoria.
Io vengo tra gli Apostoli: pur tra le loro paure e i loro
limiti accorro alla loro preghiera incessante che chiede la
mia presenza, il mio segno, il mio aiuto; ed Io vengo in
loro soccorso perché in Me, loro Maestro, acquistino
coraggio, conoscenza, fortezza, per uscire ed andare ad
evangelizzare e a portare la mia Misericordia, il perdono
dei peccati, di un Dio che ama, che va oltre le miserie
degli uomini, oltre le loro povertà e cadute.
In questa terra Io vorrei che la mia presenza si facesse più
tangibile, che ne sentiste il tocco nel cuore, la percezione
concreta che Io sono in mezzo a voi. Ma ove è il desiderio
della mia conoscenza e della mia condivisione come i
discepoli di Emmaus, ove la preghiera incessante degli
apostoli? Dato se così fosse cosa mi arresterebbe? Al posto
delle guerre ci sarebbe la pace, alle malattie la
guarigione, al peccato la conversione, alle angustezze del
cuore la liberà d'amore. Lo testimonia San Pietro nella
prima lettera, quando alla guarigione di uno storpio e allo
stupore della gente dice: "Lo ha guarito la fede in Gesù
Cristo, Colui che avete ucciso, ma che è l'Autore della
vita, il Risorto. La fede in Lui ha salvato quest'uomo!"
Ove Io sono in mezzo a voi? Ove mi faccio più presente su
questa terra? Nell'Eucarestia. Dallo spezzare del Pane mi
riconoscerete. Venite a Me, portatemi la vostra ricerca, il
desiderio di conoscenza e condivisione, la preghiera
fervorosa, e ne riceverete pace, vigore: la fede! Ti
benedico".
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27 aprile 2014
"Chi non vuole credere, non crede, e nemmeno se potesse avermi in visione
e toccarmi crederebbe. E perché questa incredulità?"
"Mia piccola Maria, aver paura è umano, ma quando giungono
quei momenti pensa e di' tra di te: "Il mio Signore Gesù è
con me!". E se Io sono con te, cosa devi temere?
Stasera nel Vangelo io vengo a portare soccorso alla
incredulità di Tommaso. Appaio di nuovo nel Cenacolo agli
Apostoli e lo chiamo: "Metti qua le tue mani nelle mie
piaghe e nel mio costato e non essere più incredulo ma
credente!".
Tommaso mi amava, oh, se mi amava! Ma da artigiano qual'era
di fine manifattura, abituato a trattare e plasmare la
materia nei metalli e gli ori preziosi, soleva comprendere
ciò che l'uomo nella sua opera porta a compimento su questa
terra, e la visibilità della mia Risurrezione era per lui
imperscrutabile.
Dinanzi però alla presenza della mia umanità risorta, di cui
portavo i segni gloriosi nelle carni, egli mi dichiara e
attesta la sua fede e il suo amore: "Mio Signore e mio
Dio!". Tommaso sarà un grande Apostolo della mia
Resurrezione. Quanti in tutte le generazioni continuano ad
affermare: "Ah, io sono come Tommaso, se non vedo e non
tocco, non credo!". Oppure: "Ah, se vedessi il Signore,
comunicassi con Lui, allora io crederei!".
Ma io vi dico: chi non vuole credere, non crede, e nemmeno
se potesse avermi in visione e toccarmi crederebbe. E perché
questa incredulità? Per la durezza del cuore, per non
mettere in discussione sé stesso e il cambiamento della sua
vita. Dato che si, la fede è una grazia, ma va ricercata! Se
un'anima mi cerca in verità, Io non posso che venire in
soccorso; se desidera conoscermi, se mi invoca e mi richiede
nella preghiera, Io accorro. É umano avere dubbi, tempi di
crisi o aridità, ma se mi si vuole Io do risposta al dubbio,
sciolgo gli intrecci dei nodi creati nelle crisi, do
fecondità nella mia luce alla vostra aridità. Se uno mi
vuole ascoltare Io porto la sua anima alla bocca del mio
Cuore e soffio i venti del mio Amore; e mi faccio
percettivo: mi faccio sentire, scoprire, amare. Parlo al suo
intimo, lo prendo per mano e lo conduco per la via del
Cielo.
Stasera preannunciate la giornata della Divina Misericordia.
Essa è nata dall'effluvio dell'Acqua e Sangue scaturita dal
mio Cuore squarciato sulla Croce, offerto a voi per
l'eccesso di amore per le creature. A chi vuole Io trabocco
e travaso i fiumi della mia Misericordia. A chi mi ricerca
Io mi dono senza risparmio: a nessuna è esclusa la via della
salvezza. Credete! Ti benedico".
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30 aprile 2014
"L'uomo deve rinascere dall'alto, rinascere mediante lo Spirito"
"Mia piccola Maria, Io sono con te. Quel che ti dico è ciò
che hai ascoltato durante la Santa Messa e che Io confermo:
"Il povero grida, e il Signore lo ascolta", come dice il
salmo stasera. E non credi che Io ascolti la tua preghiera?
Sono Io che dispongo la tua giornata, che ti assisto nella
tua vita quotidiana: tu, così fragile, così sola, non
potresti sussistere. E per tuo figlio ti ribadisco che si
convertirà; ora come non ascolta la tua parola, ugualmente
non ascolta il mio richiamo, ma per la tua preghiera Io
opero e preparo gli eventi, le situazioni, le persone che
potrà incontrare e a cui darà ascolto.
Ecco, il povero grida e il Signore accorre al suo richiamo.
Perseverate nella preghiera e credete! Sono venuto non per
condannare l'uomo ma per liberarlo. La condanna giungerà
solo al Giudizio quando l'anima avrà persistito, sino alla
fine, al rifiuto del mio amore. L'uomo è prigioniero nella
sua natura umana e nei suoi limiti, e cosa lo libera? È lo
Spirito che libera la materia, è Dio che libera l'umanità. A
Nicodemo che viene a parlarmi, nella lettura di questo
Vangelo dico: "L'uomo deve rinascere dall'alto, rinascere
mediante lo Spirito". È lo Spirito che modella, che plasma
la medesima materia, la natura umana ai suoi fini, che sono
fini altissimi di santità. E come ricevere lo Spirito?
Unitevi alla mia Persona, pregate, usate tutti i mezzi che
Iddio vi ha donato. Io sono lo Spirito, sono la Luce, sono
il Cielo: chi mi prega e a Me si unisce, Io mi trasfondo in
lui; e voi vi fate spirito, luce, cielo. Vi fate liberi. Ti
benedico".
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