Gocce di luce: Gesù parla ad un'anima

       
       

San Giuseppe

 

 

Ave Maria!

 

14 agosto 1996
 "Nessuno può capire l'intensità di questo amore;
Maria e Giuseppe, nella loro purezza e castità, si sono amati molto"

"Mia piccola Maria, non ti preoccupare se non ti ricordi tutto quel che ti dico. Può un'anima, che ha avuto la grazia di contemplare in visione la vostra Mamma Celeste, descriverne esattamente la bellezza? Può forse descrivere la luce che la illumina? Può farne solo una vaga descrizione. Così tu non puoi riscrivere il tono con cui parlo, la dolcezza, il calore o le precise parole che partono dal mio Cuore divino. Tu basta che riporti l'essenziale, il succo, che già mi contempla e porta il mio segno: sono le gocce di santità che traboccano dal mio Cuore.

Io vengo a rivelarti il mio Cuore, che è simile al Cuore della vostra Mamma Celeste: …si fondono! Uno ha una natura divina, l'altra umana. Ma si sono così donati, e fusi l'Uno nell'Altro, da essere complementari. Da Essi, da questi Cuori, nasce la santità, e voi dovete trovarne, assorbirne le gocce, gocce che giungono a voi per essere santi.

Sei chiamata a vivere nella piccola casa di Nazareth: tu qui conosci, ti viene rivelato, insegnato, come amano, operano, pensano Gesù, Maria e Giuseppe; la santità della loro vita, della loro essenza. Sei chiamata tu, per prima, ad immergerti in questi Cuori, ad assorbirne le gocce, gocce di santità da vivere in te, e da trasmettere poi ai tuoi figli sacerdoti.

Come vorrei che i sacerdoti, alle fonti di questi Cuori, ricevessero la rugiada della santità, e soprattutto i miei nuovi sacerdoti, che formeranno la mia Chiesa, improntata alla spiritualità del Cuore di mia Madre: un Chiesa ricostruita sull'offerta dei figli del suo Cuore.

Oggi la Chiesa celebra un eroe di santità: San Massimiliano Maria Kolbe. Egli anticipa, nella sua vita, abbagliato dalla Grazia, alla quale ha pienamente risposto, anticipa le meraviglie di salvezza del Cuore Immacolato di Maria. Egli anticipa la spiritualità che sarebbe stata poi annunciata e vissuta nei vari Movimenti Mariani.

Oggi si ricorda di lui il suo martirio, ma ti dico: la sua vita è stata tutta un'offerta d'amore. Già dal grembo della sua santa mamma era un'offerta, nella sua innocenza di fanciullo, e fino al suo sacerdozio, dedicato e vissuto nel Cuore di Maria, nelle incomprensioni e nelle difficoltà dei suoi confratelli, per l'apostolato all'Immacolata, al Cuore di questa Mamma.
Alla sua Passione, vissuta nel campo di concentramento, dalle persecuzioni anche fisiche sino all'offerta della vita per altre creature. Era un'offerta non solo per salvare un solo uomo, ma per donarsi, con amore e generosità, per la diffusione dell'Immacolata (dei suoi sentimenti, dell'amore che risiede nel Cuore Immacolato di Maria) nel mondo e nella Chiesa, per riparare le offese arrecate a Lei, e per la fine della guerra.

Nessuno conoscerà mai i segreti dell'offerta di tante anime sante. Che profondità hanno avuto! I frutti che ne hanno portato non sono visibili. Così è con Massimiliano: nemmeno la Chiesa sa il frutto della santità che egli ha donato, dove è potuto giungere, in quali cuori. Ma Dio, che tutto vede, non dimentica mai nulla. Egli ricorda, nella totalità, ogni gesto, e persino il bicchiere d'acqua dato (*), e tutto valorizza.

Massimiliano ha amato la Madonna, e da Lei ha potuto acquisire le gocce di santità del suo Cuore, ricoprirsi del suo Manto di candore immacolato, e così vivere, ricevere, il rosso dei dolori di questa Madre, il suo martirio, per riviverlo e offrirlo. Così vorrei i miei sacerdoti: pieni di questo Amore di purezza, e rosso del dolore della propria offerta.

Come poco si contemplano i dolori di mia Madre, il valore che essi hanno; davvero Ella è Regina dei martiri! Ancor nel grembo materno la Madonna si offriva, si offriva nella sua infanzia e fanciullezza, nella sua preparazione a Madre, e ancor maggiore si fa la sua offerta con Me. Mi donava continuamente al Padre, mi curava ed amava, come la più tenera delle madri. Mi donava al Padre, quando ero nascosto in un piccolo e tenero bimbo da crescere (così come voi adorate Dio nascosto nell'Eucaristia), mi donava, guardando, contemplando, il suo Signore dei cieli. Mi vedeva già ricoperto di piaghe, con le manine e i piedi trafitti dai chiodi, e insanguinato. Vedeva il mio corpicino martoriato e ricolmo di dolore. …Mi ristringeva per proteggermi, e con il Cuore mi offriva, mi offriva al Padre.

La chiamavo, la chiamavo continuamente, e Lei con un'infinita pazienza, mi rispondeva sempre senza lasciarmi mai. Mi offriva, e offriva Se stessa nelle privazioni, nelle fughe, nel pazientare con le persone, nelle critiche delle donne a Nazareth, alle quali rispondeva con silenzio e mortificazione, pazientava nel lavoro non pagato, e nelle ingiustizie.

Il suo dolore poi continua con la malattia di Giuseppe. Nessuno può capire l'intensità di questo amore; Maria e Giuseppe, nella loro purezza e castità, si sono amati molto. E, per Maria, perdere l'appoggio di Giuseppe, è stato un grande dolore. Lo ha curato con tanta sollecitudine, non trascurandomi, e cercando di adempiere pure al lavoro fisico, per poter vivere.

Mi ha seguito nel dolore del mio insegnamento (**): sentiva tutti i miei stati d'animo, le incomprensioni, il dispiacere ricevuto. Ha sentito il mio martirio nell'orto e il tradimento dei miei, la verga che penetrava nella mia Carne, i chiodi che mi trapassavano, il dolore smisurato nel mio Cuore e l'indifferenza e l'odio delle creature. Tutto ha partecipato e sofferto, donando. Ha sentito il mio Cuore dilaniarsi da tanto amore respinto. Il mio ultimo grido, dopo il Padre, è stato per Lei: un grido soffocato "Mamma!", un'invocazione di aiuto e di ringraziamento per il suo sostegno e il suo amore.

Mia Madre mi ha aiutato a tenere le braccia aperte, a non distaccarmi dalla Croce. Il suo amore mi ha dato forza e consolazione. Dopo la mia morte ancora le sue braccia mi attendevano, e mi ha ricolmato di baci, contemplando tutte le mie piaghe: le sue lacrime si univano al mio Sangue. Mi stringeva come quando ero piccolo. Mi accompagna al sepolcro, e ancora le sue mani mi coprono, e mi dona baci al Volto e ai Piedi. Chiusa la pietra, il suo Volto si appoggia ad essa, …che rimane bagnata dalle sue lacrime. Tutto in Maria è dolore, offerta e adorazione.

Mia piccola Maria, sei chiamata anche tu a ricoprirti del Manto Immacolato di Maria: il rosso del dolore del martirio del suo Cuore, l'essenza della sua vita, del suo Spirito. Sei chiamata alla donazione; e se non sarà un martirio con lo spargimento del sangue, sarà un martirio, nell'anima e nel corpo, di lacrime che diventano sangue; ma sarai ricoperta del mio preziosissimo Sangue, che darà forza.

Ecco la via di Maria! É la strada che porta dritta a Dio. Verrà ostacolata dal maligno, ma saranno sempre vittoriosi coloro che la percorrono. In essa si conosce la mia intimità. In essa non ci sono errori di fede o eresie ad attraversarla. Questa è la strada dei forti, la strada dei miei Santi. Ti benedico".

(*) Mt 10, 42
(**) Nella vita pubblica

 


 

 2 dicembre 2008
 "Siate piccoli, vivete l'infanzia dello spirito!"

"Mia piccola Maria, rimani nella fiducia e nell'attesa. In quest'atteggiamento ti voglio. Se chiedi una cosa santa come non potresti essere esaudita? Nella fiducia e nell'abbandono vedrai compiere l'opera di Dio in te. Solo chi rimane nella fiducia e nell'abbandono in Me è gioioso, è felice; è colui che non chiede che ciò che il Signore gli dona, vive del giorno presente, senza pensare al suo futuro, compie opere solo per amore di Dio. Ciò lo rende libero. E chi è così fiducioso e abbandonato se non chi è umile, semplice, povero? É agli umili, ai piccoli, che Iddio si compiace di rivelare i suoi segreti, di manifestare la sua Sapienza. Siate piccoli! Vivete l'infanzia dello spirito; vivetene voi l'affettuosità, la confidenza. E …quando giungono le prove e i dolori?!… Chi è umile e piccolo si fida del Padre, che lo ama, e sa che è per un bene maggiore, che Dio combatte con lui tutte le sue battaglie. Chi è umile si tuffa e vive del suo Amore! Tutti dovete vivere la piccolezza: la Chiesa, che è ancora troppo grande, e cerca il potere e il prestigio, deve farsi umile, e povera, per ricalcare i tratti del suo Signore, di Gesù Cristo. I sacerdoti, troppo legati ai compromessi, i giovani, le famiglie, ogni creatura deve vivere l'obbedienza, la purezza, la Verità. E ciò è possibile nella piccolezza interiore. Chiedete alla Madonna, lei l'umile per eccellenza, a San Giuseppe, che l'ha seguita fedelmente, e al mio Cuore divino, che è l'umiltà, e ve ne donerò per quanto il vostro possa contenerne. Ti benedico".

 


 

18 dicembre 2008
"Giuseppe corre, pieno di gioia, a prostrarsi, adorante,
dinanzi al Grembo di Maria, per adorare il Verbo Incarnato in Lei"

"Guardate stasera alla Madre e a San Giuseppe, che dinanzi all'evento di una maternità straordinaria, non comprensibile umanamente perché non cooperata dall'uomo, ma tutta irrorata dallo Spirito; poteva essere compresa solo da chi è fiducioso, abbandonato, e tutto irrorato dallo Spirito.

La Madonna si abbandona totalmente alla Volontà del Padre, non dà spiegazioni, non dà giustificazioni ma, tutta fiduciosa, lascia al Padre che sia svelato il Mistero del suo Disegno. Giuseppe, uomo giusto, l'uomo delle virtù, timorato di Dio, si abbandona alla preghiera, offrendo il suo dolore, e che fosse il Signore a dare luce, svelasse il suo piano. Dio viene a rispondere, dà luce perché sia manifesta la Verità, e Giuseppe corre, pieno di gioia, a prostrarsi, adorante, dinanzi al Grembo di Maria, per adorare il Verbo Incarnato in Lei. Da allora egli fu così sollecito, premuroso, vigilante alla Maternità della Madonna, e così operoso e protettivo verso Colui che, Bambino, si formava nel Grembo di Maria, ed era il suo Signore. Nessuna madre sarà così offerente e donativa come la Madonna, nessun padre sarà mai così amoroso, premuroso, attento, protettivo come Giuseppe. Imitateli! Consacrate le vostre famiglie alla Santa Famiglia: quante famiglie si salveranno!...".

 


27 dicembre 2008
"San Giuseppe, così operoso e rinomato per il suo buon lavoro,
quanto ha dato nei suoi lavori gratuiti per i poveri miseri!"

"Oggi la Chiesa guarda e indica la Santa Famiglia, la mia Santissima e Benedetta Famiglia. E perché è così Santa? Perché ha vissuto nell'adorazione di Dio, ha operato, amato, servito in funzione all'adorazione del Padre, nel suo primato; tutto ha sottoposto e ha vissuto, dando motivazione nella priorità di Dio. L'adorazione ha arricchito, ha travasato nel loro amore, che non si è chiuso a sé, non ha vissuto per sé, ma si è completamente donato e offerto al suo Signore. Quest'amore condiviso e ricambiato tra il Padre del Cielo e fra di noi, ha traboccato per riversarsi su tute le creature. Di questa adorazione Io ho partecipato e sono cresciuto. Di quest'Amore mi sono nutrito, Io, l'Amore, me ne sono inebriato per riempirmi e fondermi in Esso, ed essere così maggiormente pronto ad amare nel tempo estremo della mia Crocifissione.

La Santa famiglia viveva nella preghiera: una preghiera personale e poi unitiva, comunitaria; una preghiera continuativa di amore e dialogo perenne tra Dio e tra noi. La Santa Famiglia ha vissuto nel lavoro e nel servizio. Quante volte la Madonna, dopo aver intessuto di preghiera la sua giornata, e supplito all'intero servizio alla sua famiglia, va e accorre per porsi in aiuto di tante famiglie bisognose, nell'assistenza ai malati, al capezzale dei moribondi!

San Giuseppe,così operoso e rinomato per il suo buon lavoro, quanto ha dato nei suoi lavori gratuiti per i poveri, trattenendo solo il necessario per la giornata quotidiana, e donando tutto il resto al fabbisogno dei miseri! La Santa Famiglia è stata la carità vissuta. Imitatela, chiedete ad Essa, pregatela per averne una piccola parte di Sé, pure una briciola, e avrete la salvezza e la santità.

Non ti smarrire per la tua famiglia, credi che, se uno solo rimane fedele nell'adorazione a Dio, nella preghiera perseverante, nel servizio e nell'operato offerto al Signore, in quella famiglia è entrata la salvezza, è entrata la santità. Ti benedico".

 


28 dicembre 2008
"Come Bambino, come Figlio, restavo incantato a rimirare
le virtù, l'operosità, la protezione di Giuseppe"

"Oggi celebrate la Santa Famiglia. Ecco, Io vengo a dirvi di come vi abbia vissuto nella mia persona. Come Dio, mi sono nutrito, ho partecipato di questo Amore, me ne sono abbeverato e ne ho ricambiato, irradiando l'Amore. Come Bambino, come Figlio, restavo incantato a rimirare le virtù, l'operosità, la protezione di Giuseppe: nessun figlio è stato così unitivo al proprio padre.

Con la Madre mia mi sono ricolmato del suo amore materno, completo, sollecito. Mi sono lasciato plasmare da Lei, che istruiva alla Sapienza Colui che era la "Sapienza". Mi plasmavo nell'obbedienza, nella docilità, nella disponibilità al dono, perché fosse fonte continua di meriti, e l'umanità ne potesse attingere tutto il tesoro. Invocate, ricorrete alla Santa Famiglia! Per i meriti da loro acquisiti voi potete avere continue sorgenti di grazie. Ti benedico".

 


 

29 dicembre 2008
"É là San Giuseppe: pronto, vigile a sostenere l'offerta del Signore,
della sua Santa Sposa, e a fare, Egli stesso,
dono della sua vita a Dio, unendosi ad Essi"

""Mia piccola Maria, la mia terra è bagnata da lacrime e sangue, ma Io trasformo queste lacrime e sangue, in salvezza. Il mio Cuore è squarciato da questo dolore perché viene dal peccato, ma per questo Io vi sono nato e passato, e il mio Sangue vi ho versato. E nel mio Sangue tanta sofferenza viene trasformata in un martirio di redenzione.

Dai questi fogli, sii solerte, è tempo! Le paure che ti vengono, vengono dal maligno. Va bene essere il più possibile accorti nello scrivere, ma se c'è qualche minimo errore, non temere, ci sono Io che copro: è la mia opera!

Ecco, Maria va ad offrirmi al tempio, ed ogni passo è un passo di gioia, e anche di dolore. Di gioia, perché sa che questo suo Bambino, suo Figlio, sarà Redenzione per l'umanità intera. E dato che Ella stessa si era offerta al Padre come vittima per la salvezza degli uomini, Iddio gliene dà modo, senza che prima ne sapesse, e cioè mediante una Maternità che le avrebbe squarciato il Cuore, una Maternità trafitta dal dolore. Maria va nel dolore. Ella conosce bene le Scritture, e sa che questa offerta sarà bagnata dal Sangue di un martirio duro, gravoso. … Ma non indietreggia!

É presente il Padre a questa offerta, che accoglie, benedice, dopo generazioni di secoli, durante i quali gli sono stati offerti sacrifici di animali, sangue impuro, Gli viene donato ora il Sangue di Cristo, il suo Sangue! L'unico degno di essere dato in riscatto, poiché chi può riparare un Dio se non un Dio stesso?

Il Sangue di Cristo si unisce alla Maternità trafitta di Maria: divengono un'offerta all'unisono, si fondono per essere dono unico al Padre, perché gli uomini in essa possano ritrovare la rigerenazione ad una vita nuova, una vita santa. Ciò è per quei figli che l'accolgono, che vi si irrorano, vi si immergono, vi si nutrono per averne la santità, dato che, chi si unisce all'offerta del Sangue di Cristo e alla Maternità della Madre, si fa Egli stesso offerta con la sua vita, che viene così irrorata, non potrà che essere accolta, benedetta da Dio. Diventa una vita santa.

É là San Giuseppe: pronto, vigile a sostenere l'offerta del Signore, della sua Santa Sposa, e a fare, Egli stesso, dono della sua vita a Dio, unendosi ad Essi. Giuseppe ancora aiuterà voi ad essere fedeli, a proseguire nel cammino, ad essere offerta per il Cielo.

PregateLi, pregateli, quando giunge il tempo duro, perché vi aiutino ad andare avanti, a non indietreggiare. Ti benedico".

 


 

19 marzo 2009
"Giuseppe in Paradiso ancora si apparta,
ancora quasi si nasconde, ancora vive della sua umiltà.
É così grande Giuseppe, e per questo è così umile"

"Oggi il Paradiso guarda a Giuseppe. La Chiesa Lo celebra, e molte sono le preghiere che giungono qui in suo onore. Giuseppe in Paradiso ancora si apparta, ancora quasi si nasconde, ancora vive della sua umiltà. É così grande Giuseppe, e per questo è così umile. Tanta umiltà non può che vivere nella grandezza della santità. Al suo passaggio, tra i viali del Paradiso, anche i fiori s'inchinano, ed Egli ne rimane confuso. Ah, quanto ho amato questo Padre! Quanto mi è caro! Iddio ha trovato solo Giuseppe, l'uomo che maggiormente porta impresso in sé i caratteri, i segni, che sono più simili alla sua Paternità, e che egli ha vissuto in pienezza, alla mia custodia, per l'intera vita.

Il silenzio di Giuseppe era il silenzio di Dio. La sua operosità, la sua sollecitudine, la sua custodia era quella di Dio. La sua difesa, la sua protezione, la sua umiltà portava il segno di quella di Dio. Il cuore generoso di Giuseppe…! Egli ha esercitato continuamente la carità, prima all'interno della sua famiglia, cercando persino di alleviare il lavoro alla Madonna, per lasciarle più tempo per la preghiera; sapeva quanto la sua preghiera fosse eccelsa e come ne avesse bisogno, e come ne necessitasse l'umanità. Nei miei confronti, curandomi in un amore profondo, e di un ardente adorazione nella mia Persona, quando, dovendomi dare i vari dettami, mi si poneva prima in ginocchio, chiedendomi perdono di osare, ma poi m'insegnava, come il più premuroso dei padri. Da piccolo, quante volte mi prendeva in braccio per far sì che Io prendessi il riposo. Il suo Cuore generoso si esercitava tra i concittadini, nella sua famiglia originaria, dando ciò che il ricavato del lavoro poteva essere in eccesso, dando il suo lavoro manuale, che era rinomato in lavori gratuiti, sempre pronto al servizio, all'aiuto.

Per questo Io vi dico: consacratevi al mio Cuore divino, consacratevi al Cuore Immacolato di Maria, ma consacratevi anche al Cuore di Giuseppe. Egli stamperà nel vostro i suoi sentimenti, le sue virtù. Consacrate le vostre famiglie a Giuseppe, i vostri figli, la loro educazione. Egli se ne prenderà cura, così come si è preso cura di Me. Consacrate la vostra vita spirituale; Giuseppe, da Padre, ve la eleva in una crescita costante nell'Amore di Dio. Consacrate la vostra morte a Giuseppe. Pregatelo sovente, spesso. Affidate a Lui il vostro transito: Egli vi accompagnerà nel dolce sonno, per prendervi per mano, e introdurvi dinanzi al Giudizio, di cui vi sarà Avvocato.

La Chiesa Egli la protegge, la difende, ne è il Patrono: Lo ritrovate in Essa, accanto, in umile adorazione con gli Angeli e con la Madonna, dinanzi a tutti i tabernacoli, ove, sulla terra, il mio Cuore pulsa; ove è presente la mia Persona, Giuseppe è lì e mi ama. Mi è sempre vicino, come quando lo era nella mia esistenza terrena. AmateLo, pregateLo! Voi non sapete quanti tesori di grazie si ottengono da mio Padre Giuseppe. Ti benedico".

 


 

1 maggio 2009
"Affidatevi a Giuseppe!"

"Mia piccola Maria, pensa ad affidare e consacrare al Cuore e alle mani di Giuseppe la tua vita, le tue opere, le tue incombenze. E come se ne prende cura Giuseppe! Giuseppe è il Padre che accorre di corsa dai figli che l'invocano, chiedendo il suo aiuto. E su quelli per cui viene pregato, e per molti, che nessuno sa che sono lontani, perché più bisognosi di aiuto e di Dio. Egli è Colui che ha sfamato l'Autore della vita, ancora con quanta sollecitudine paterna accorre per sfamare le fami delle creature: la fame fisica, ma ancor più Egli desidera che sia invocato per esser guida e sfamare nella vita dello Spirito, ed indica la via che Egli ha percorso, che è quella dell'Adorazione. Ancora intorno al mio trono Egli mi adora, e Mi adora in tutti i tabernacoli della terra. Tutt'ora Egli si cela nella sua umiltà, lascia che sia la Sposa, la Madonna, a ricevere l'intera Luce, gli elogi, l'onore; lascia che gli passino avanti gli Angeli, i Santi, e Lui, nel suo grande amore, si nasconde, sicché Io allora Lo chiamo e Gli dico: "Padre mio, vieni!". Gli affido ancora tanto lavoro da operare nel mondo, ma Egli opera nello Spirito, collaborando nell'aiuto della salvezza delle anime.

San Giuseppe và, e con quanta sollecitudine, và ad asciugare lacrime, và a condurre verso le ascese celesti, và a chiudere gli occhi al termine del proprio tempo per farli aprire al mio sguardo. Giuseppe accorre, viene. Affidatevi a Giuseppe! In tutto Egli opera: nell'anima, nella vita, nelle vostre intenzioni; esse cresceranno al suo Cuore, buono, giusto, santo, e cosa ne fa di voi? Con quale cura Egli vi porterà sino alle altezze dei cieli.

Dio ama tutte le creature, ma su alcune si diletta e si protende con predilezione, e San Giuseppe è al centro del mio Cuore. Quanto mi ha amato questo Padre, quanto Io Lo amo! Ti benedico".

 


 

29 novembre 2009
"Giuseppe si unisce, con più trepidazione e fusione,
alla preghiera della sua Sposa, ed è ancor più sollecito verso di Lei.
Egli prega molto…"

"Oggi inizia l'Avvento. Il periodo di attesa e preparazione al Signore che viene e nasce al mondo. Vi è richiesta la vigilanza e un cuore che brama il suo incontro. Le figure di creature che hanno atteso il Signore e preparato la sua venuta sono, per eccellenza, Maria e Giuseppe. Il Cielo stesso, con tutte le sue creature, è trepidante della sua Nascita, e così i giusti, coloro che erano nel luogo dell'attesa per risorgere, e così i santi che sulla terra conoscevano le sacre Scritture, e con preghiera e sacrifici offrivano, per la venuta del Messia, tanto atteso, dai tempi più antichi. In Maria, il cui tempo si fa prossimo al parto, si fa più intensa nella preghiera, si ristringe in un colloquio più intenso e confidenziale con Me, la sua Creatura e Signore. Il peso del Grembo suo, che si fa più grave, fa sì che unisca alla preghiera il sacrificio delle incombenze della sua Maternità nel sacrificio del lavoro e del faticoso viaggio verso il completo abbandono in Dio.

Giuseppe si unisce, con più trepidazione e fusione, alla preghiera della sua Sposa, ed è ancor più sollecito verso di Lei. Egli prega molto, anche nel suo intimo, poiché si sente così inadeguato, incapace, così fuori misura per essere colui che sarà il padre, il custode del Figlio di Dio. La sua preoccupazione si fa gioia e pena, e quindi all'orazione essi uniscono la sofferenza. Donano tutto ciò che possono avere in casa, che può essere di bisogno ai fratelli, per unire alla preghiera e al sacrificio, la carità nell'accogliere le richieste di chi viene a bussare al loro uscio, ed è sempre accolto. Tutta questa azione di preparazione si fonde per formare un'unica offerta totale d'amore, che accompagna e prepara la mia Nascita.

Pure a voi è richiesta la preparazione e la vigilanza nella preghiera, in un ponderato sacrificio e nelle opere di carità perché formi il vostro cuore, lo arricchisca, pronto ad accogliere l'incontro con il Signore, che viene, sia nel tempo della Nascita di ogni anno nel Natale, ma pure quando Lo ricevete in ogni Eucaristia, o quando l'anima vostra è giunta al traguardo di questo mondo per pervenire nel Regno, nell'incontro con Cristo nel Giudizio. Quest'incontro con Dio, che viene a voi, vi trovi pronti nell'amore, che si forma nei mezzi che Egli vi offre per essere degne culle che Lo ricevono in sé. TI benedico".

 


 

2 dicembre 2009
 "La santità nasce dalle mani di Maria, che vi plasma
sino a quando siete maturi per entrare nella sua casa di Nazareth,
ove vivrete con Me, il Signore, la Madre Santissima, San Giuseppe"

"Mia piccola Maria, sono Io la santità, sono Io che ti conduco alla santità. Sono Io che ti prendo per mano e, nel tuo percorso di vita, ti infondo la mia santità. Voi siete simili a tronchi di alberi naturali, di cui Io sono la linfa dello Spirito, che li fa vivere, li fa fiorire e fruttificare. Senza di Me non potete avere santità. La santità nasce nel riempirvi della mia Persona, di ciò che Io sono, e ne ricevete l'amore, la sapienza, le virtù con cui dovete spennellare l'opera del disegno che Dio ha tracciato per voi, perché ne abbiate i suoi colori; e compiuta l'opera, il Signore vi passi accanto e, compiaciuto, riconosca che è la sua Opera.

La santità, come dice bene il sacerdote, nasce dalle mani di Maria, che va dritta al centro del mio Cuore, per l'ascesa più breve che vi conduce a santità. É Colei che vi fa nascere ad essa e vi forma, vi plasma, vi cresce, sino a quando siete maturi per entrare nella sua casa di Nazareth, ove vivrete con Me, il Signore, la Madre Santissima, San Giuseppe. La casa di Nazareth celeste, ove coesistono Santi maggiori o minori, poiché ognuno, per entrare in Paradiso, ha raggiunto la purezza della sua santità, quel progetto che il Signore gli ha dato da compiere. E coloro che già dalla terra sono stati eccelsi e maggiori nella santità, si rallegrano, si deliziano di andare da quelli più piccoli per arricchire maggiormente; ma tutti sono colmi di ciò che il Signore ha donato ad essi per la loro santità. Sono ripieni, come dei recipienti, nelle loro anime, hanno portato a compimento il loro bel disegno, hanno coltivato tutto il piccolo orto, e ne hanno dato frutti buoni di santità. La santità è farsi Me, nutrirsi di Me,e con Me farsi pane santo che nutre nell'amore.. Ti benedico".

 


 

22 dicembre 2009
"la Madonna è prossima al parto, Giuseppe L'accompagna nella preghiera

 "Mia piccola Maria, giubila, la Madonna è prossima al parto, Ella è in cammino, e il suo viaggio è vissuto nelle difficoltà, tra i disagi, è gravoso. Ma Lei rimane in continuo colloquio con Me, il suo Figlio divino, che vive nel suo grembo.

Maria non sa come avverrà la Nascita, chi l'accoglierà, come sarà il parto, Lei che è Vergine, ma si affida completamente alla Volontà del Padre. É completamente abbandonata e fiduciosa in Lui. É tranquilla e si fida totalmente della sua Provvidenza. Giuseppe L'accompagna nella preghiera, ma egli è più pensoso, poiché, come capofamiglia, sente tutto il peso della responsabilità e della grandezza di questa nascita.

La Madonna giubila, grida il suo magnificat nel tempo della gratitudine per il dono della vita e della mia Venuta, per la riconoscenza, per le meraviglie che Iddio compie in Lei. L'intera sua esistenza è un magnificat, un inno di lode e di adorazione a Colui che è. E il suo magnificat è canto perenne dell'intero suo cammino terreno, sia nei momenti di giubilo, come nel tempo della Croce nella santissima Passione, ove Maria canta il magnificat in un inno di dolore e di offerta, lo continua nella sua solitudine di Desolata: dalla missione da compiere per la Chiesa nascente sino al compimento perfetto al Cielo.

In Paradiso ancora il suo magnificat continua, con i Santi e gli Angeli, per glorificare la Santissima Trinità, e canta il magnificat per le anime purganti che gemono e soffrono, per i figli della terra che non cantano più. Ella inneggia l'inno della gratitudine, della lode, dell'adorazione, dell'amore per voi, che non ne siete più capaci. Guardate a Lei, andate a Lei perché vi insegni e vi faccia parte di Sé, per essere capaci di dare il vostro magnificat. Sia così la vostra vita, nel tempo del gioire come in quello del dolore, un canto d'offerta a Colui da cui tutto proviene, e ogni cosa vi è stata data in dono. Ti benedico".

 


 

23 dicembre 2009
"Per Giuseppe, verso Betlemme,
la stella si fa più lucente per indicare la strada"

"Mia piccola Maria, …ecco, s'approssima la mia nascita. Nella notte, per Giuseppe, verso Betlemme la stella si fa più lucente per indicare la strada. Già in lontananza, s'intravede la piccola Betlemme; non manca che un giorno di cammino per arrivare, ma c'è bisogno di fare soste, dato che la Madonna ha bisogno di fermarsi per riprendere forza: Ella sente in Sé l'approssimarsi della mia nascita, e per far riposare il povero asinello, che ne porta il peso.

Betlemme è stata scelta, essa così piccola e sconosciuta, per la nascita del Signore, così come Iddio sceglierà sempre, per i suoi disegni, ciò che è piccolo e nascosto al mondo.

Giunto ad essa, Giuseppe è così preoccupato di trovare un'abitazione che accolga la mia Venuta, ma… quanto bussare invano!… Quanti no al mio incontro! Ed è dolore, non tanto per le loro persone, ma per Me, per il rifiuto alla mia Persona. É il primo incontro e scontro con la durezza del cuore degli uomini, che non mi accolgono perché vedono la povertà dei viandanti, in Maria e Giuseppe. Non sono nobili cavalieri o ricchi mercanti; le porte per essi si sarebbero aperte, ma per loro poveri, poveri pellegrini, che non hanno denaro per risarcire...

Maria e Giuseppe sanno che Iddio non li avrebbe abbandonati, e viene offerta loro una grotta, poco distante dal paese, una grotta che è una stalla, poiché fa da riparo agli animali. Quanto si dà da fare Giuseppe per renderla più accogliente e pulita, per essere al meglio degna di ricevere la nascita del Figlio di Dio, mentre la Madre mia si racchiude in una profonda, intima orazione, che La unisce, in un dialogo e in un abbraccio di fusione, al Padre Celeste, ponendosi in attesa del parto.

Ecco, nasco in un piccolo paese, già rifiutato e non accolto, nasco nell'umiltà, nella povertà e nell'abbandono totale alla Volontà del Padre mio, nel silenzio di un'orazione profonda: queste sono le disposizioni che mi fanno nascere.

Oggi, figli mia, quanto chiasso, quanto commercio! Quanta abbondanza nelle tavole, che fa dimenticare il senso della mia nascita! Tutto ciò mi allontana dal cuore e dallo spirito. Ci vorrà ancora altro tempo per far sì che l'uomo possa tornare a vivere questo, e comprendere che il Natale è Natale quando si fa condivisione con chi vive nell'indigenza, con chi ha bisogno, quando si sa condividere con il fratello ciò che ha. Ciò sarà quando saprà vivere la mia nascita. Ti benedico".

 


 

24 dicembre 2009
"Come preparare la mia nascita?
Così come l'hanno vissuta Maria e Giuseppe:
in preghiera e profonda adorazione"

"La mia Nascita è prossima. La stella cometa si è fermata a Betlemme, ed anche Maria e Giuseppe vi sono giunti e si mettono alla ricerca di un alloggio, e ne ricevono il rifiuto. Betlemme, pur prescelta da Dio, non li accoglie, e questo perché i suoi abitanti non hanno luce, non pregano, e non sono quindi irrorati dallo Spirito Santo, che avrebbe dato luce al mia Venuta ed accoglienza, o quantomeno avrebbero avuto carità umana per dei poveri pellegrini e per una madre nell'attesa del parto. Questo gelo nei cuori non mi fa riconoscere e non mi riceve.

Oggi ancora quanto gelo, quanto ghiaccio! Se guardo tutt'intorno a voi vedo un mondo immerso in tanto gelo poiché non si prega e non si sa attendere e accogliere la nascita di Cristo. Io però vi dico che ugualmente nasco, ogni volta nell'Eucaristia, in ogni Santa Messa, in ogni cuore che mi ama, in ogni atto di carità sincera, Io nasco. É l'amore che mi fa nascere, e basta una scintilla d'amore per sciogliere tanto gelo. L'amore sarà sempre più grande, trionferà sempre.

Come preparare la mia nascita? Così come l'hanno vissuta Maria e Giuseppe: in preghiera e profonda adorazione, nell'abbandono fiducioso della propria vita al Padre celeste, condividendo con chi è povero, misero ed ha bisogno. La mia nascita avviene nel dare a chi vive indigente e, pellegrino, bussa per avere ristoro, e in chi mi adora, prega e ama, ripara e consola nell'Eucaristia, nella quale vivo, e sono così abbandonato e non amato.

Nel vivere queste condizioni voi aiutate la mia nascita, il mio venire continuamente nel mondo. Vi fate stelle comete, che portano in sé la luce che aiuta i fratelli a riconoscere la grotta, ove Io nasco, perché mi incontrino, mi adorino e partecipino alla mia nascita. Il freddo si trasformerà in tanto caldo nel cuore. Ti benedico".

 


 

24 dicembre 2009
"Nella notte santa"

"Ecco, Io nasco nel tempo della storia umana, nasco per venire tra gli uomini, nasco perché la mia nascita sia nascita per essi, poiché se non si nasce in Me, non c'è nascita al Cielo. Solo se parteciperete della mia nascita voi potrete vivere e venire in Paradiso. In questa notte sono molti i cuori che tornano a nascere a Me, che guardano verso la capanna di Betlemme e il divino Bambino. Ma ancora sono i più, i tanti che, pur cristiani, non comprendono la mia nascita. Festeggiano al mondo, si appesantiscono e si riempiono di cose vane, che li allontanano e non la comprendono.

Come capire la mia nascita? Ripercorrendo i passi di coloro che ve l'hanno indicata e percorsa, e che hanno lasciate le orme, che sono Maria e Giuseppe, e nel vivere la piccolezza, la piccolezza, la piccolezza! La piccola età del cuore ve lo fa capire e amare, vi distacca dal mondo, da tante esigenze umane, che non hanno così più attrattiva, ne divenite distaccati, dato che la piccolezza vi stacca dalla terra, vi mette le ali, vi fa volare in alto per conoscere i misteri di Dio.

Il demonio fa di tutto per gravarvi, per assordarvi, per colmarvi di vuoto e di cose inutili; ve le rende vitali, sicché si fanno catene, che pesano e portano ai precipizi degli inferi. Solo nel distacco, nell'umiltà voi adorate il divino Bambino, vi fate come Lui, e potete nascere al Cielo, ove l'adorazione sarà perenne, ove giocherete con Gesù Bambino, che vi benedirà per sempre. Ti benedico".

 


 

27 dicembre 2009
"Oggi che ricordate la Santa Famiglia: Gesù, Giuseppe e Maria"

"…Oggi che ricordate la Santa Famiglia: Gesù, Giuseppe e Maria. Io vi dico che il loro è stato un perdono continuo nella vita, non tanto fra di essi ma quanto per i vicini, gli abitanti del paese e parenti, che spesso li hanno contrastati, molestati, perseguitati. Ed essi hanno risposto continuamente nel perdono, nell'amorevolezza, nell'accoglienza. Questo perdono alimentava ancor più la loro fede e il loro stesso amore.

Oggi, se la famiglia decade è perché non ha più il perdono; a qualsiasi offesa diviene dura, intransigente, non perdona più; e questa posizione non le permette di rigenerarsi e riprendere vita. Non si perdona più perché non c'è più Dio. Il perdono dà vita.

Ci si pone in matrimonio con molta facilità, e senza prendere la responsabilità di capire che il matrimonio è sposarsi la Croce dell'altro, è l'intrecciarsi della propria esistenza all'altro, è l'innesto dei pezzi del mosaico l'uno nell'altro, e ciò è possibile per far sì che si attui intero e armonioso nel matrimonio, se ci si sposa con Dio.

Il matrimonio, che è famiglia, è un amore che va condiviso in tre: l'uomo, la donna e il Signore: è un amore trinitario, che alimenta l'amore in esso, dato che quello, solo umano, ahimè, finisce presto! L'amore di Dio che l'irrora dà la grazia di farla vivere. Ti benedico".

 


 

2 febbraio 2010
"A cosa serve vivere la consacrazione se non a unire la vostra vita,
che si fa dono nel mio Sangue e per la Maternità di Maria?
San Giuseppe è il primo a vivere questa consacrazione"

""Mia piccola Maria, tu mi vuoi bene? Se sapessi quanto Io ti amo, quanto è smisurato e appassionato questo mio amore per te, che tu non puoi provare nell'interezza nel tuo essere poiché non potresti contenerlo. Saresti simile ad un fiammifero che viene riarso e subito brucia. Ne sente l'ardore, il calore, ma si consuma subito. Di quest'amore però tu vivrai per l'eternità (*). Quell'amore sponsale che non hai vissuto sulla terra lo godrai pienamente nel tuo essere per la vita eterna.

Oggi vengo portato al Tempio. Mia Madre e mio Padre Giuseppe mi presentano come offerta al Padre Celeste. Non sono l'offerta semplice di ogni bambino, come gli altri che vi vengono portati; sono l'Offerta per eccellenza, che viene accolta e gradita dall'Altissimo. Io sono l'Agnellino Immolato: la mia Carne e il mio Sangue vengono offerti in riscatto per la salvezza dell'umanità, dato che il Sangue del Figlio di Dio è il solo che poteva soddisfare, in pienezza, il Padre Eterno. Solo il Sangue di Dio poteva essere riscatto e riparazione per il Signore.

Vengo presentato ed offerto mediante la Maternità Santissima di mia Madre. Il Padre Celeste accoglierà, da lì e sempre, l'offerta vostra che viene però filtrata dal Sangue divino e per la Maternità di Maria, che divenendo mia Madre, si fa Madre di tutta l'umanità, da cui ne ricevete santità e il frutto per la vita eterna; ne godrete il raccolto per l'eternità. La vostra vita, assieme al vostro sacrificio, viene presentata così al Padre, che la riceve, l'ama, la benedice nello Spirito Santo: essa viene unita al Cielo, è unita a Me, ed è così Santa.

Lo Spirito Santo benedice, è presente alla mia Presentazione al Tempio, e il Padre mio ne è compiaciuto. A cosa serve vivere la consacrazione se non a unire la vostra vita, che si fa dono nel mio Sangue e per la Maternità di Maria? San Giuseppe è il primo a vivere questa consacrazione. Egli si offre, offre la sua vita e la unisce a Cristo Immolato, e per le mani della sua Sposa, che gli è anche Madre, per essere aiuto, ricchezza, sostegno alla mia Redenzione.

E Anna e Simeone? Questi profeti hanno vissuto nella preghiera, nel sacrificio, nella carità; per questo la luce dello Spirito Santo li irrora e fa dono della Sapienza divina: fa comprendere loro la luce della mia Persona. Così voi, se vivete di preghiera, di sacrificio, di carità, voi sarete rivestiti della luce infusa della Spirito, che vi arricchisce della conoscenza dei Misteri di Dio. Ti benedico".

(*) Queste parole Gesù le rivolge anche a chiunque legge queste Gocce di luce

 


 

18 marzo 2010
"Consacratevi al Cuore di Giuseppe!"

"Quando s'invoca l'aiuto di san Giuseppe, e ci si affida a Lui, credete che voi venite protetti e difesi, che Egli si prende cura delle vostre persone e dei vostri beni. Le sue braccia vi recingono e vi chiudono di forte protezione più di ogni baluardo; siete così più difesi da ogni attacco.

Egli vi cura e vi difende così come ha difeso e ha fatto scudo a Me. É il fedele che vi segue per sempre, è l'obbediente che compie il suo aiuto, il suo soccorso su tutti quelli che Dio gli affida. Consacratevi al Cuore di Giuseppe, così come vi è chiesta la consacrazione al Cuore di Gesù e di Maria, consacratevi al suo; Egli vi fa assorbire e nutrire dei sentimenti del suo Cuore, delle virtù che ha vissuto, che sono: la verità, l'umiltà, la carità, la trasparenza, la purezza…, sono infinite le sue virtù. Anch'Io, sin da piccolo, rimanevo a rimirare mio padre Giuseppe e, incantato e stupito, lo seguivo, godendo di Giuseppe, della sua laboriosità, della sua onestà, della sua profonda preghiera, della sua bontà, della sua unione con il Padre Celeste.

Quante volte Lo chiamavo, e mio Padre Giuseppe era sempre pronto a risponderMi, ad aprire le sue braccia. Quante volte si è posto a difesa della mia Persona, a rischio della sua vita. Come è stato sollecito e premuroso, mai stanco e sempre paziente come maestro buono nell'insegnarMi il lavoro.

Pochi sanno però che San Giuseppe era un profondo conoscitore delle Scritture, un sapiente, che era visitato da sogni come l'antico Giuseppe, e godeva di visioni celesti. Venuto a conoscenza della mia Venuta divina, di ciò che sono, si pone. con Maria, nell'offerta al Tempio per donare sé stesso. Fa offerta della sua vita per essere aiuto, sostegno, ricchezza alla mia Opera. San Giuseppe offre tutto di Sé, nulla trattiene, anche la lunga malattia e l'agonia è offerta al Padre Santissimo perché fosse unita alla mia Redenzione.

Sapeste quale mezzo di salvezza è stato Giuseppe! Ha dato la sua vita e si è cancellato per far sì che Io fossi accolto, amato, vissuto. In Cielo ancora San Giuseppe è così umile, rimane confuso di tanta attenzione, di tanta rilevanza, di cui il Dio Creatore, il Dio Figlio nella sua Umanità, il Dio Spirito rivolge a Lui e lo innalza. Quando la mia bocca proclama "Giuseppe", ne gioisco dopo il Nome di "Maria"; la mia bocca si riempie e ne gode. Tutte le anime Beate, i Santi, gli Angeli nel Cielo, al nome "Giuseppe" sorridono e gioiscono, s'inchinano, ed Io ne godo.

Le virtù di Giuseppe sono come cespugli di fiori dei svariati colori, così belli e profumati che circondano il mio Trono. Amate Giuseppe! Io vado nella ricerca dei figli che mi amano e desidero trovare in loro il Cuore di mio Padre Giuseppe. Ti benedico".

 


19 marzo 2010
"San Giuseppe non sposò Maria in età avanzata,
ma nella sua pienezza giovanile, da giovane forte e anche di bello aspetto"

"Il nome di Giuseppe si eleva dalla Chiesa al Cielo. Il nome di "Giuseppe, Giuseppe!" riecheggia in Paradiso, ed il mio Cuore se ne rallegra, dato che Egli mi ha rallegrato nella vita. San Giuseppe è segno della paternità di Dio, e come mai il Signore sceglie Lui? É il predestinato per questa missione. Nasce per quest'Opera, e Giuseppe l'abbraccia e la corrisponde pienamente.

Sin d bambino è generoso, laborioso, umile, di profonda preghiera, e la sua purezza ha incantato Dio. Sin da fanciullo si consacra al Padre Celeste, offrendo la sua purezza per l'intera vita, e Giuseppe sarà sempre Vergine, in cui il candore è trasparenza, bianco come il giglio per tutta la sua esistenza.

Oggi, in un tempo in cui la virilità dell'uomo viene ostentata e vissuta nella lussuria e nei peccati della carne, il Padre Eterno pone in rilievo e dà esaltazione alla purezza di Giuseppe, che è virile nella fortezza delle tentazioni, nelle battaglie tutte vinte, nell'ubbidienza al voto fatto.

Quante offese salgono al Cielo e attaccano la sua purezza, la sua castità! Quante chiacchiere feriscono oggi la sua unione santa con Maria o a presunte precedenti unioni. San Giuseppe non sposò Maria in età avanzata, ma nella sua pienezza giovanile, da giovane forte e anche di bell'aspetto e, pur corrispondendo al suo voto, egli si trova per le disposizioni divine e per gli eventi disposti dal Signore, mediante segni e prodigi celesti ad accogliere la Volontà di Dio nel suo matrimonio con la Madonna. Entrambi, in segreto, si sono dati a Dio, e in segreto si confidano la loro decisione,la scelta fatta e il desiderio di vivere, fino in fondo, la purezza, ed entrambi accolgono.

San Giuseppe amerà la Madonna di un amore che si eleva e vive nelle altezze dello Spirito. Egli darà la vita per il suo Signore.

Oggi dove rivive più la paternità, e quanto, anche in passato, è stata mancante questa figura nella famiglia del padre. Si è padre quando ci si rispecchia nella Paternità di Dio, nell'orazione profonda e la Santa Parola vissuta. Iddio vi dona di Sé per essere padre, e vi dice,per aiutarvi: "Guardate e imitate Giuseppe, che porta in Sé riflessa la mia Paternità. San Giuseppe è Capo famiglia,ma non per assoggettare, per avere primato, ma per accogliere in Sé la responsabilità, per porsi al servizio. Si pone alla difesa, alla protezione, si fa custode di coloro che l'Altissimo gli affida, pronto a dare la vita, e l'ha donata ogni giorno per la sua Famiglia.

Andate a Giuseppe, non rimarrete delusi. Date a Lui e non sarete tristi, sconsolati. Giuseppe rallegra il cuore, e come il Signore Dio se ne compiace e dice di Lui: "É cosa buona!" Chi si affida a Lui, da Lui riceve e ne fa parte, e sarete esauditi. Ti benedico".

 


 

5 novembre 2010
"Affidatevi a San Giuseppe!
Chiedete a Lui, che è stato l'Amministratore saggio ed avveduto"

"Mia piccola Maria, nasce per te una nuova primavera. Nel Vangelo oggi richiamo ad essere buoni amministratori, saggi ed avveduti, che sanno saper fruttificare i beni che il Padrone ha loro affidato. Gli amministratori siete voi, figli miei, a cui sono stati riversati i talenti che Iddio, il Padre, vi ha donato. Siete responsabili di ogni cosa di cui siete ed avete, dato che tutto è dono: la persona con i suoi meriti, il lavoro, la posizione, i figli, i beni, il sacerdozio e la vigna di cui è affidatario … Di tutto siete responsabili poiché ciò che avete è un prestito che dovrete restituire; nulla vi rimane, persino il battito del cuore, il respiro, il pensiero: solo l'anima rimane e potrà tornare ad unirsi nella gloria a tutto ciò, se ha lavorato, se ha fatto crescere, se c'è stato raccolto dei frutti dai talenti ricevuti. Voi dite: "Signore, molti sono però gli amministratori malvagi, non li vedi?". Io tutto vedo e scruto, vedo gli amministratori buoni e i malvagi che gettano i miei doni sotto le zampe dei porci che li calpestano nel fango; ma non ragiono secondo gli schemi del vostro tempo. Voi ragionate secondo i limiti dei vostri anni che vi appaiono così lunghi: mentre tu scrivi, Io vedo la vita umana nella durata di un istante e cerco in questo poco di tempo di aiutare anche i figli malvagi a redimersi, a trarre il meglio di sé, di ciò che hanno ricevuto, per santificare. Non fate voi lo stesso con i figli vostri e che: se avete un figlio, pur malvagio, cercate di aiutarlo, di indirizzare in tanto male vissuto verso il bene? Quando poi, terminato il tempo e cessata ogni speranza di cambiamento, quando la Misericordia non è stata accolta, esaurito il tempo di ogni misericordia a cui non si è voluto ricorrere, si giunge dinanzi al Giudizio, e bisogna dar conto del proprio operato, della responsabilità dell'amministrazione della vocazione data; e se, non sono stati vissuti questi doni, se non fruttificati i beni, Io non vi riconoscerò. Questi beni, arricchiti e nobilitati da Me, servono per rendervi l'anima a mia immagine e somiglianza, ad essere figlio nella totalità del suo essere, ad esser colmato delle mie ricchezze che formano, timbrano la mia immagine sicché, bussando alla mia porta, non siete sconosciuti: Io vi riconoscerò! Non siete estranei, ma parte di Me, e la porta mia verrà aperta.

Affidatevi a San Giuseppe! Chiedete a Lui, che è stato l'Amministratore saggio ed avveduto che, come nessuno, ha saputo amministrare così preziosamente e virtuosamente i doni eccelsi che l'Altissimo Signore gli ha dato. Egli aiuterà voi a vivere da amministratori buoni, qualsiasi sia lo stato, il lavoro, la vocazione che vivete. Venite, figlioli miei, siate amministratori fedeli del Signore! Ti benedico".

 


 

28 novembre 2010
"E poi aggrappatevi anche a Giuseppe!"

"Mia piccola Maria. Sì che sono Io ! Oggi la Chiesa vi richiama, nel primo giorno dell'Avvento, al tempo storico dell'Incarnazione di Dio nell'umanità, e vi richiama in essa ad un Avvento che è un tempo di attesa nell'incontro di Cristo che vuole venire ad incarnarsi in ogni uomo. Tutti incontrerete Dio nel Giudizio, e sarà la visione faccia a faccia di Colui che si rivela per qual che è nella sua divinità senza più veli; e sarà incontro di esultanza, di gioia, di trepidazione e d'infinita pace per chi ha vissuto l'attesa dell'Avvento nella vita, nella ricerca di Dio nella fede, di un Dio che è ancora nascosto, coperto, da cercare, ma si desidera e che nella fede qui in terra si rivela e vi aiuta a percorrere la distanza che vi conduce all'incontro celestiale in cui ci sarà questa fusione, questa Incarnazione totale.

L'attesa, l'Avvento che dura tutta l'esistenza, è un tempo che corrobora la pazienza, la speranza, rafforza la fede. Ed essa vi forma quell'Arca di cui parla la Parola stasera che, stipulata nella Volontà di Dio e da Lui abitata e benedetta, affronta anche il diluvio, come Noè, le intemperie e i flutti impetuosi delle correnti dell'esistenza per giungere sino alla meta finale, a quell'incontro: al porto del Giudizio dinanzi al Giudice Supremo. Quest'attesa è temprata anche da dolori e dalla sofferenza, ma è essa che vi svela, nel cammino del suo viaggio, la sua verità e il merito che permette che se ne conseguano, e prepara a svelare il Volto di Dio per sempre. Se ciò vi spaventa, e vi sembra un itinerario troppo arduo e gravoso, figli miei, aggrappatevi alla Creatura che ha vissuto l'Avvento in modo partecipato totale sì da dare Carne al Figlio di Dio nella storia ed è Maria, e poi aggrappatevi anche a Giuseppe. Seguiteli, passate sulle loro stesse orme: Essi vi insegneranno l'adorazione, la preghiera, il silenzio, l'amore che vi permette di vedere continuamente nella luce della fede; e fa sì che essa vi aiuti a giungere alla piccola Capanna e godere di Dio che nasce. La Madre Santissima e San Giuseppe vi aiuteranno a farvi voi stessi quella Capanna dove, nella loro povertà, Cristo può incarnarsi e nascere.

Se avrete partecipato all'Avvento, voi potrete giungere al Giudizio e potrete così esser disposti e pronti ad accogliere il Signore. L'Incarnazione sarà allora piena e totale: faccia a faccia, sguardo nello sguardo, cuore a cuore, spirito nello Spirito, per vivere di un Avvento che non è più attesa ma certezza concreta che vive in eterno. Ti benedico".

 


 

10 dicembre 2010
"Maria e Giuseppe sono in cammino…"

"Mia piccola Maria, tu scrivi ciò che senti dire nel cuore! Io sono la Luce del mondo, sono venuto per portare il chiarore all'oscurità della terra, perché in essa prendesse forza e senso il suo vivere. Io sono la Luce che illumina l'anima, e in Me, tanto più si unisce all'adorazione di Me, in Me si fonde: essa acquisisce conoscenza alla Verità, Sapienza divina, sa guardarsi e riconoscersi per quel che è, e renderne lode e grazie al Signore.

Maria e Giuseppe sono in cammino. Guardano verso la luce della cometa e portano in loro la Luce, che però è celata e nascosta nel Grembo e nel Cuore. Essi la portano alla Nascita perché venga rivelata, si faccia concreta e manifesta per tutti. Ponetevi in cammino con loro per giungere dinanzi al divino Bambino! E tanto più vi ponete in sua adorazione tanto più ne venite illuminati: riceverete la sua Luce, e vi farete candele accese che ovunque di Lui portano significato. Per avere gli occhi e vedere e riconoscere la Luce, per saper ascoltare l'invito del Signore che chiama, ci vuole la povertà di sé, il silenzio e l'umiltà che la Capanna di Betlemme vi indica e insegna. Solo chi vive di questo cuore sa porsi in adorazione e ricevere Luce.

Molti hanno perso gli occhi e sono ciechi per i peccati e sordi per il male, e in più non vogliono recepire vista e udito per accogliere la Luce. Voi dite: "Signore, ci vogliono segni grandiosi, portentosi…!". Io vi dico: "Verranno anch'essi!". Eppure molti dinanzi ad essi diranno: "…Sono fenomeni naturali a noi ancora sconosciuti, oppure sono mistificazioni". E non si pongono in preghiera alla ricerca della Verità, perché la riceverebbero, avrebbero risposta. Così come dice il Vangelo stasera: "Abbiamo suonato il flauto e non avete ballato. Abbiamo cantato un lamento e non avete pianto". Sia che si indichi loro il cammino della penitenza, o la gioia e la letizia, essi si scandalizzeranno: non vogliono la Luce! Ma voi, figli miei, andate avanti, non guardate a chi non crede o a chi crede; proseguite, senza fermarvi, verso la Luce e Iddio stesso vi irradierà di Sé, vi farà torce accese, che illumineranno tanta cecità. Ti benedico".

 


 

12 dicembre 2010
"Maria e Giuseppe, nel pur faticoso e doloroso viaggio verso Betlemme,
hanno tempi di pausa e ristoro"

"Oggi la Chiesa vi richiama alla letizia, alla gioia, a fare pausa, perché il vostro cuore, la vostra anima, si ristori nella contemplazione delle cose di Dio, che nella speranza già pregusta l'incontro con Cristo, al cui cammino si fa in ogni passo speranza, che diviene certezza, che la concretizza e avvicina l'incontro con Me. Dà così senso e motivazione al vostro peregrinare, significato alla vostra esistenza e alla fatica del vostro percorso.

Maria e Giuseppe, nel pur faticoso e doloroso viaggio verso Betlemme, hanno tempi di pausa e ristoro, e particolarmente in un giorno: essi, dopo il ristoro e il riposo, s'innalzano nel loro dialogo e nella loro preghiera a Dio; e l'orazione si fa così alta da surriscaldare i cuori. Essi si domandano come avverrà la Nascita, come sarà l'incontro, chi e quale luogo mi avrebbe accolto; ma si abbandonano alla Santa Volontà del Padre e, fiduciosi, colmi d'amore, si dilettano al pensiero di Me, si che questo Fuoco si fa concreto e sensibile da ardere tutt'intorno a loro. Per i meriti di questo amore, di questa preghiera, viene dato questo Giorno per far sì che gli erranti, che cercano l'incontro con Cristo, abbiano riposo. Si rinvigoriscono di speranza, si allietano del loro andare.

Nel Vangelo vi viene presentata la prigione di Giovanni Battista, il mio Messaggero, che mi anticipa e mi prepara la strada nell'incontro, sia nella vita come nel martirio e nella morte. Egli vive, negli ultimi giorni, il tempo del suo Getzemani, delle sue tenebre, fomentate dal nemico, sì che lui, che mi aveva proclamato in pubblico: "Ecco l'Agnello di Dio!", ora mi manda a dire: "Sei Tu il Messia o ne deve venire un altro?". Rinvigorito, allietato dalla mia conferma, Giovanni si abbandona, lieto di dare la sua vita al Padre, per essermi di sostegno nella Redenzione, ancor prima che la scure cada sul suo capo. Perché la letizia? É la sofferenza provata che testimonia la veridicità dell'amore. Il profeta autentico è colui che, nella pena, giubila all'amore di Dio: firma con sé stesso la verità di ciò che dice ed opera.

Figli miei, rinvigorite la membra fiacche! Fatevi forti, e gioite nelle pene. Esse sono il passo che conduce, la Luce che illumina, l'Amore che viene offerto e vi porta a Me. Non siete nati per rimanere su questa terra, non fermatevi all'oggi: contemplate nel cammino il ritorno alla vera Vita, al Regno ove la gioia è perenne e la letizia abbonda, ove la felicità vi scoppierà nel cuore sì da travasare alla gola e alla bocca, e traboccarne inni di giubilo, e dirmi: "Signore, e che mai abbiamo fatto, in che abbiamo dato per meritare tanto?". Ed Io dirò: "Figli, avete camminato tanto, mi avete accolto, pur nella pena; ora Io vi rivesto del mio Amore immenso, che sarà la gioia per voi eterna: mai più ne avrete a mancare!".

 


 

17 dicembre 2010
"L'elenco della stirpe della mia Genealogia…"

"Mia piccola Maria, ma puoi avere uno spirito cattivo tu…? E se ciò fosse, come potresti vivere quest'intima vita unitiva con Me?

Ecco, il percorso dell'Avvento prosegue, e prosegue il cammino che dalle tenebre della notte, e del suo doloroso percorso, intravede la luce che, da lontano, già illumina Betlemme, e si fa più vicina la Nascita del Cristo: il Signore che nasce alla terra per far sì che la terra nasca al Cielo. Bisogna però fare il viaggio della vita che, con il suo penare, lascia l'oscurità del peccato per vivere la Luce di Dio, per incontrarsi con la sua Nascita e ricevere la sua Benedizione. Non si può entrare nel Regno senza aver acquisito la Benedizione del Santissimo Signore e Sovrano.

Stasera che, nel Vangelo, si fa l'elenco della stirpe della mia Genealogia, essa vi rappresenta e vi elenca Santi e peccatori, pii e giusti e meno giusti, poiché Cristo nasce alla storia per essere la Salvezza per tutti, per portare la Benedizione del Padre e condurre in Cielo. Anche voi siete chiamati, nella stirpe della vostra genealogia, ad essere nascita e benedizione, a portare salvezza. In tutte le famiglie, e pure nella vostra, essa è così composta: di santi e benedetti, di peccatori, di giusti e ingiusti, e spesso le conseguenze del peccato, che pur derivano dai vostri avi, che non sono state riscattate, ricadono sulla vostra progenie, e così l'alleanza e l'oscurità pattuita con satana, con i suoi mali, ricadono sui discendenti (*). Voi tutti potete divenire il segno che ricrea la nuova Nascita e la benedizione che lava e rigenera da queste conseguenze.

Nella unione con Cristo voi vi fate mia Nascita: voi ricevete da Me parte della creatività del Padre Celeste e potete essere generatori di vita nuova. Uniti a Me, al Cristo, vi fate redentivi: il mio Sangue lava tutte le colpe e i mali, e si viene sanati. In Cristo voi avrete e riceverete lo Spirito Santo, che vi santifica e dona una generazione benedetta. Nella luce acquistata, adoranti nella Nascita del Divino Bambino, vi fate Nascita per i tanti che, per mezzo vostro, diverranno di nuovo Benedizione. La Salvezza e la Benedizione, tramite voi, li renderà atti alla Nascita al Regno. Ti benedico".

(*) Si tratta di persone che, nel passato, quando erano in vita, hanno fatto un malefico patto con il demonio

 


 

18 dicembre 2010
"Oh, se gli uomini imitassero Giuseppe!"

"Mia piccola Maria, non te ne prendere pena, ma cerca di cambiare e di non porti più a giudizio verso gli altri, ma di sviscerarti, anche se a ragione, con il tuo Signore. Stasera il cammino dell'Avvento prosegue e vi pone dinanzi la figura di Giuseppe. É Giuseppe Colui che precede, che cammina davanti verso Betlemme. É Lui il Difensore a tutela della Vita di Cristo. Nasce già predestinato da Dio, che dona a Lui parte della sua Paternità nel cuore, ed Egli corrisponderà pienamente a tale dono: nasce in una numerosa famiglia, ma tra i fratelli è quello che si distingue per l'obbedienza, la laboriosità, per la preghiera. Fin da fanciullo consacra e offre la sua purezza a Dio Padre, per ispirazione dello Spirito, e piega, mortifica sé stesso, per dare valore alla Volontà suprema del Padre Santissimo. Si sposa Giuseppe nel pieno della sua virilità e giovane età, ardimentoso e di bello aspetto; ma ancor più bello e nobile è ciò che traspare dalla sua anima. Egli amerà la Madonna di un amore intenso e profondo, esente però da ogni concupiscenza, quell'amore così sconosciuto dagli uomini, fatto di cuore e di spirito, che supera la carnalità umana.

È puro Giuseppe poiché niente è impossibile alla Grazia di Dio. Si dispone a difesa della mia Vita e della sua Sposa: della mia Gestazione. É Lui che cammina e fa di tutto per non gravare di ulteriori incombenze la Madre, già così provata dal peso e dal doloroso cammino, e cerca di non farla discendere dall'asinello. É Lui che bussa alle porte per chiedere ospitalità e ne riceve rifiuto, che cerca e si affanna con fatica per rendere più accogliente e pulita la stalla di Betlemme, ed è così rammaricato che piange di non poter offrire niente di più degno per la Nascita del Signore. É Giuseppe che si unisce alla preghiera, ed è partecipe all'estasi d'amore di Maria; e con gli Angeli, è l'unico ad assistere alla Nascita del Divino Bambino, che passa senza intaccare per offendere la Madre, nella Luce: dal suo Grembo alle braccia materne.

Giuseppe rimane estasiato e, adorante, ringrazia e loda Iddio di tanto onore e di tanta responsabilità. Egli vi risponde nel porsi a servizio e protezione, a tutela e soccorso.

Giuseppe Mi protegge: nel deserto quante volte si pone Egli ad ombra; copre la Madre con il suo mantello e si erge contro il sole, quando non si era trovato altro riparo, prendendone tutto il calore, perché Io prendessi il latte. Quanto peregrinare nel cercare il lavoro! E in Egitto quanto lavoro mal pagato, sfruttato e umiliato, al quale si è sottoposto, in silenzio, per far sì che non mancasse il sostentamento. Deriso e bistrattato, pure dai concittadini di Nazareth, e dai suoi fratelli per la sua mitezza, per la sua umiltà, per il rispetto e la cura con cui teneva la Sposa e il Figlio in considerazione, diversamente dagli altri, che non ne tenevano conto, o spesso battevano le mogli e i figli.

Giuseppe precorre i tempi, si pone non ad imposizione e dominio nel suo ruolo, ma ad amoroso servizio, spesso si vuole caricare delle incombenze della casa poiché sa quanto è preziosa ed eccelsa la preghiera di Maria! La Madonna, confusa, richiedeva su di Sé: "Sono Io che devo servirti, mio Sposo!", e gareggiavano per essere d'aiuto.

Egli si diletta di Me, si ritempra nel guardarmi, e ama tenermi in braccio e farmi riposare. Quante sere, dopo il lavoro e prima del riposo Egli, da capofamiglia, si pone accanto alla Madre, che ha Me in braccio, e mentre prega e legge brani della Santa Parola, pone su Maria il braccio sulle spalle, o le prende la mano.

Giuseppe offrirà la sua vita al Signore perché sia di aiuto e sostegno all'Opera della Redenzione, che presto sarebbe iniziata con la predicazione; e cerca, nella malattia, di trattenere e di nascondere il suo dolore che a Me non è celato.

Io e la Madre mia Lo ameremo e Lo cureremo con sviscerato amore… e tra le mie braccia Giuseppe esala il suo ultimo respiro, stringendo la mano della sua Sposa. Le ultime parole a Lei: "Colomba mia, Colomba Bella, tanto ti ho amato e ti ringrazio per l'amore che mi hai fatto conoscere verso il mio Signore". E voltandosi a Me: "Mio Dio, e Figlio del mio Cuore, per Te ho vissuto e amato!". Ed Io risposi: "Padre mio, come nessun figlio sulla terra ha amato un padre, Io ti ho amato!".

Oh, se gli uomini imitassero Giuseppe! Seguitelo, e scoprirete e vivrete la Nascita di Cristo! Ti benedico".

 


 

24 dicembre 2010
"Io nasco, e solo Giuseppe è l'unico essere umano
che, con gli Angeli, può assistere estasiato a tale visione"

"Mia piccola Maria, Io vengo a nascere anche per te. In quella Notte Santa, pur avvenuta la mia Nascita, molti sono rimasti nelle tenebre, ma poi sono venuti a Me. La mia Nascita porta il suo frutto, anche se ci vuole tempo per il raccolto, allora come oggi. Ecco, Io nasco nella storia e vengo a prendere carne umana, a farmi Bambino perché gli uomini venissero a rivestirsene, ad incarnarsi nella mia Carne. Nella stessa mia Carne ho preso su di Me, con dolore, tutto il peccato umano per lavarlo, e dare Redenzione; ho fatto ciò che era impossibile: ora tocca all'uomo fare il possibile per accogliere e prendere in sé la Carne mia.

In mezzo a questo Natale, che è divenuto solo paganesimo, il demonio vi acceca: vi rende ciechi con le sue false luci, che non vi permettono di conoscere ed assimilare queste verità. Desidero che l'umanità si rivesta di ciò che sono ed offro nel mio Corpo, per far sì che la materia fisica dell'uomo si spiritualizzi, si faccia santa e si divinizzi.

Perché i Santi compivano prodigi e miracoli, andavano in bilocazione e avevano visioni celestiali? Perché Cristo si è incarnato in loro! Gesù Bambino in essi è nato! La loro carne si è spiritualizzata, la loro fisicità non è solo dominata dalle realtà naturali della terra, ma si eleva, si trasforma, e vive di ciò che non è sondabile dalla ragione; sono realtà che superano l'uomo! Dio vive in essi, e compie. Pure voi siete chiamati ad unirvi alla mia Carne e al mio Sangue, ad essere Me, ad incarnarvi in ciò che sono; e tanto più vi fondete nella mia Carne tanto più voi partecipate degli stessi prodigi, perché Io sono vivo in voi!

Nella Notte Santa come avviene la mia Nascita? La Madre Santissima si racchiude in un'estasi d'amore, fusa nella visione del Padre Celeste; e in quest'amore, partecipato e unitivo, Io nasco, oltrepassando le pareti del suo Grembo materno, senza recarle offesa, senza intaccare la sua Verginità, poiché Bimbo giunto a maturazione, la cui materia è infusa di Spirito e vive dei suoi poteri, la materia può varcare: e passo nella Luce.

Io nasco, e solo Giuseppe è l'unico essere umano che, con gli Angeli, può assistere estasiato a tale visione. Così come ancora Io varcherò, nel mio Corpo Risorto, le pareti della casa per andare dagli Apostoli, passando dentro senza rompere le mura o varcare la porta. Ugualmente, da Risorto nei Cieli, ove sempre il mio Corpo vive, Io vengo e nasco negli elementi fisici del pane e del vino per farmi nuovamente Carne e Sangue per mezzo dello Spirito, dato che la materia si trasforma in Dio, che la usa, e ne mantiene l'essenza di ciò che è, Cristo Signore. Niente gli è impossibile! Nell'Eucaristia ancora vengo a dare Carne, nutrendo il mio popolo, per far sì che gli uomini si cibino e si incarnino in Me, ricevendo così nella loro materiale fisicità il cambiamento di un corpo che in Me si spiritualizza e si fa divino. Come fare se non venendo alla santa Capanna, se non venendo in adorazione? E, giunti dal divino Bambino, ponendosi nelle condizioni che permettono l'incontro, la nascita e l'unione che sono: l'umiltà, il silenzio e la povertà. Queste sono le disposizioni che il Signore è, e gradisce. Venite dal divino Bambino! Ponetevi in ginocchio e ditegli: "Ti chiediamo perdono per i nostri peccati!". Io vi dico che alzerò la mani per darvi una carezza e benedirvi. Venite, vi attendo! Sono nato per tutti voi".

 


 

26 dicembre 2010
"Oggi la Chiesa celebra la Sacra famiglia"

"Mia piccola Maria, oggi la Chiesa celebra la Sacra famiglia. É mia parola che tu rivedrai l'intera famiglia riunita intorno a te, e soprattutto la vedrai riunita intorno a Me. Questa tua sofferenza è rigeneratrice per loro: è dolore che li fa rinascere in Me.

La Chiesa ricorda e celebra la Santa Famiglia che, dalla gioia adoratrice della mia Nascita, si trova già nel dolore e nella mestizia della persecuzione e della fuga; e in quei tempi la fuga dai centri abitati, da soli, era rischiare la vita, andare incontro alla morte, particolarmente se si attraversava il deserto. Eppure essi si abbandonano completamente, fiduciosi, alla Volontà Santissima del Padre Celeste. In tutte le traversie, le sofferenze, la povertà e le persecuzioni, che dovranno affrontare, cosa ha dato forza se non l'amore adorante al Padre Santissimo e l'amore partecipato tra di loro, e poi le virtù e i sentimenti santi, di cui parla la Santa Parola: la tenerezza, la riservatezza, il mutuo servizio, vissuto nella loro pienezza? É questo amore che sovrasta e si erge su tutto; che ama e dona e ricopre ogni affanno.

In Cielo i baùli si aprono e non si contengono; travasano amore quelli della Santa Famiglia: amore a Dio, amore tra di loro, amore per gli uomini, che ha generato continuamente vita.

Oggi Io guardo la famiglia e piango: …così malata, divisa, offesa, dissacrata…! Dov'è quell'eroismo dei tempi passati quando si lottava, pur nel martirio, per mantenere e far maggiorare l'amore quando più il fuoco si andava spegnendo? Oggi per così poco tutto decade: non si combatte, e ogni sciocchezza è mezzo di divisione. Il Sacramento della famiglia vive in funzione dell'amore e spesso questo amore è già dissacrato e diviso, pur stando insieme nelle case per altre ragioni umane, ma che più non sussiste poiché esso non è più alimentato da Dio, dalla preghiera, dalla carità; e l'uomo, pur nelle buone intenzioni, senza Dio, finisce e decade nei suoi istinti e nel suo egoismo.

La famiglia è l'origine della vita, e se vive di questo amore, la sua radice è sana, e alimenta e cresce nella sua progenie, nella sua salute; ma se c'è odio, violenza, durezza, prevaricazione, la radice sarà malata e, di conseguenza, la progenie crescerà malata. Solo nell'incontro di nuovo con il Signore, nel percorso del suo amore, ritroverà salute e unione, rigenerazione di una famiglia nuova, una discendenza che si fa benedetta.

Non c'è aiuto alla famiglia! Essa è spesso abbandonata a sé, la si carica di pesi, e quando essa vive il tempo della croce, della prova, nella crisi, ed è più debole, viene spesso lasciata così sola. Le si danno le direttive a livello teorico, ma non c'è aiuto vero, soccorso nello spirito, mediante una forte preghiera, una carità sacramentale offerta per essa, un aiuto concreto, che si fa fattivo e presente: …quante ne verrebbero salvate! E quando la famiglia si divide o crolla, e una delle parti è innocente e soffre, rimanendo fedele al Sacramento e al soccorso dei figli, che cerca di mantenere l'amore alimentato da Me: questi sono i miei martiri, i miei eroi. Io dico: "Dinanzi al mio sguardo la loro famiglia è presente e vive, ed è ancor più meritoria e santa, dato che in essa vive l'amore della mia Croce, che diviene ulteriormente portatrice e generatrice di vita, se offerta a Cristo, a Me!".

Verranno i nuovi tempi in cui ci sarà la rinascita dell'umanità nei suoi vari aspetti; nella Chiesa, nel sacerdozio e così nella famiglia, quando si verrà preparati in modo autentico ad essa, formati al Sacramento, che va vissuto nell'amore di Dio, con l'orazione, l'adorazione, la formazione per una famiglia in cui si ripercorreranno i sentimenti vissuti nella Santa Famiglia di Nazareth. Ti benedico".

 


29 dicembre 2010
"Consacrate i figli, le creature che voi desiderate:
ponete nel Cuore della Madre! Affidate a Giuseppe!"

"Mia piccola Maria, tutti coloro che ricevono in stato di grazia l'Eucaristia sono presenti dinanzi al Padre Santissimo, e ne ricevono la benedizione. Stasera, nel Vangelo, voi ricordate la mia Presentazione al Tempio. L'Offerta Santissima, l'unica degna e accolta dall'Altissimo, che riconcilia e dà pace e Alleanza Nuova tra Dio e l'umanità: un Bimbo piccolo e tenero, e già presentato nelle Profezie bagnato di Sangue, di quel Sangue che riaprirà le porte alla vita di Grazia all'uomo; e quali mani e Cuore più puro della Madre, di Maria, poteva offrirlo e presentarlo al Padre? Chi più degno, per donare al Supremo Signore, unitamente a Giuseppe, se non la Madre mia, che insieme offrono sé stessi, in unione al divino Bambino, per la Redenzione dell'Umanità e per il riscatto e la liberazione, che possa essere gradita e amata dal Padre? Attraverso di Me, attraverso questa Offerta, voi stessi vi potete fare offerta, che si fa santa, e può così essere accolta dal Cielo.

Voi siete, figli miei, le vostre anime, dei diamanti belli creati da Dio, ma grezzi, impuri, pieni di ombre; e perché la vostra anima possa essere accolta deve divenire perfetta e pura: una gemma risplendente. Nel giorno della Presentazione al Tempio vi viene ricordata la consacrazione al Cuore di Maria: ripercorrere le tappe di Cristo che, come Me, mediante il Cuore della Madre, si offre al Padre. Così voi, mediante il Cuore della Vergine Santissima, vi consacrate a Lei, che vi offre a Dio. Nel suo Cuore vi farete gemme purificate, diamanti in cui, in ogni sfaccettatura, il Signore Iddio, alla vostra presentazione, vi attraversa completamente nella sua Luce.

La Madonna si prenderà cura di voi e, pregando con Lei, Ella vi prende per mano e vi plasma alle virtù del suo Cuore: alla vita unitiva, al Santissimo Sacrificio dell'Agnello divino, nel Sangue suo e della propria sofferenza, dato che Esso lava, vi fa belli, vi dà valore, vi rende meritori. La Madre farà di tutto, per l'intera esistenza, per rendervi tali: diamanti finissimi. Consacrate i figli, le creature che voi desiderate: ponete nel Cuore della Madre! Affidate a Giuseppe! Consacrate a Lei, che nel tempo vi aiuta, nella nascita alla Grazia, che vi rende atti ad essere offerta santa, degna da presentare, ad esser dono a Dio. In questo stato di beltà e purezza voi venite uniti all'Offerta del divino Agnello, che vi rende così redentivi: vi fate aiuto per le anime dei fratelli, per condurli alla Madre e al Padre, perché possano divenire anch'essi offerta degna e santa. Ti benedico".