|
Ave Maria!
15 novembre 2014
"E perché il demonio da sempre perseguita Maria e la donna?"
"Mia piccola Maria, Io vorrei liberare ovunque, ma per
uno che mi prega ce ne sono mille che mi legano le mani.
Sono sempre presso di te, figlia mia, e ti soccorro, pur in
mezzo ai tuoi, errori e questo perché ti amo: il mio amore è
più grande dei tuoi sbagli. Chi può comprendere più di Me la
situazione della donna, ancor più quando ella è abbandonata,
usata, tradita, perseguitata, chi se non Io? Dato che sono
lo Sposo dell'anima, Io l'ho creata e la faccio nascere in
abbondanza proprio perché l'amo. La donna è più simile al
mio Cuore, per la sensibilità, per la compassione, per lo
spirito di dedizione e di sacrificio. Ed Io vi dico che, per
quanto in ogni tempo e generazione ci sono state, ci sono, e
ci sarà molta parte di donne malvagie, ree ed omicide, date
persino a satana e ogni altra oscenità, la maggior parte del
loro numero è benedetto dinanzi al Padre Santissimo poiché
nel loro dono, non solo dell'essere in unione al Creatore
nel portare la vita, nell'essere cura e protezione
nell'accompagnarla, ma anche nell'unirsi a Me nelle doglie
dello spirito che si sono fatte redentive con Cristo, pur
vissute nel nascondimento della loro opera e nelle
sofferenze nelle mura di casa. Esse hanno partorito
redenzione e santità nei figli del genere umano sì da
potervi dire che sono le creature che più hanno fruttificato
i talenti di cui parla il Vangelo stasera, e coloro che più
hanno glorificato Dio.
Questo scandalizza gli uomini di Chiesa? Chi addito
all'umanità e alla Chiesa se non la Madonna come esempio da
vivere? Ella, la Donna per eccellenza, contiene tutte le
virtù, tutte le proprietà femminili nella sua perfezione: è
la totalità della santità di cui partecipare e a cui
uniformarsi. Quale è il trionfo del Cuore Immacolato di
Maria se non l'interiorizzazione dei suoi sentimenti, della
sua natura, che vi gestisce al parto di Cristo? La donna è
il cuore, il dono, la tenerezza...
Nella prima lettura di stasera è la lode alla donna: "Siate
riconoscenti della opera delle sue mani". Il Padre
Santissimo accoglie e benedice tutto ciò che ella opera, non
solo nel chiuso del chiostro o nelle mura domestiche, ma in
ogni ambito lavorativo e sociale purché ne porti il cuore,
il dono di cui è l'emblema, diffondendo così la vita e la
santificazione.
E perché il demonio da sempre perseguita Maria e la donna?
Non solo, come ho detto, per la collaborazione nella
creazione, non solo per la sua azione redentrice e
santificante, e per la sua opera donatrice; il demonio la
distrugge, la uccide, l' assoggetta nei secoli, e dà visione
della sua carnalità, per far si che l'uomo non noti, non
onori, non assimili le sue caratteristiche materne e
pietose, considerandole debolezze; egli accantona, adombra
la preziosità della persona della Madonna nella Chiesa,
ancorandola solo ad esterne devozioni, non interiorizzando e
vivendo la sua persona, il suo essere, il suo Cuore, come
fondamento per la nascita dell'uomo nuovo: un uomo che si
marianizzi, che si femminilizzi nei suoi sentimenti, sicché
la sua umiltà cresca e si svuoti dell'orgoglio, del dominio,
della corsa al potere e al protagonismo su cui il diavolo
fomenta la sua distruzione nel Mondo; diverrebbe in questo
modo l'uomo nuovo risorto di cui, guardandolo, io dirò:
"Ecco, ora sei veramente un uomo, un uomo santificato!".
Segui ciò che ti ha detto il sacerdote, purifica la mente e
la bocca per avere la pace nel cuore. Continua la preghiera
e, come nel Vangelo, sii la vedova insistente, e ciò che
chiederai, se giusto, ti verrà concesso. Non cercare la tua
giustizia, ma lascia che Iddio faccia Egli giustizia nel suo
tempo. Quando vieni aggredita rispondi sempre con l'amore,
ne otterrai benefici ulteriori. Ti benedico".
▲
23 novembre 2014
"Uscite, sacerdoti, dal recinto delle parrocchie ove spesso
si ha cura sempre delle medesime anime, e si lasciano fuori
e sole,
le migliaia di creature ai propri dolori"
"Mia piccola Maria, non ti scandalizzare dei mali della
Chiesa. Io vedo, li conosco tutti, e per questo tornerò, per
risanarla. Oggi la Chiesa mi celebra Re. Io sono il Re! La
mia corona è il trono nel quale risiedo e avvampo di fuoco,
di fiamme d'amore dal quale governo il Regno dei cieli e
l'universo. E sono Re perché Pastore, Pastore delle
creature: le governo, le curo, le amo, e sono operoso nella
carità continua. Sono la Carità che dà creazione, redime e
santifica, dà vita perenne e, dato che sono la Verità, ho la
podestà di governare e di porre in giudizio l' uomo, la sua
opera, sia nel giudizio personale come in quello universale:
giudizio nella Carità.
Come partecipare della mia Regalità? Nel vivere, operare,
praticare la carità, nel soccorso al bisogno e nel servizio
verso l'altro dato che, se la preghiera, i sacramenti,
rimangono chiusi in sé, senza occuparsi del fratello,
estraniandosi e rimanendo indifferenti dei bisogni e delle
lacrime altrui, quale valore ha tale preghiera? Essa si
attualizza e si concretizza nel bene attuato, e si occupa:
ha compassione del fratello. Per questo vi dico: "Uscite,
sacerdoti, dal recinto delle parrocchie ove spesso si ha
cura sempre delle medesime anime, e si lasciano fuori e
sole, le migliaia di creature ai propri dolori. Uscite,
suore, dai vostri conventi ove il lucidume degli ampi locali
vuoti è solo per rimirane la bellezza e; e a quanti questi
ambienti vasti e chiusi porterebbero aiuto e soccorso!
Aprite le porte ai poveri, alle famiglie, ai malati e agli
anziani abbandonati! Operate con le mani alzate verso
l'Altissimo, e poi apritele nella carità per amare.
Le vostre riunioni non siano, come accade spesso, solo per
disputare dei bilanci delle proprie comunità, e non sulle
necessità di come salvare le anime; poiché le vostre
orazioni, ristrette alle mura di un mondo che si chiude
all'altro, per quanto si possano alzare le braccia al Cielo,
se non si adoperano poi per amare, Io non le ascolto, e mi
volgo con lo sguardo altrove.
La Chiesa tornerà a riempirsi di figli nella misura in cui
si fa carità. In essa la sua immagine di regalità è
riflessa, e ne godrete i suoi benefici per l'eternità: anche
voi sarete re!". Ti benedico.
▲
29 novembre 2014
"Torno per risanare, nella mia seconda venuta, la Chiesa e
l'umanità;
e verrò agli ultimi tempi quando ogni cosa ritornerà a Me".
"Mia piccola Maria, siete nell'Avvento, e vi è richiesta
l'attesa e la vigilanza, non solo in questo tempo in cui
celebrate il Signore, che viene nel periodo del Natale, ma
l'intera vostra esistenza è un Avvento, è un cammino che
richiede vigilanza e attesa nella preparazione al Signore
che viene, al termine della vostra vita, a chiedere conto di
come l'avete vissuta. E voi non sapete quando sarà il
momento, la data, quando accadrà, poiché non per tutti si
giunge alla tarda età. Siate vigilanti anche perché Io torno
non solo alla fine della vostra esistenza fisica: torno per
risanare, nella mia seconda venuta, la Chiesa e l'umanità; e
verrò agli ultimi tempi quando ogni cosa ritornerà a Me.
La vigilanza e l'attesa richiede fede e speranza, e vedo
questo mondo che urla, si scuote, è in rivoluzione, ed è
infelice, eppure è addormentato nello spirito, non mi
attende e non vigila.
Io chiedo a voi: siate come chi è all'uscio di casa e si
porge per scrutare se giungo, e mi vede all'orizzonte, se la
notte ha termine e nell'alba del nuovo giorno atteso, pur in
lontananza mi saprà scoprire. Abbiate una casa sempre in
ordine e radiosa, pronta per accogliermi, con un pasto
tenuto in caldo per il mio arrivo. Cos'è questo scorgere il
mio arrivo all'orizzonte se non una perseverante preghiera,
che fa eco alla mia chiamata e persona: mi chiama e ravviva
la speranza? Cos'è una casa mantenuta pulita e radiosa se
non una purificazione costante, una conversione autentica,
che allontana ogni male e si protrae continuamente al bene?
E mantenere un pasto caldo se non ravvivare della carità con
una ricchezza sacramentale che ricopra voi e si protenda sui
fratelli uniti ad una pietà, a un soccorso nelle opere di
misericordia? Io, osservando che all'uscio c'è qualcuno in
attesa, vi saluto da lontano, e il mio passo si farà veloce
per accorrervi: entrando, rimirerò la pulizia e il radiore
della casa così mantenuta lavorando per potermi accogliere.
Mi rifocillerò del pasto offertomi, e mi riposerò, gustando
la vostra ospitalità e, abbracciandovi, vi dirò: "Bravo
figlio mio, vieni ora con Me, nella mia Casa, ove non ci
sarà più attesa e vigilanza perché ci sarà la presenza
fattiva, eterna, di Me: ogni cosa ti verrà data, ove tutto
sarà bastante, e niente ti verrà tolto". Ti benedico". |
|