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Ave Maria!
1 marzo 2010
"Andate a lavarvi nel Sangue di Cristo, confessatevi!"
"Mia piccola Maria, gli angeli sono già
andati e gli uomini stanno operando in questo luogo,
scavando nel terreno, ma i più sono già morti, sono già in
purgatorio.
La mia Parola vi richiama: è quaresima, e vi richiama a
vivere il perdono, il perdono che solo Dio vi può dare. La
quaresima è il tempo del ritorno a Lui e non ci si può
ricongiungere se non c'è il suo perdono, dato che Dio è
tutta Giustizia, Verità, Bene, è "Il Santo dei Santi" le cui
viscere sono d'incontenibile compassione per voi, e vi
perdona sempre, ma vuole che l'uomo venga a Lui e che,
pentito del suo peccato, invochi il suo perdono, dato che
solo il perdono di Dio vi lava, vi ricrea a vita nuova. Vi è
stato dato per questo il sacramento della Confessione, ma
quanti vi fanno ricorso? É il sacramento così denigrato,
allontanato, sempre meno vissuto, e spesso si vive una
confessione così superficiale! Quante file per venire a
ricevermi, in tempi gioiosi nelle grandi celebrazioni, nelle
celebrazioni funebri, ma vengono a me senza confessarsi,
sporchi: … l'odore è nauseabondo! E quali sono i sacerdoti
che hanno così rispetto e amore della mia Persona da dire:
"Prima andate a lavarvi, andate a confessarvi!". Andrebbero
loro in un pantano di putredine, s'immergerebbero in esso, o
chiederebbero prima che tutto fosse lavato e pulito? Questo
non è più valido per chi è la "Santità"? Vengono a Me senza
essere lavati e, senza perdono, la mia Grazia non
attecchisce, non c'è crescita e non si viene nutriti di Me.
Solo immersi nella Misericordia di Dio voi siete capaci di
misericordia, voi perdonate ai fratelli, non giudicate e non
condannate l'altro. Solo chi ha vissuto l'esperienza del suo
Amore misericordioso sa farsi misericordia. Chi non ha
peccato? Pure i Santi si sono dovuti lavare dalle loro colpe
nel perdono del Signore e, dalla sua Misericordia, sono
divenuti Misericordia. Per questo vi chiedo, figli, miei, in
questa quaresima: andate a lavarvi nel Sangue di Cristo,
confessatevi! Pregate prima perché lo Spirito v'irrori e vi
dia luce del vostro stato, e pregate l'angelo custode che vi
sia acanto; non abbiate reticenze; Io non mi scandalizzo, ma
vi accolgo. Dal mio perdono nasce la vostra vita. ti
benedico!".
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2 marzo 2010
"Nell'umile l'Altissimo si compiace e fa meraviglie, dona Sé stesso"
"Mia piccola Maria, mi faccio sempre più
intimo al tuo cuore, e stai serena per ciò che devi fare, Io
ci penso. Stasera la mia Parola e questo tempo di quaresima
vi richiama di nuovo all'umiltà. La radice di ogni male
dell'uomo è la superbia. Tutti i mali hanno inizio in essa;
nasce e vive dalla notte dei tempi. Nasce con l'uomo che
vuole la sua autosufficienza, vuole essere e spesso
prevaricando sugli altri. Per questo vi richiamo, mediante
la preghiera e la mortificazione, a piegarvi, a farvi umili;
solo nell'umiltà Dio può entrare. Nella Parola di oggi Io vi
dico: "non temete, non mi scandalizzo del vostro peccato,
fosse pure scarlatto, rosso per la grandezza della sua
vergogna, Io vi farò divenire di color bianco come la lana,
puri; esso vi verrà cancellato".
Molti ormai non vengono più alla confessione, omettendo, o
in modo molto superficiale. Dicono: "perché devo dire ad un
altro le mie colpe?", oppure: "quale male ho fatto?", mentre
tutti peccano, tutti sono peccatori e debitori presso Dio. É
volere del Signore che, proprio attraverso questo sacramento
ci sia la remissione del peccato, in questo atto di umiltà
di chi, pentito, piega la ginocchia per chiedere perdono, in
chi, con cuore sincero, vuole essere da Lui giustificato.
Chi viene in questo atteggiamento umile, mediante il
sacerdote, ove Io sono, viene perdonato e la creatura và
giustificata. Chi non viene in umiltà, chi rimane nella
superbia, rimane nel suo peccato e in esso muore.
Perché non vengono alla confessione? Per la superbia. La
superbia che vive da sempre, e in questo periodo storico è
in tutti i settori, pure nella Chiesa. Quanta voglia di
protagonismo, di prestigio, di far carriera per acquistare
una forma di potere e di gloria, e così, come ai miei tempi,
gli scribi e i farisei, usano le belle parole e Dio per
sgabello per potersi innalzare. Così oggi quanti pur nella
Chiesa! Il Signore è usato come trampolino di lancio per
affermar se stessi, per avere il plauso della gente, per la
propria autostima, per ricerca della gloria umana. E non
sanno che la gloria umana con l'umano perisce, e che cercare
gloria è rubare la Gloria a Dio, di cui è l'unico che ne ha
il diritto e ogni giustizia?
Siate umili! Nell'umiltà c'è il gradimento di Dio,
nell'umile l'Altissimo ci compiace e fa meraviglie, dona Sé
stesso e la sua santità. L'umile è la terra che, timida, si
nasconde, ma accoglie il seme e tutto ciò che la feconda;
non trattiene per sé, ma si pone al servizio per il bene di
tutti. Di questa terra il Signore ne fa Cielo, l'innalza per
farne il suolo, il giardino dei mille colori, ove Egli
cammina in Paradiso. Ti benedico".
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3 marzo 2010
"Il Cielo non pensa come la terra"
"Stasera Io mi avvio per Gerusalemme ove i sacerdoti e la
folla mi processeranno e mi condanneranno a morte. Sarò
messo a morte. Io insegno ai miei Apostoli che la via del
Cielo si conquista attraverso a sofferenza della Croce. I
miei apostoli non comprendono e tanto meno Salòme, la madre
di Giovanni e Giacomo. Chiede un posto in Cielo per i suoi
figli, accanto a Me! Salòme è una donna buona, temprata al
sacrificio, viene a Me con trasporto, ma ancora le sue
vedute, i suoi modi di pensare, sono umani, e dovrà molto
peregrinare nella sua vita per affinare lo spirito. Il posto
che il padre celeste ha dato ad ognuno di voi è stabilito e
pronto da sempre. Così come siete nati sulla terra in quel
luogo e in quella condizione, voluta da Dio, così nascerete
al Cielo per abitare quel dato posto. A voi il compito e
l'opera di raggiungerlo, di raggiungere il Regno dei Cieli,
che si conquista con la Croce, con la sofferenza della via
crucis, che qui sulla terra è però da Me addolcita, nelle
pause, dalle consolazioni, irrorate del mio divino Amore.
Salòme conoscerà su di sé la sapienza della croce, vivendola
sulla sua persona prima, spettatrice del mio dolore e della
mia crocifissione, e poi nel suo amore materno trafitto dal
dolore della morte di Giacomo e nel suo peregrinare delle
strade del mondo per raggiungere Giovanni. Ella si raffinerà
così tanto lo spirito da farsi Santa (*). Non sono le
grandezze del mondo, non è la potenza umana, i regni o i
troni della terra, che fa sì che attragga Dio, ma l'umile
servizio di chi si pone in umiltà al servizio della croce.
Essa vi fa da scala al Cielo. Questo vi renderà regali e vi
farà degni abitanti, creature regali per il Paradiso.
Il Cielo non pensa come la terra. Il potere umano si
conquista con il predominio, il Cielo si conquista,
donandosi nel servizio amoroso di chi si fa piccolo
servitore. Ti benedico".
(*) La tomba di Santa Maria Salòme si trova a Veroli, dove è
venerata anche come Patrona della città.
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4 marzo 2010
"Cos'è l'inferno?…"
"Mia piccola Maria, lo Spirito durante la Santa Messa già ti
rivela quel che Io vengo a confermarti nella parola. Vi
dico: "Figli, miei, non confidate in voi stessi, non
confidate nelle cose, non confidate negli uomini!". Non
attaccatevi alla terra, poiché tutto passa. La vostra vita
sembra lunga, ma è solo un soffio del mio respiro, solo un
battito del mio Cuore, ed è già finita e, se vissuta nella
materia, con la materia muore.
Poveri i ricchi, poiché difficilmente si salveranno; sono
pochi quelli che si ravvedono. Essi bastano a sé stessi,
saziano le loro fami inutili e non condividono con i
fratelli. Voi dite: "Beati i ricchi!", dato che il denaro
gli agevola la vita. É vero, gli viene facilitata
umanamente, ma se sapeste quanti inferni portano nel cuore!
Io chiamerò e chiederò responsabilità di coloro che sono
ricchi di cose, ricchi di sé stessi, dei doni ricevuti;
ricchi anche nello spirito, per i doni celesti, dato che Io
ne chiederò conto nel Giudizio, se hanno condiviso, se li
hanno fatti fruttificare per l'altro.
Voi dite beati anche quelli che hanno doni di Dio: è verro,
beati perché ciò li riconduce a Me, ma se sapeste quale
responsabilità questi doni, che vengono dati dal Padre per
il bene di tutti e non trattenuti a sé, e in questo modo
passare al demonio.
Questi doni sono sempre accompagnati, quando autentici, da
una grande sofferenza e incomprensione; hanno il segno della
Croce poiché sono timbrati e firmati dal Crocifisso.
Io non voglio che l'uomo viva e soffra nella miseria, ma che
abbia ciò che necessita al suo sostentamento, il di più
vizia l'uomo e lo allontana da Dio, mentre ciò che
sovrabbonda, che avanza, va dato al fratello, condiviso con
chi ne ha bisogno.
Oggi nel vangelo vi viene mostrata e rivelata questa
condizione: l'Epulone è ricco, basta a sé stesso, crede di
vivere in eterno, non ha compassione poiché il ricco si
attacca a ciò che possiede e lo idolatra, non ha poi
sentimenti di pietà per chi è nella necessità, e che gli è
acanto. La situazione presto cambia: l'Epulone muore e
viene posto all'inferno, di cui poco si parla, eppure c'è,
sussiste! La Chiesa poco ne fa riferimento per non fare
brutta figura.
Se sentiste le grida, le bestemmie dei dannati, che non
hanno riposo e sono senza tempo: continuamente, in eterno è
il loro tormento. Se voi vedeste non potreste più prendere
sonno e il vostro pensiero sarebbe là presente. Cos'è
l'inferno? É un tormento che lacera nell'anima, che corrode
a morsi e devasta perennemente nel terrore, senza pace,
senza posa, senza tempo. É il luogo ove vive l'oscurità; non
varca in esso più nessuna fievole luce, non entra più amore;
ove l'anima non è più curata da alcuno, ove nessuno più
viene ricordato e non più desiderato e voluto, …più per
nessuno! Ove il terrore vive, e la bestialità, le bestialità
che …si trasformano e si sbranano a vicenda.
Vi offro Me, vi offro il mio braccio, perché nessun'altro
abbia a condurvi, … perché molti lo rifiutano? Siate poveri,
poveri di voi, delle cose, poveri per ammantarvi delle
ricchezze di Dio, poveri della terra e della sua materia,
per aspirare alle ricchezze senza fine del Cielo, ove il
tributo è un pagamento eterno. Ti benedico".
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5 marzo 2010
"L'Amore cerca l'amore, e amando, si ripara all'Amore"
"Mia piccola Maria, oggi è il giorno in onore del mio divin
Cuore nel primo venerdì di quaresima. Molte sono le preci
che si elevano dai miei devoti, ma pochi in confronto alla
moltitudine dell'umanità, che ne è dimentica, che non mi
ama, che non conosce nemmeno. Il mio Cuore è offeso dai
molteplici oltraggi, dal disprezzo, dalle bestemmie, dal
disamore che continuamente Lo ferisce e richiede
riparazione. Quanto freddo, quanto gelo, e incapacità ad
unirsi a Me, anche da quelli della mia Chiesa, che dicono di
seguirmi; ma sono proprio quelli che vivono nella mia Casa
che più mi feriscono. Il mio Cuore vive, la mia sofferenza è
presente e il mio dolore è perenne, e richiede riparazione.
Come va effettuata questa riparazione? Offrendo la Santa
Messa, con la preghiera, amando, dato che l'Amore offeso si
ripara con l'amore.
Ci sono poi due vie particolarissime che cicatrizzano le
ferite profonde scavate nel mio divin Cuore, e sono: la
meditazione dei miei dolori, vissuti nella mia Santissima
Umanità e nella mia Santissima Passione. Quando voi
meditate, nel mio dolore, i chiodi che penetravano le carni
e spezzavano le ossa, ed è verità. Ma c'è anche un altro
dolore che sono i chiodi che hanno colpito conficcato il mio
Cuore: i chiodi dei peccati, che si accanivano contro di
Esso, i dolori morali, che lo crocifiggevano; e sono l'odio
nel quale ero avversato, il disprezzo, l'irriconoscenza,
l'incomprensione, il rifiuto, e per colui che è l'Amore, che
chiede e si nutre dell'amore, e cerca l'amore in voi, e
viene cacciato, messo a morte: muore per il disamore.
Il mio Cuore scoppia di dolore, si spacca sulla croce, e
ciò, ancor prima che dalla morte fisica, viene provocato
dall'odio, dall'indifferenza, e dalla sofferenza del
rifiuto, che penetra la mia anima, e mi ha fato morire.
L'altra via è: amarmi con il Cuore di mia Madre, offrendo le
vostra vita, vita di preghiera, che passa attraverso il
Cuore Immacolato di Lei, che è l'Amore più veritiero,
profondo, delicato, che ripara e ridona forma al mio divin
Cuore, che era tutto lacerato. Ne cura le piaghe, dà
sollievo e calore in tanto gelo: è la sua mano che mi
accarezza, che ancora mi conforta; è il suo battito, che Io
sento, che mi ama. L'Amore cerca l'amore, e amando, si
ripara all'Amore. Ti benedico".
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7 marzo 2010
"Non è il Signore Iddio che fomenta le guerre,
né vuole la fame e la
malvagità"
"Mia piccola Maria, lo Spirito, durante la Santa Messa già
parla e, nell'ascolto della santa Parola, si apre e ti si
rivela. Non è Dio l'autore del male che vi colpisce, e di
cui tanti uomini Lo accusano, né delle sofferenze in cui
siete oppressi. Ciò è causato dal male del peccato, e delle
conseguenze che ne derivano. Non è il Signore Iddio che
fomenta le guerre, né vuole la fame e la malvagità. Egli vi
insegna e riconduce alla giustizia, al soccorso, alla pace.
Né è Dio che fa esperimenti scientifici con i quali
scatenare la natura e scuoterla dal suo ritmo naturale; e
così pure il peccato che la imprigiona si fa energia
negativa, che la possiede e la scuote, e ne avete gli
sconvolgimenti. É il peccato che corrode, ed è seme di ogni
male fisico e spirituale, proprio ed altrui, che genera
dolori, malattie, persecuzioni. E dato che nella conversione
vi lavate, vi purificate da esso, e date origine al bene,
l'energia del bene si contrappone al male e dilaga, portando
la sua forza, la sua salute, la sua vita. É una battaglia.
L'una si contrappone, si sovrappone all'altra, e dalla
vittoria di una ne nascono i frutti e le opere. Il Signore
dà al mondo il necessario alla sua sussistenza, dà l'aiuto e
offre esistenza ad ogni creatura; c'è però il libero
arbitrio; ognuno vive secondo la scelta della sua coscienza;
e se oggi i mali sono aumentati, si sono dilagati, nella
parola di stasera Io vi dico: la terra è questa pianta
malata del vangelo, malata del suo male, che la corrode e la
devasta al suo interno, la fa divenire sterile di vita: i
suoi frutti si fanno marci, e tende sempre più a inaridirsi.
C'è però la preghiera degli eletti, dei figli fedeli, della
Madonna, che intercedono e chiedono proroga alla sua
esistenza, e cercano di coltivarla, di nutrirla,
concimandola con le loro preghiere per far sì che riceva il
bene, e sia difesa dai parassiti, dalle tenebre che
l'invade.
Se la pianta accoglie, avrà l'energia del bene, che porterà
linfa nuova e sarà rigogliosa di vita feconda. Se rifiuterà,
il suo male la pervade, e perirà in esso: non avrà linfa e
nella sua sterilità muore. Per questo ancora chiamo l'uomo a
convertirsi, a fare la scelta del bene, che vive in Me, nel
mio Amore accolto. Ti benedico".
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8 marzo 2010
"La stessa fede viene imprigionata, la rendono razionale"
"Mia piccola Maria, le intenzioni che mi porti sono già in
Me. Ma ogni volta che tu me le presenti Io le benedico. Per
il libro, per cui pregate, ti dico: esso avrà diffusione,
senza darvi preoccupazione, ma nell'abbandono fiducioso
dell'intervento di Dio si troveranno i mezzi per essere
divulgato.
C'è bisogno sempre dell'abbandono fiducioso della creatura
al suo Padre Celeste: che ci si fidi, che si creda
totalmente e ci si abbandoni nelle sue mani. A questa
fiducia Iddio rimane incantato. Egli apre la braccia, e si
arrende; è indifeso e dice: " Come è possibile dire di no ad
una creatura che ha così fede, e di Me così si fida e si
abbandona?". Dalla fede nascono i miracoli, le grazie. E
questa sera il vangelo velo conferma.
Io vado a Nazareth, ma sono respinto dai miei concittadini.
Non riconoscono, né accolgono la mia Persona, anzi vogliono
uccidermi. Non ci sarà che qualche miracolo a Nazareth, per
i più non ce ne saranno, perché non c'è fede in Me e non c'è
nemmeno fede nel Padre Celeste, in cui dicono di credere e
operare; sennò al mio incontro copiose sarebbero state le
grazie su di loro! La fede, l'abbandono fiducioso fa piovere
la Providenza dal Cielo.
Ripresento ad essi la Parola: quando Naaman, il siro,
guarisce dalla lebbra, bagnandosi nel Giordano sette volte,
è la fede dei suoi servitori che lo salva; è per la loro
preghiera che intercede per lui. Il Giordano già prefigura
il futuro Battesimo, che vi ricrea dal peccato a nuovo
essere; e le sette volte sono segno dei sette doni dello
Spirito Santo. É da questa fede dei suoi servi che Naaman
acquista salute e la sua fede nello Spirito. Egli era buono,
trattava con bontà la sua servitù, che hanno ricambiato, con
questa carità.
Ricordo ai nazareni che solo ad una povera vedova il profeta
Elia operò un miracolo. Ella pregava, giorno e notte, verso
il Cielo la sua povertà, il suo bisogno; e la sua fede è
stata ascoltata; il Signore è venuto in soccorso.
La fede, figli miei, vi risana, fa giungere l'intervento e
l'opera di Dio su di voi. Oggi, se non ci sono più miracoli,
o sono così pochi, anche nella Chiesa ne avvengono meno, è
perché la stessa fede viene imprigionata, la rendono
razionale, la sottopongono alla psicologia e ad effetti
scientifici. La fede è irrazionale, la fede nasce e vive nel
cuore, è lì che Dio viene, interviene, ed opera la sue
meraviglie. Ti benedico".
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9 marzo 2010
"Oggi quanti sono i sacerdoti che, per ore, stanno al confessionale?"
"Mia piccola Maria, Io ti sto guardando, la tua è una ferita
aperta che ancora sanguina, ma ti sto sanando. I tuoi figli
li hai assistiti e amati, nei compiti casalinghi e nelle
cure, ma soprattutto li hai aiutati, provvedendo con la
benedizione della preghiera, mediante la quale si salvano i
figli. L'adempimento del compito materno non si assolve nel
pensare ad ingrassare gli stomaci e la preoccupazione dei
bisogni fisici, ma sia primario la cura nei bisogni
spirituali, a vivere la preghiera, la Santa Messa, ad
offrire i propri figli al Signore Iddio, che ve li ha
donati. Ah, se le mamme, pregassero di più per essi, e meno
si curassero del cibo, quanti figli si sanerebbero nello
spirito e verrebbero partoriti per il Cielo!
É iniziata, in questa parrocchia, la settimana sacerdotale;
pregate il Santo Curato d'Ars, che vi viene posto in
rilievo, ad esempio, in questo anno dal Santo Padre per il
sacerdozio. Le folle accorrevano a lui, e cosa andavano a
cercare? Un uomo di grande cultura, di prestigio, di
bell'aspetto? Egli era un uomo semplice, di modi modesti, di
non attrattiva esteriore, ma ricco di spirito, ed andavano a
lui per irrorarsi e ricevere lo Spirito, per avere il retto
consiglio, il discernimento, la ricchezza dell'amore di Dio;
realtà che dovrebbero vivere i sacerdoti, ma i più, la
maggioranza, non dà, non è capace perché non ha lo Spirito,
e non ha lo Spirito perché non prega, non vive più
l'intimità con il proprio Signore.
Il Santo Curato d'Ars è l'uomo della misericordia: quante
giornate e notti intere nel confessionale, per aiutare le
anime a sanarsi, ad esercitare il ministero della
Misericordia.
Oggi quanti sono i sacerdoti che, per ore, stanno in
confessionale? Che si dedicano, con amore, a questo
ministero? Sono così pochi. Non c'è più l'amore di Dio, e
senza quest'amore non c'è più l'amore per la salute delle
anime.
Pregate il Santo Curato d'Ars; ora egli vive in Cielo il
tributo e gli onori delle folle, che ha aiutato a salvarsi.
Pregate per i sacerdoti, offrite Sante Messa, preghiere,
mortificazioni, digiuni, quel che potete. Un sacerdote che
si salva, salva innumerevoli anime e, per lui che avete
aiutato, la vostra anima è predestinata al Paradiso.
In questo periodo storico la Chiesa è decaduta, ed è così
poiché il sacerdozio è decaduto. Aiutare per la salvezza e
per la santità, pur un solo sacerdote, è sanare parte della
Chiesa. Ti benedico".
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10 marzo 2010
"Oggi la Legge divina viene travisata"
"Quando un'anima mi dice: "Ti amo!", e ciò gli viene dal
profondo del cuore, il mio trasale di gioia. Quando l'amore
è autentico, vero, vissuto, ogni sua preghiera diviene un
"Ti amo!"; ogni sguardo al Cielo, ogni opera di bene verso i
fratelli è un "Ti Amo!". E, per quanto possa essere solo una
fiammella, una piccola luce, e il mio Amore un incendio, Io
prendo la fiammella e la assorbo nel mio ardore, sicché
questo divenga un unico Fuoco, un unico incendio.
Quando l'anima mi ama vive i Comandamenti di Dio così come
Io ho detto: "chi mi ama osserva i miei Comandamenti". La
via del volere di Dio vi è stata data per amore, e non
perché vi fosse di fardello; per far sì che rendesse l'uomo
libero, gli desse luce per giungere in un percorso diritto
al Cielo. Fuori di questo percorso ci sono i burroni, le
trappole del nemico, che rende l'uomo schiavo. É una legge
che si vive per amore.
Io sono venuto a darvi compimento, non a cambiarla, ma
irradiarla della mia Persona, dell'Amore, a darvene la vita
nella crocifissione, nel mio sacrificio, che testimonia
l'Amore, che vi dà l'aiuto, la forza, il senso, che vi
santifica questo percorso, questo viaggio dell'esistenza, di
Me, della passione del bene, che sono.
Oh, so che la creatura può sbagliare e cade ma, se pentita,
le mie braccia sono sempre pronte a raccogliere per
ricondurre alla via diritta. Cos'è la confessione se non la
ricucitura allo strappo fatto alla trasgressione di Dio e
all'anima vostra? Essa ricuce e vi rende nuovo l'abito. La
Legge non va cambiata nemmeno in una virgola; essa va
vissuta così come vi è stata data dal Padre vostro; il suo
volere è il vostro bene.
Oggi anche nella Chiesa, nel suo insegnamento, in molte
parti, la Legge divina viene travisata, cambiato il senso,
disposta e modificata in modo tale che sia conforme al
volere dell'umanità, alle esperienze e desideri umani. Ma
facendo così si allontana l'uomo da Dio e lo si corrompe.
Amate la Santa Legge, irrorandoLa di Me. Io allora vi prendo
per mano, vi conduco, non vi lascio soli; ogni passo che voi
farete sarà:"Signore, ti amo!". Ed Io risponderò: "figlio,
Io ti amo di più!". Ti benedico".
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11 marzo 2010
"Questo tempo storico è schiavo del demonio muto"
"Mia piccola Maria, sì che puoi ascoltarmi! Io ti parlo
nella profondità del cuore, pur se ti si sono messe accanto
le tue cugine e ciò non è casuale. Vengono per la Santa
Messa offerta per i genitori; ed essi desiderano da te che
tu preghi per le loro figlie, che sono ancora legate, e così
occupate da questo demonio muto, di cui parla questa sera il
vangelo.
Questo tempo storico è schiavo del demonio muto. Esso è
colui che vive nella maggioranza dell'umanità, e più del
demonio che sbraita, e che grida. Egli ha reso muta la voce
degli uomini per non farli lodare e pregare Dio, e ha anche
tolto loro l'udito all'orecchio perché non ascoltino e non
ricevano in sé la Santa Parola; ha reso ciechi gli occhi
perché non riconoscano nei segni, in ciò che li circonda, la
presenza del Creatore. Questo demonio rende egoisti, chiusi,
inariditi; toglie l'amore, rende incapaci di amare il
Signore e i fratelli.
Quanti, che sembrano creature buone, rispettosi e non
compiono chissà quali gravi peccati, ma hanno lo spirito
muto, non vivono più il primo Comandamento, non amano, sono
chiusi in sé, al proprio io e ai bisogni della propria
esistenza, dimenticandosi dei bisogni dei fratelli. Vivono
l'idolatria del proprio essere.
Chiamo noi, figli miei, che siete liberi in Dio, e in Lui
avete la parola per lodarlo e pregare, avete l'udito per
ascoltare e ricevere la Santa Parola, avete lo sguardo per
contemplare e amare il Cielo e ciò che è creato, e sapete
riconoscere negli altri la stessa origine, la medesima
figliolanza, il fratello. Chiamo voi, figli miei, ad offrire
la vostra vita, che vive in Me, per far sì che siate guida
per essi, offerta che risana il loro mutismo, la loro
sordità, la loro cecità. Quanti ne aiuterete così a
salvarsi! Siate perseveranti sino al tempo che Io giunga;
non perdetevi d'animo: Io vengo! Io vengo a risanare
l'umanità dal demonio e dalle sue schiavitù. La vostra
perseverante preghiera offrirà loro luce, discernimento, per
saper scegliere, in quel tempo, il Signore Dio e avere
liberazione. Ti benedico".
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12 marzo 2010
"Qual è il più grande dei Comandamenti?"
"Voi creature mi ponete argini e confini e delimitate
l'Eucaristia nelle vostre intenzioni. Essa, entrando,
congloba in sé, assimila ciò che voi stessi portate nel
cuore: le persone per cui volete offrire; Essa si dilata.
Dio vede ciò che voi non potete vedere e contiene ciò che
voi non potete contenere. Voi ponete limiti, confini a Dio,
che non ne ha.
Stasera nella Santa Parola il profeta Osea richiama il
popolo perché torni, pur se ha peccato gravemente, se è
caduto, torni al Signore che grandemente perdona, dato che
la sua Misericordia, la sua magnanimità, non ha orizzonti: è
smisurata.
In questo percorso di quaresima ancora si torna ad invitarvi
a venire alla Confessione. Quante anime, pur poi venendo,
mantengono reticenze: non dicono le cose più profonde e
nascoste; e pur avendone peccato, ritengono che non vadano
dette e riferite al sacerdote, siano solo cose propie,
oppure ne hanno vergogna.
Questi blocchi non permettono la purificazione, e senza di
essa l'incontro con la fusione di Dio, la crescita al suo
Amore. Quell'amore di cui nel vangelo uno scriba mi fa
domanda nel primo Comandamento. Qual è il più grande dei
Comandamenti? Ed Io attesto e confermo: "É il primo: amerai
il Signore Dio tuo con tutto il cuore, la mente, con tutte
le forze", poiché solo in questo Amore totale voi potete
amare i fratelli come voi stessi. Senza quest'Amore divino
il vostro è circoscritto ai vostri interessi, alle vostre
esigenze; terminate queste c'è il rifiuto dell'altro o
indifferenza.
Quando amate, e quando vive il primo Comandamento nella
persona, esso è l'acqua che scorre continuamente, è l'acqua
vitale che si rinnova e dà vita. I Santi sono coloro che
hanno vissuto, hanno incarnato il primo Comandamento.
Conoscetene la vita, imitateli! In questa fusione a Dio voi
avrete purificazione e crescete nell'amore. Riuscite a
vincere queste reticenze, che divengono scogli, muri, rocce,
che non permettono il proseguo della strada.
Andate dalla Madonna, Lei la Madre della Misericordia, vi
aiuterà. PregateLa, rifugiatevi a Lei, che vi aiuterà e
confessarvi bene, a liberarvi da ogni remora; e dal perdono
ricevuto, vi accompagna nella purificazione, che si fa
piena. Maria poi vi introduce nella intimità del Cuore di
suo Figlio, nei suoi segreti, perché Lo amiate, dato che il
desiderio più grande della Madonna è che ogni cuore ami il
Signore Dio, come Lei Lo ha amato, e anche di più. Ti
benedico".
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13 marzo 2010
"Stasera ricordate la parabola del perdono, del figlio prodigo"
"Ogni volta che voi offrite l'Eucaristia per i vostri
fratelli voi li aiutate a fare un passo in più nella
crescita a Dio o, se lontani, perché il loro passo si volga
verso la casa del Padre, che hanno lasciato. Per questo è
così importante la preghiera per i fratelli, le Sante Messe
offerte, non solo per i defunti, ma per tutte le intenzioni
dei viventi. Stasera ricordate la parabola del perdono, del
figlio prodigo, che rappresenta tanta parte dell'umanità
che, per una pretesa voglia di libertà e di ricerca di
felicità, abbandona la Casa del Padre con i suoi Dettami, la
sua certezza, la sua protezione, la sua difesa per
percorrere strade lontane che conducono al peccato,
all'impoverimento di sé stessi, ed alla infelicità.
Dov'è il merito della creatura che ritorna? Di prender
coscienza, con un atto di umiltà e di pentimento: riconosce
che questo suo stato è per sua colpa, per suo errore, e
abbraccia il desiderio di tornare al Padre, ove c'è vera
vita.
Dall'umiltà e dal pentimento c'è il ritorno, il passo che
conduce di nuovo a casa. E cosa vi trova questo figlio? Un
Padre che lo aggredisce, che lo rimprovera aspramente? No,
egli è lì, da tempo, a guardare ogni giorno all'orizzonte il
suo ritorno, e quando, al suo sguardo appare, ecco: gli
corre incontro, pieno di misericordia e di gioia, dato che è
un figlio che rinasce, che, dalla morte, torna alla vita. E
fa festa, gioisce.
Cosa fareste voi se un figlio perisse e, se morto, poi lo
vedeste ritornare a casa vivo, risorto? Non gioireste? Non
fareste festa? Così è per un figlio che torna a Dio, che si
salva, mentre prima andava alla morte eterna.
Ma quale è il modo di comportarsi del fratello maggiore? É
di gelosia, d'invidia, d'asprezza, di chiusura a sé. Non lo
chiama "fratello", ma "figlio del padre". Non lo riconosce
tale perché egli, pur vivendo nella Casa sua e nell'obbedienza ai suoi Comandi, non li irrora del suo amore, non
li infonde della sua Misericordia; il suo cuore è chiuso.
Questo stato è rappresentato pure da tanta parte della
Chiesa che, pur obbedendo alla Legge, ha il cuore duro,
nell'orgoglio; non è irrorato della compassione e dell'amore
di Cristo, e per questo non sa perdonare e amare, e
accogliere chi sbaglia e che va aiutato a tornare. Quando si
vivono i Comandamenti essi vanno uniti all'amore di Dio,
dato che solo questo amore dà vera pietà, misericordia,
perdono; e voi allora, simili al Padre Celeste, saprete
aprire le braccia a accogliere di cuore. Ti benedico".
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14 marzo 2010
"Nel perdono c'è il soffio di vita che ricrea,
e nel quale la creatura
risorge"
"Sì, che prendo in Me le tue intenzioni. Già le ho
assimilate a Me. Oggi che vi viene presentata la parabola
del figliolo prodigo, essa vi rivela la sconfinata
Misericordia, la tenerezza, l'Amore del Padre Celeste, che
vi perdona sempre, purché il figlio voglia tornare a
rivivere il suo abbraccio. Questa Misericordia infinita
stupisce e meraviglia molti, e molti ei scandalizzano, dato
che questa Misericordia pare per essi arrecare offesa alla
Giustizia. Eppure il perdono e la Misericordia sono la
massima Giustizia, perché nel perdono c'è il soffio di vita
che ricrea, e nel quale la creatura risorge, torna a vivere.
Nella vita acquisita c'è poi il senso, la motivazione, il
valore che ne dà la Giustizia. Mentre la morte perde ogni
valore e non ha più giustificazione. La vita che rinasce dà
massimo valore, e dà vita ad ogni Giustizia.
A voi è richiesto, figli miei, di assorbire questo Cuore
Misericordioso del Padre, i suoi Sentimenti, e come lo
potreste se non nell'Adorazione? Nel nutrirvi all'Eucaristia? In Essa Dio vi irradia di Sé, vi nutre, ed
infonde il suo Cuore e i suoi Sentimenti. E come presentarvi
ad Essa? Ancor prima c'è bisogno che trovi un'anima lavata,
pura, che si sia fatta verità, e vittoria dal peccato, per
far sì che questi Sentimenti, questa sua Pietà attecchisca e
possa crescere.
Non dite che: "…ma non c'è bisogno che ci confessiamo
spesso… e cosa ho da dire?… Cosa mai compio di male?…". Così
come la polvere cade e sempre copre ogni cosa, che va
ripulita, così la vita porta la sua ombra e va sempre reilluminata.
Nella Confessione voi vi mantenete nello stato di Grazia, e
conoscete nell'Amore di Dio. Solo chi vive nel profondo la
Misericordia del Padre sa vivere il suo Cuore
Misericordioso, e sa perdonare continuamente. Ti benedico".
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16 marzo 2010
"Dovrò giungere Io a sanare questa umanità paralizzata"
"Stasera nel vangelo vi viene presentata la piscina di
Betezaida, nella quale vari malati venivano guariti quando
il Dito di Dio veniva a smuovere le acque e, nel suo
Spirito, le faceva sante. Il primo malato immerso si sanava.
Ma c'era lì un paralitico che, da anni, attendeva di
immergersi, ma poiché non c'era nessuno a gettarlo in essa,
era sempre in attesa, e giungo Io proprio per guarirlo. Ho
sentito la sua preghiera continua e accorata, il suo ardente
desiderio di tuffarsi, il cocente dolore delle ripetute
delusioni.
Cosa rappresenta questa piscina, che già nel Vecchio
Testamento si annuncia nelle acque che salvano e sanano?
Essa annuncia il Grembo delle Acque della Madre della
Chiesa, nel quale i figli, nei tempi, si sarebbero immersi
per liberarsi dal peccato, ed essere così creature nuove: il
Grembo del Battistero, che nel Battesimo, nelle sue Acque
irrorate dallo Spirito Santo, i figli vengono liberati dal
male del peccato, e da esso la nascita e la vita di tutti i
Sacramenti.
Ancora questa Acque vi annunciano la Confessione, che nel
mio Sangue e nella mia Acqua, scaturita e trafitta dalla
lancia, nel mio Cuore, dalle lacrime del mio dolore, ove
potete immergervi per lavare, e poter così rinascere alla
Grazia.
Ma quanti si immergono nel Grembo delle Acque della Madre
Chiesa? Vedo miriadi di ammalati, di gente che brancola nel
buio, che agonizzano, ma non cercano la mia guarigione, non
hanno desiderio di tuffarsi nelle mie Acque; non c'è
preghiera. Non si ha dolore del proprio peccato, dato che è
il peccato l'origine di tutti i mali; e se le malattie e
ogni forma di male persiste, è perché non si viene lavati in
Me. Il peccato continua, e così anche il male, che ne
consegue.
Vi ho dato mia Madre per aiutarvi, perché ho detto: "non ci
si può rifiutare di irrorarsi nelle Acque della Madre mia,
Lei che è la tenerezza, la compassione, Madre di
Misericordia, che soccorre ogni uomo a rincontrarsi con il
Padre. Lo laverà in Sé, lo riforma, lo prepara per far sì
che poi possa tuffarsi, con vivo desiderio e con profondità,
nelle Acque della Madre Chiesa per vivere bene e con amore
il Battesimo e i Sacramenti.
Chi si tuffa nelle profondità di queste Acque? Così pochi!
Pure vivendo nella Chiesa i molti non s'immergono nel suo
Grembo, vivendone la pienezza, il desiderio, l'intensità, la
conversione. Per questo dovrò giungere Io a sanare questa
umanità paralizzata. Verrò a liberarla, ma ciò non passerà
senza sofferenza e persecuzioni, che Io avrei voluto
risparmiare".
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17 marzo 2010
"Solo nell'Amore che Io sono, voi amate"
"Mia piccola Maria, cosa ti ha detto questo Padre? "Sei una
bambina!" E cosa può fare il Signore Dio tuo con una bambina
se non prenderla in braccio e prendersene cura? Ecco, Io
stesso ti proteggo e ti cammino dinanzi.
Cosa dice stasera la Parola? "Seppur una madre si
dimenticasse del figlio delle sue viscere, Io non vi
dimenticherò mai". Quanto più ciò è per i miei piccoli, ai
quali Io stesso mi chino, mi curvo, mi carico. Io sono la
tua difesa, la tua protezione (*).
Nel vangelo di oggi Io rivelo ciò che sono. Vengo nel mondo
per testimoniare e rivelare il Volto di mio Padre, ciò che
Egli è, e che Io sono: l'Amore, la Misericordia, la
tenerezza, la compassione. Dio è fedele, non tradisce mai la
sua essenza, ma è sempre coerente con ciò che è. Egli opera
e agisce nell'Amore, dà vita creando nell'Amore. La
Santissima Trinità, composta nella diversità delle sue
Persone, è unitaria, è fusa nella sua Essenza, che è
l'Amore, che dà a Tutte e Tre il medesimo potere e la stessa
Energia creatrice e santificatrice.
Così voi, figli miei, siete uniti dall'Amore. Solo uniti ad
esso, voi così diversi, così vari nei vostri modi d'essere,
vi comprendete e vi unite, divenendo unità con Dio
nell'Amore. Quell'Amore che ricevete solo dalla fonte
inesauribile di Dio.
Abbandonatevi a Colui che vi ama, e ne sarete saziati. Voi
cercate l'Amore nel mondo, in modi diversi, che non vi
sazieranno mai e ne avrete sempre così fame. Iddio Padre non
viene a condannarvi, ma ad amarvi, e accogliere e riparare
nel Figlio ogni giudizio. Venendo a Me, voi ne venite
irrorati, e avrete vita, poiché solo fusi nell'Amore di Dio,
voi sarete felici. Siete creati dall'Amore; il suo Alito
Santo vi ha dato esistenza, e solo quando lo spirito vostro
si unisce a Lui, voi vivete, voi godrete. Solo nell'Amore
che Io sono, voi amate. Ti benedico".
(*) Ciò vale per tutti e per ognuno di noi.
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18 marzo 2010
"Consacratevi al Cuore di Giuseppe!"
"Quando s'invoca l'aiuto di san Giuseppe, e ci si affida a
Lui, credete che voi venite protetti e difesi, che Egli si
prende cura delle vostre persone e dei vostri beni. Le sue
braccia vi recingono e vi chiudono di forte protezione più
di ogni baluardo; siete così più difesi da ogni attacco.
Egli vi cura e vi difende così come ha difeso e ha fatto
scudo a Me. É il fedele che vi segue per sempre, è
l'obbediente che compie il suo aiuto, il suo soccorso su
tutti quelli che Dio gli affida. Consacratevi al Cuore di
Giuseppe, così come vi è chiesta la consacrazione al Cuore
di Gesù e di Maria, consacratevi al suo; Egli vi fa
assorbire e nutrire dei sentimenti del suo Cuore, delle
virtù che ha vissuto, che sono: la verità, l'umiltà, la
carità, la trasparenza, la purezza…, sono infinite le sue
virtù. Anch'Io, sin da piccolo, rimanevo a rimirare mio
padre Giuseppe e, incantato e stupito, lo seguivo, godendo
di Giuseppe, della sua laboriosità, della sua onestà, della
sua profonda preghiera, della sua bontà, della sua unione
con il Padre Celeste.
Quante volte Lo chiamavo, e mio Padre Giuseppe era sempre
pronto a risponderMi, ad aprire le sue braccia. Quante volte
si è posto a difesa della mia Persona, a rischio della sua
vita. Come è stato sollecito e premuroso, mai stanco e
sempre paziente come maestro buono nell'insegnarMi il
lavoro.
Pochi sanno però che San Giuseppe era un profondo
conoscitore delle Scritture, un sapiente, che era visitato
da sogni come l'antico Giuseppe, e godeva di visioni
celesti. Venuto a conoscenza della mia Venuta divina, di ciò
che sono, si pone. con Maria, nell'offerta al Tempio per
donare sé stesso. Fa offerta della sua vita per essere
aiuto, sostegno, ricchezza alla mia Opera. San Giuseppe
offre tutto di Sé, nulla trattiene, anche la lunga malattia
e l'agonia è offerta al Padre Santissimo perché fosse unita
alla mia Redenzione.
Sapeste quale mezzo di salvezza è stato Giuseppe! Ha dato la
sua vita e si è cancellato per far sì che Io fossi accolto,
amato, vissuto. In Cielo ancora San Giuseppe è così umile,
rimane confuso di tanta attenzione, di tanta rilevanza, di
cui il Dio Creatore, il Dio Figlio nella sua Umanità, il Dio
Spirito rivolge a Lui e lo innalza. Quando la mia bocca
proclama "Giuseppe", ne gioisco dopo il Nome di "Maria"; la
mia bocca si riempie e ne gode. Tutte le anime Beate, i
Santi, gli Angeli nel Cielo, al nome "Giuseppe" sorridono e
gioiscono, s'inchinano, ed Io ne godo.
Le virtù di Giuseppe sono come cespugli di fiori dei
svariati colori, così belli e profumati che circondano il
mio Trono. Amate Giuseppe! Io vado nella ricerca dei figli
che mi amano e desidero trovare in loro il Cuore di mio
Padre Giuseppe. Ti benedico".
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19 marzo 2010
"Si è padre quando ci si rispecchia nella Paternità di Dio"
"Il nome di Giuseppe si eleva dalla Chiesa al Cielo. Il nome
di "Giuseppe, Giuseppe!" riecheggia in Paradiso, ed il mio
Cuore se ne rallegra, dato che Egli mi ha rallegrato nella
vita. San Giuseppe è segno della paternità di Dio, e come mai
il Signore sceglie Lui? É il predestinato per questa
missione. Nasce per quest'Opera, e Giuseppe l'abbraccia e la
corrisponde pienamente.
Sin d bambino è generoso, laborioso, umile, di profonda
preghiera, e la sua purezza ha incantato Dio. Sin da
fanciullo si consacra al Padre Celeste, offrendo la sua
purezza per l'intera vita, e Giuseppe sarà sempre Vergine,
in cui il candore è trasparenza, bianco come il giglio per
tutta la sua esistenza.
Oggi, in un tempo in cui la virilità dell'uomo viene
ostentata e vissuta nella lussuria e nei peccati della
carne, il Padre Eterno pone in rilievo e dà esaltazione alla
purezza di Giuseppe, che è virile nella fortezza delle
tentazioni, nelle battaglie tutte vinte, nell'ubbidienza al
voto fatto.
Quante offese salgono al Cielo e attaccano la sua purezza,
la sua castità! Quante chiacchiere feriscono oggi la sua
unione santa con Maria o a presunte precedenti unioni. San
Giuseppe non sposò Maria in età avanzata, ma nella sua
pienezza giovanile, da giovane forte e anche di bell'aspetto
e, pur corrispondendo al suo voto, egli si trova per le
disposizioni divine e per gli eventi disposti dal Signore,
mediante segni e prodigi celesti ad accogliere la Volontà di
Dio nel suo matrimonio con la Madonna. Entrambi, in segreto,
si sono dati a Dio, e in segreto si confidano la loro
decisione,la scelta fatta e il desiderio di vivere, fino in
fondo, la purezza, ed entrambi accolgono.
San Giuseppe amerà la Madonna di un amore che si eleva e
vive nelle altezze dello Spirito. Egli darà la vita per il
suo Signore.
Oggi dove rivive più la paternità, e quanto, anche in
passato, è stata mancante questa figura nella famiglia del
padre. Si è padre quando ci si rispecchia nella Paternità di
Dio, nell'orazione profonda e la Santa Parola vissuta. Iddio
vi dona di Sé per essere padre, e vi dice,per aiutarvi:
"Guardate e imitate Giuseppe, che porta in Sé riflessa la mia
Paternità. San Giuseppe è Capo famiglia,ma non per
assoggettare, per avere primato, ma per accogliere in Sé la
responsabilità, per porsi al servizio. Si pone alla difesa,
alla protezione, si fa custode di coloro che l'Altissimo gli
affida, pronto a dare la vita, e l'ha donata ogni giorno
per la sua Famiglia.
Andate a Giuseppe, non rimarrete delusi. Date a Lui e non
sarete tristi, sconsolati. Giuseppe rallegra il cuore, e come
il Signore Dio se ne compiace e dice di Lui: "É cosa buona!"
Chi si affida a Lui, da Lui riceve e ne fa parte, e sarete
esauditi. Ti benedico".
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20 marzo 2010
"Nella preghiera non c'è bisogno di tutte queste grida"
"Mia piccola Maria, non ti rattristare se vedi che in questa
Celebrazione non è tutto conforme secondo i miei voleri. Io
ci sono nel Cammino Carismatico, sono presente, vivo,
agisco, opero per amore del mio popolo, che ha bisogno di
essere consolato, di essere sanato, e ci sono perché sia
mezzo per molti, per tornare a Dio anche se non hanno
percepito, in modo totale, l'intero volere dello Spirito in
esso, come va vissuto.
La Croce non va solo debellata e sanata nelle forme delle
malattie e nei vari dolori. Ma va insegnato che c'è una
grandezza in essa: che, quando è accolta e vissuta con
amore, questo stato è superiore, si fa redenzione; e la
malattia, il male subito, offerto, e unito al Signore, è
guarigione di molte altre malattie nelle anime altrui.
La Confessione non è, come dice il sacerdote. É bene che il
fedele, pur veramente pentito, accusi i suoi peccati: li
dica, dato che nel perdono dell'adultera, a cui fa
riferimento il sacerdote, Io sono presente e conosco tutto.
Mentre al confessore vanno rivelati, uno ad uno, per
comprenderne lo stato e poter dare l'assoluzione, e anche
perché ciò si fa segno di umiltà, del pentimento; è già un
passo che aiuta nella sua purificazione.
Nella preghiera non c'è bisogno di tutte queste grida. Io
ascolto, e ascolto nel cuore. I canti vanno bene, ma senza
strepiti, e applausi. Siano melodiosi, e consoni per la
Santa Messa, che è il Sacrificio di Cristo.
Non è bene, durante la Santa Messa, interrompere per parlare
di seminario e giornate di fraternità; non và interrotta la
Celebrazione nella sua sacralità, non và ridotta ad una cena
gioiosa, ad un banchetto di fraternità, o un teatro che fa
dimenticare e snatura il senso vero del dolore e della
Passione di Cristo, che sta vivendo, nella sua Morte e
Risurrezione, il suo Sacrificio, come Agnello Immolato.
Seguiranno i tempi in cui lo Spirito rivelerà, nella sua
pienezza; e tutti i Cammini della Chiesa si formeranno in
unico cuore che prega, un unico sguardo che si eleva verso
Colui che si adora ed è presente, giorno e notte, in tutte
le chiese. Ti benedico".
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21 marzo 2010
"Molti sanno di ciò che Io scrivevo per terra"
"Mia piccola Maria, la via che conduce a Dio è in ascesa, e
mentre si sale, nella sua fatica, si viene purificati,
potati. Quanti rovi, cespugli, erbacce, pietre, massi che
intralciano e ingombrano la via diritta che, mentre si
supera e sale, si fa più bella perché và più vicina al
Cielo, inizia a rispecchiarsi della bellezza del Cielo. Così
sarà per te, per la via che ti conduco e ti purifica, pur
nelle tue miserie.
Ugualmente è stasera nel vangelo quando le mia Parola, nel
parlare all'adultera, non scaglia pietre, non condanna, ma
sempre indica la via dei Comandamenti che vi portano diritti
al Cielo. Legge che Io confermo ma, irrorata della
Misericordia del perdono. Molti sanno di ciò che Io scrivevo
per terra, e cioè che elenco i peccati di coloro che
condannano, ma non solo: indico pure i nomi di quelli che
hanno peccato con la stessa donna, ma che si sentono
giustificati da esso perché, non essendo donna, si sentono
esenti, si credono superiori. Cristo viene ad insegnare che
la Legge e il perdono sono equivalenti per tutti. Non è il
sesso, né la condizione sociale, o qualsiasi situazione, che
ha valore presso Dio, dinanzi alla Misericordia che è simile
per tutti; anzi per quelli più perseguitati, su cui ci si è
più scatenati e condotti al peccato, e per quelli che più
hanno sofferto nella via del pentimento, sono quelli per i
quali il Cuore di Dio travasa di tenerezza; è più colmo e
proteso di Misericordia.
Stasera nella Celebrazione della "Legio Mariae", la Madonna
vi indica il cammino del servizio, che non giudica, non
condanna, ma ama, dato che tutti possono cadere nella loro
debolezza; e richiamo ad essere braccio che aiuta l'altro a
rialzarsi e riprendere il retto cammino.
Quando voi vedrete l'altro non come estraneo, ma fratello,
madre, sorella, parte di Me, allora voi non condannerete
più. Quando voi sarete entrati nell'Amore voi non avrete più
giudizio. Nel perdono, nell'accogliere, voi amate e date
così vita, e molti ne porterete a Me, e mi sarete simili. Ti
benedico".
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23 marzo 2010
"La Croce è il mezzo che innalza,
trasformando la materia, per renderla
spirito"
"Mia piccola Maria, ogni Comunione che tu fai è un tassello
che si unisce all'altro per poter compiere un'intera opera
d'arte. É un mattone che si cementa all'altro per costruire
la casa. Solo quando l'opera del mosaico sarà completa potrà
essere rimirata, solo quando la costruzione della casa sarà
interamente formata, anche nei suoi accessori, potrà essere
abitata. Quest'Opera di costruzione si attua per alcuni
sulla terra, per molti in purgatorio, ove la edificazione
continua sino al suo compimento.
L'importante è che ci sia la Comunione, l'Eucaristia, che dà
la possibilità, dà l'energia di vita per far sì che si
attui. La tua croce che si unisce alla Comunione, acquista
valore e dà così preziosità a quest'Opera.
Stasera nel vangelo Io metto in evidenza l'incomprensione
dei farisei. Non comprendono la mia Persona perché i loro
desideri, i loro interessi, sono legati agli ambiti della
terra, sono ristretti e circoscritti al mondo, mentre i miei
desideri, i miei pensieri, aspirano al Cielo. Come possono
unirsi queste realtà? Il Signore Iddio ha dato il modo,
tramite la Croce. La Croce è il mezzo che innalza,
trasformando la materia, per renderla spirito. Solo in
questa fusione c'è la salvezza. Solo quando Io, il Cristo,
sono stato crocifisso, sono stato inizialmente capito, per
quanto segno di perdita, di sconfitta, la Croce vive i
risorge nei secoli, ed è vittoria, nelle stagioni che si
susseguono, nei vari tempi, sino alla fine del tempo. Cosa
vi darà gloria in Cielo se non la Croce vissuta?
Senza la Croce, il mondo con le sue passioni, i suoi legami,
vi avrebbe fatto morire nel peccato, la terra vi avrebbe
assorbito, amalgamati ad essa, sareste nella terra
scomparsi. Mentre nella Croce voi vi innalzate in Paradiso
ove lo Spirito vive. Senza la Croce i serpenti dei diavoli,
con il loro morso infetto, vi avrebbe avvelenato, e tutti
sareste morti. La Croce vi fa da antidoto, vi risana e rende
innocuo il suo veleno. La Croce vi dà vita.
Meditate, in questo tempo di quaresima, la mia Croce, il mio
dolore, e voi in esso riuscirete ad accogliere la vostra e
vivrete. Ti benedico".
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24 marzo 2010
"Non è mio discepolo che mi segue e non porta la sua croce"
"Mia piccola Maria, Io benedico, una ad una, queste creature
e giungo ai più lontani, che ora non ricordi, ma vedo nel
tuo cuore: li benedico perché giungano a vivere il messaggio
di cui parla il vangelo stasera, che è il messaggio della
Croce. La Croce che Io presento e che porta la salvezza,
mezzo per eccellenza della salvezza. Tutti potete attingere
alla mia Croce; ma anche voi siete chiamati ad accogliere la
vostra e viverla: "Non è mio discepolo che mi segue e non
porta la sua croce". Se Io vi sono stato crocifisso, se Io,
vostro Maestro, il Cristo, vi ho dato vita attraverso di
essa, voi che siete i miei cristiani, che iniziate la vostra
preghiera con il segno della Croce, è nella Croce che voi
assimilate, mi prendete somiglianza, vi fate Me.
Così, come nella famiglia, voi siete simili perché portate
gli stessi tratti fisici e avete lo stesso sangue, e questo
vi unisce, similmente nell'unione della Croce, della
sofferenza, che è il Sangue dello Spirito, voi vi fate Me,
simili e redentivi.
In un tempo in cui la Croce viene respinta, rifiutata, in
cui il mondo vive finalizzato al divertimento, al godere, e
si fa insipida, non ha senso, e lo stesso godere diviene
spento, si fa noioso, non dà più che vuoto, Io vi chiamo e
vivere la Croce, che vi viene data dal Signore Dio, quella
Croce per cui siete plasmati, dato che avete tutto la stato
di grazia per viverla. Essa vi fa sì soffrire ma, irrorata
del mio Amore, che dà gioia vera, vi conduce alla pienezza,
all'allegria, che sarà onnipresente.
Giungerà alta nei Cieli la mia Croce per richiamare la mia
vittoria, e che in essa è il riscatto e la vita. La Croce,
figli miei, vi dà il senso, l'energia, la vitalità di
seguirmi, di ricoprire le orme dei miei passi, di
ripercorrermi, mentre Io vi cammino dinanzi, e porto la
Croce dell'umanità, vi conduco, mediante la Croce, alla
terra promessa del Cielo; ove vivrete di che cosa se non di
essa, fattasi gloriosa? Ti benedico".
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25 marzo 2010
"La Madonna, incarnando Dio, incarna l'umanità, si fa Madre di tutti"
"Oggi, in questo giorno benedetto e santo, in cui si ricorda
l'Incarnazione, cosa avviene in Paradiso? Viene posta in
visione a tutti i Beati, i Santi, gli Angeli, quel momento
in cui la Madre Santissima ha dato il suo "Si". Il tempo è
rimasto come sospeso e trepidante nella, pur brevissima,
attesa di quel "Sì", che ha dato nuova vita al mondo. Non
comprendete pienamente di quanto dovete essere riconoscenti
a questo "Sì". Senza il "Sì" di Maria non sarebbe avvenuta
l'Incarnazione di Cristo e nemmeno la Redenzione, perché è
Lei la Madre scelta dal Padre Eterno, e nessuna altra
creatura avrebbe potuto prendere il suo posto.
Maria viene creata e formata per essere tale. Ella è
privilegiata nella sua perfezione: nasce e gode di visioni
celesti già dal grembo materno, ma a questa perfezione di
Opera che Dio ha creato in Lei, Ella vi si abbandona e si
plasma completamente al disegno del Padre, e vi corrisponde
nella sua totalità.
Ancora in Paradiso la Madre Santissima si accosta al trono
della Santissima Trinità per dare il suo "Sì". La Madonna,
incarnando Dio, incarna l'umanità, si fa Madre di tutti.
Donando un corpo umano a Dio fa sì che la Divinità riunisca,
e si sposi con l'umanità. Ella dà la Carne a Cristo per far
sì che il corpo degli uomini si faccia spirituale e divino
nel Corpo di suo Figlio.
Cosa sta facendo la Madonna nell'istante in cui ha
l'annuncio? Ella sta meditando le Sacre Scritture: "La
Vergine partorirà un Figlio e lo chiamerà Emmanuele". E dice
fra di sé: "Chi sarà questa Vergine, questa fanciulla
eletta?".
Per quanto ricolma di visioni celesti, di tanta Sapienza, di
ogni virtù, Lei, la Piena di Grazia, rimane sbalordita
all'Annuncio, perché Maria è l'Umiltà, non si ritiene degna.
Ha anche fatto voto, sin dalla tenera età, della sua purezza
al Signore, ma si abbandona completamente alla Volontà
dell'Altissimo, ove Ella sa che sta ogni bene.
Come pregava Maria? Lei meditava la Sacra Parola, cantava i
salmi, ma particolarmente il suo era un inno, nel cuore, di
adorazione continua al Padre, al quale era unita in
un'adesione perfetta al suo volere, per cui il suo canto
d'amore era adorazione perenne nel suo intero essere, nel
suo vivere. Ogni atto, ogni pensiero, ogni battito del
cuore, ogni sguardo, il solo respiro di Maria, è adorazione,
vita vissuta e fusa in Dio.
Al suo consenso, ecco lo Spirito! La ricopre, l'attraversa,
La percorre tutta, simile alla corrente elettrica, ad una
scossa calda e dolcissima. Questo Raggio di Energia vitale
La trapassa, e La invade nel pensiero della mente,
nell'amore del Cuore, nel Grembo accogliente, ove si fa
fecondo, si unisce, ed è Vita. É la scintilla di Fuoco e
Spirito che crea le membra di Cristo, per cui in Lui, pur
formatosi, dalla carne umana della Madre, ogni pensiero sarà
creazione, ogni respiro sarà Alito di Spirito Santo, ogni
Parola ci compie.
Le Carni di Cristo sono impastate, irrorate, fuse al Fuoco,
allo Spirito, all'Energia, all'Essenza vivificante divina e
creatrice di Dio, di ciò che è.
Il Corpo di Cristo è tutto irrorato e formato nello Spirito
Santo; è Fuoco divino che si unisce alle Carni Immacolate di
Maria; viene fecondato senza presenza di altra fisicità, di
altra materia, e la Madonna rimane nella sua Verginità. Così
avverrà nella Nascita: lo Spirito apre il grembo di Maria, e
Cristo vi passa, simile agli Angeli che passano attraverso
le mura, e tutto rimane immutato. Così come il Corpo
glorioso, risorto, passa attraverso le pareti del sepolcro o
entra attraverso le pareti per l'incontro con gli Apostoli,
senza varcare la porta.
É l'Energia vitale e creatrice di Dio, che passa e penetra,
e può, senza intaccare la Verginità della Madre. Andate
dalla Madonna, e Lei vi prenderà in Sé, nel suo Grembo, per
rendervi incarnati dell'Amore di Dio. Ti benedico".
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26 marzo 2010
"Cercano di cambiare e uccidere il mio Insegnamento,
la mia Parola, ciò
che Io sono"
"Mia piccola Maria, sì che sono loro vicino. Io sarò con
loro perché si attuino i miei desideri, si adempiano i miei
voleri, così come nasce la primavera, e già sono le prime
gemme, così Io desidero che don… sia maestro dei novizi per
far sì che nascano boccioli di figli, di monaci autentici.
Ecco, cercano di colpirmi con le pietre nel vangelo di
stasera; attentano alla mia vita. Vogliono ucciderMi poiché
annuncio la Verità e, come tutti i profeti, vengo
perseguitato. E, dato che non possono attribuirmi colpe,
poiché le buone opere compiute testimoniano di Me, del mio
bene, essi mi accusano di bestemmia, dato che mi sono fatto
Figlio di Dio.
Sempre la Verità verrà perseguitata, simile in Geremia di
cui ricordate: egli è colui che porta di Me maggior
significato nella sua persecuzione.
Ieri sera hai sofferto nel cuore nell'ascolto della
catechesi di quel Padre? Era il mio dolore, il dolore del
mio Cuore, che si sentiva perseguitato poiché egli non
annunciava la Verità. Egli modifica e presenta ciò che è la
Parola di Dio, travisandola e facendola ad immagine e
somiglianza di questo Padre che fa sfoggio così del suo
sapere, e di sé. Il mio Cuore è offeso di quanta mancanza di
Verità; ancora si cerca di colpirmi, di uccidermi; cercano
di cambiare e uccidere il mio Insegnamento, la mia Parola,
ciò che Io sono.
L'uomo cerca di modificare e cambia secondo i suoi interessi
e i suoi voleri; piega la Parola di Dio a sé stesso. In
questo tempo, con il quale si avvicina la settimana santa, e
la Chiesa vi presenta il mio dolore, la mia Passione,
meditatela, pregate, statemi accanto, consolate il mio
Cuore, così offeso e ferito. Siate i miei consolatori che si
fanno quella fiammella, che dà ancora calore da tanto gelo
che, tutt'intorno, m'invade. Che si fa argine e difesa da
tanto male e baluardo della Verità. Ti benedico".
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27 marzo 2010
"Chi medita la mia Santissima Passione si fa mio amico sincero"
"Mia piccola Maria, si compie tutto secondo i miei desideri.
Stasera la Chiesa, nell'annuncio della mia Passione, entra
nella settimana santa; ne fa una lettura più dettagliata,
nei suoi eventi. Ma questo avviene, solo una volta, in modo
così più approfondito, mentre Io vi dico: "Meditate la mia
Santa Passione, il mio dolore!", spesso, ogni volta che
potete, anche ogni giorno. Chi medita il mio dolore non solo
ne conosce, nei suoi aspetti più conosciuti ma, se medita
con amore, entra nei segreti del mio Cuore, negli eventi più
nascosti della mia sofferenza, fa conoscenza dello scrigno
che ne accoglie l'amore, che è il tesoro vissuto e acquisito
nel Sangue versato, nella contemplazione delle mie piaghe
aperte, ed entra nella sapienza dell'incomprensione, della
solitudine, del dolore inenarrabile del Cuore mio, di un
Cuore che, trafitto, non solo nelle sue membra fisiche e in
tutto l'essere, ma scardinato in tutte le sue parti, da una
sofferenza immensa, squarciato dal disamore, dalla durezza
degli uomini, che non amano Chi è l'Amore, Colui che ama e
non è riamato.
Vi farò conoscere i segreti dei miei spasimi nei quali vi ho
veramente amato. Chi medita la mia Santissima Passione si fa
mio amico sincero. Chi è vicino a chi geme, e viene lasciato
solo, se non chi è il vero amico? Meditando, voi fate la
prima carità a Dio stesso, che cerca consolatori, che vuole
essere consolato, che ha bisogno delle vostre lacrime, che
amano, contemplando i miei dolori; vi viene data la grazia
della fortezza, nel vostro sacrificio, che voi sarete capaci
di accogliere e ne darete valore, unendolo alla mia
Santissima Passione. Meditandola, voi vi fate li presenti,
accanto a Me, in quel tempo storico, siete lì a percorrere i
miei passi, le tracce bagnate del mio Sangue e delle mie
lacrime.
Mi scorgete la paura ma pure il coraggio di affrontarla.
Siete lì a dirmi: "Signore, noi ci siamo, non ti abbiamo
abbandonato, perché ti amiamo". Meditandola, voi andate
lontano, raggiungendo e consolando i fratelli che soffrono,
ove la mia Passione ancora vive; e che attendono una
carezza, l'angelo consolatore che giunge loro tramite la
vostra preghiera e il vostro amore. Ti benedico".
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28 marzo 2010
"Oggi le chiese, nel giorno delle Palme sono più gremite..."
"Mia piccola Maria, non turbarti per i tuoi figli, che sono
venuti alla Santa Messa. Io torno a confermarti che
torneranno a Me con trepidazione.
Oggi le chiese, nel giorno delle Palme sono più gremite,
simile ai miei tempi, che al passaggio della mia Persona, in
Gerusalemme, alzavano al cielo le palme e ponevano tappeti
al mio cammino, giubilando e inneggiando di Me, perché
vedevano e riconoscevano, in quel momento, nella mia
Persona, la vittoria. Finché sono potuti venire ad acquisire
grazie e miracoli, finché la speranza è in loro in chi è
vittorioso, e possono usufruirne per il loro bene, essi
gridano di lode; ma è la stessa folla, la maggiore, che sarà
tra quelli che mi condanneranno a morte, che mi grideranno
contro, che mi lanceranno pietre, che si scanseranno dalle
mie piaghe. Gli stessi tra i ricchi e poveri, tra sacerdoti
e soldati, non c'è distinzione. Essi mi colpiscono, mi
bestemmiamo, m'inveiscono contro, godono della mia morte
Così è oggi: finché si ricevono benefici e grazie molti
lodano Dio (e purtroppo nemmeno più questo avviene per
molti!). Ma quanti sono disposti a venire a consolare il mio
dolore, a dare, ad asciugare le mie lacrime, il sudore, a
sollevarmi dalle cadute? A farsi come la Veronica, il
Cireneo, come Giovanni? Chi comprende la mia solitudine, il
mio atroce dolore nell'abbandono e nel rifiuto, il desiderio
di essere aiutato?
Voi che amate la Madonna seguitela nella via del dolore.
Ella formerà i vostri cuori di consolatori, che sono i
Giovanni che, con Lei, non mi lasciano solo, che amano, e mi
dicono: "Siamo qui con Te, Signore!", e il mio Cuore si
solleva e ne viene consolato. Ti benedico".
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30 marzo 2010
"Cosa ho vissuto, ho fatto, nei giorni antecedenti alla mia Passione?"
"Mia piccola Maria, e chi ti ha sostenuta? Chi ti ha dato il
coraggio sino ad ora, e ti ha posto le persone che ti
sostengono e aiutano, se non Io?
Stasera nel vangelo Io entro nella casa di Lazzaro, casa di
amicizia e di accoglienza, nella quale amavo andare perché
mi sentivo riamato e accolta la mia Persona. É lì che ricevo
quest'atto di adorazione da parte di Maria, che
preannunciava, ed era segno della mia prossima morte e
sepoltura.
Anche voi, figli miei, potete essere questa casa di amicizia
e accoglienza. E quale è la casa dove Io voglio entrare se
non nel vostro cuore? É nel cuore che Io desidero sentirmi
amato, accolto; dove Io stesso offro, e sono la mensa e il
cibo con il quale unirmi a voi, e ove attendo atti di
adorazione, perché il cuore è lo scrigno della fede, che
viene esplicitato nell'amore.
Cosa ho vissuto, ho fatto nei giorni antecedenti alla mia
Passione, In questo primo giorno della settimana santa? Io
ho pregato ardentemente il Padre, ho meditato, nel segreto
del mio Cuore, gli avvenimenti che avrei vissuto nella mia
prossima Passione, vedendoli dinanzi a Me, uno ad uno. Ho
pregato per averne fortezza, ma anche per voi, per far sì
che vi fossero di aiuto e di merito nel tempo che ognuno
vivrà nella propria, pur piccola, Passione e nel tempo della
morte, che ogni uomo dovrà vivere..
Figli miei, preparatevi ad essa, perché, come dice la
Parola: "Passa la scena di questa vita!", e tutti quelli che
hanno varcato la porta di questo mondo l'hanno lasciato e
quel che eravate ieri oggi non lo siete più. Preparatevi
tutta la vita perché non vi trovi impreparati e spaventati
nel varcare la nuova soglia, ma fiduciosi e pronti.
Meditando e chiedendo per i meriti del mio dolore, della mia
agonia e morte, voi vivrete bene la vostra e vi aprite la
via alla Risurrezione. Ti benedico".
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31 marzo 2010
"Molti dicono che Giuda si sia comunque salvato:
figli miei, Giuda si è
condannato da solo"
"Mia piccola Maria, non avere paura, ci sono Io! Ricorda:
non avere paura, ci sono Io!
Stasera la mia Parola vi presenta il tradimento di Giuda.
Quel tradimento che è stato sempre presente e conosciuto da
Dio, mezzo perché sia adempimento alle Scritture, e
attraverso di esso, possa essere vissuta la Redenzione, e il
mio trionfo. Ma guai per coloro che ne sono stati la causa,
che mi hanno posto nelle mani dei carnefici perché Io fossi
condannato e messo a morte. Iddio ha lasciato all'uomo la
libertà della coscienza e della scelta. Il dolore più grande
è per questo tradimento poiché nasce da uno dei miei, da
quelli di casa, e vengo pagato per esso da quella che era la
Chiesa del tempo, che avrebbero dovuto riconoscermi e amare,
mentre mi tradiscono per uccidermi.
Il mio Cuore ne viene lacerato e spaccato per il dolore
morale; ne muore ancor prima della mia morte fisica. Molti
dicono che Giuda si sia comunque salvato: figli miei, Giuda
si è condannato da solo. Egli stesso ha deciso di
precipitare negli inferi. Sino all'ultimo dei suoi istanti,
con veemenza di amore l'ho richiamato a Me: con quale
sguardo l'ho seguito, sino alla fine dei suoi respiri…
quanti inviti da parte di Dio per il suo ritorno, al quale
non ha acconsentito per l'orgoglio e l'odio alla mia
Persona, dato che Io non mi sono sottoposto al suo volere,
non mi sono piegato al suo peccato, ma ho seguito e
adempiuto il Volere del Padre mio.
Per l'eternità egli soffre il suo tradimento. In tutte le
generazioni, e in questo tempo, il tradimento è proseguito,
e mi ha lacerato perché esso nasce dai miei, da molti di
quelli di casa, che mangiano con Me, dalla mia Chiesa, da
quanti miei sacerdoti, che si sottopongono ai compromessi
con il mondo, che piegano la Santa Parola ai loro interessi
e le loro idee, che si vendono per il denaro, per il potere,
e per tutte le miserie umane, vendendo il loro Signore e
Maestro.
Non sono coerenti con ciò che professano e vivono, peccando.
Ancora il tradimento vive. Per questo cerco voi, figli miei,
coloro che mi amano, che riparano il bacio di Giuda con il
loro amore, che sono perseveranti e coerenti nella vita alla
fedeltà del Signore, che sono pronti a sacrificare se stessi
per l'amore di Gesù Cristo e alla Verità. Ti benedico".
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